Cenere, appunti da un tour: Salerno
Continuiamo con “Cenere – appunti da un Tour”. Dopo Napoli, ecco la seconda data campana del “Back to community” tour: Salerno! Prima del mio arrivo mi scrive Sabrina, dell’ Osteria Canali , per chiedermi quale sia il mio panino preferito e siccome non so decidere dice che mi sorprenderà. La location scelta da Salerno Letteratura Festival per parlare del mio libro Cenere è davvero scenografica: la chiesa dell’Addolorata, bellissima e pienissima. Parlare di un libro come il mio in un posto come quello è stato davvero d’effetto, a metà tra officiare messa e sparare cazzate. Ringrazio tutte le persone che sono venute (almeno un centinaio!) e mi spiace perché purtroppo ci sono state poche copie di Cenere (è finita che ho disegnato i cataloghi del festival). Un grande grazie a Daria Limatola e tutto lo staff di Salerno Letteratura per l’ospitalità, magnifica in ogni dettaglio e per avermi cucito addosso l’incontro come fosse un abito. Poi un grazie a Giorgio Sica per aver chiacchierato con me, un grazie al quotidiano La Città di Salerno per la bella intervista (in cui ho potuto citare Guccini) e alla signora del bnb Home 47 che si è identificata subito come parte attiva della community. Infine, riesco a passare all’osteria Canali dove Sabrina non solo mi ha offerto un’ottima cena (l’unico pasto di quel giorno: ora disegnato sulle pareti della sua osteria – accanto a un Ranxerox originale – c’è un mio cane cattivo) ma mi mostra che mi ha dedicato un panino del suo menù: “Vedrai, ho scelto quella che secondo me è la tua cosa preferita” mi ha detto. Era il panino con “la parmigiana di mammà” e non so come abbia fatto ma ha indovinato. Salerno, grazie, torno presto!
Il racconto e le foto di quest’incontro mi hanno fatto venire in mente una messa laica.. e tu l’indiscutibile officiante.
Sempre più belli quegli appuntamenti.
Ah…! Un panino con la parmigiana di melanzane… avrei detto con il casatiello ; )
Non so perché, ma vedere quella sala-chiesa piena di persone alla presentazione di “Cenere”, mi ha dato una sensazione che è un misto di piacere, ma anche di commozione. Da vecchi ci si infragilisce e, chissà come, il turbine di pensieri accavallati, “alla Nat”, ha mescolato nella mente il groppo in gola per chi non c’é più col quesito: quanti votatori del merda saranno stati presenti? Oppure cosa avrà provato Piantedosi per la morte di Maria Rosaria Omaggio?