Chi conosce il mio lavoro dall’inizio-inizio-inizio sa che con Napolitano se ne va uno dei personaggi che più ho amato disegnare. Questo è un fattariello di qualche anno fa.
[Non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è sole senza luna, non c’è bene senza male. E questo segno dello Yin e dello Yang è perfetto. Perché il bianco e il nero si abbracciano. E all’interno del nero c’è un po’ di bianco e all’interno del bianco c’è un po’ di nero]
Ad agosto, girando per le strade di Marrakech, mi sono chiesto perché ci fossero volute tutte quelle ore di volo da Roma solo per finire a Napoli, dove i decumani sono medina e la mmuina di strada è la stessa. Poi un pomeriggio il sole è scomparso, tutto è diventato rosso ed è arrivata una tempesta di sabbia. Sono sceso in strada, mi ci sono piantato in mezzo (come un cretino) e mi sono riparato solo quando ha iniziato a scendere la pioggiona. Tutto sarà durato un’ora, poi Marrakech é tornata alla normalità. O almeno una sua parvenza. Leggo ora del terremoto, dei crolli, dei morti. Ed è strano come senti che un posto ti appartenga solo per averci camminato qualche giorno in mezzo a un viaggio e avere aspettato una volta, dietro un vetro, di veder tornare la normalità dopo la tempesta. La normalità, o una sua parvenza. Che dicono che torna sempre
Sono d’accordo. Niente nomi umani ai cani per non sublimare genitorialità. Diamogli nomi di colori così sublimiamo le tempere Giotto. (in foto, un sordido selfie al bagno: Nero)