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Il sogno di Frigolandia

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FIRMA LA PETIZIONE PER FRIGOLANDIA

Questa che vi racconto è una storia molto divertente, ma solo se finisce bene. È ambientata in Umbria, a Giano dell’Umbria, un piccolo paese di 4000 anime assurto agli onori delle cronache suo malgrado per un braccio di ferro tra arte e politica, tra cultura e propaganda. I protagonisti sono, da un lato, un sindaco leghista desideroso di trovare una battaglia che motivi i suoi voti. E dall’altro, un pezzo importante (e un po’ trascurato) della cultura italiana: quello che resta di riviste storiche come Il Male e Frigidaire conservate, archiviate e offerte al pubblico da uno dei suoi creatori, il geniale Vincenzo Sparagna. Leggete il mio reportage: sono stato lì per vedere come stanno le cose e spero di esserci riuscito. Vi ho detto che è una storia molto divertente ma solo se finisce bene e per farla finire bene è IMPORTANTE che firmiate la petizione

Questo reportage è stato pubblicato da Il Fatto Quotidiano, e sono orgoglioso della sensibilità dei miei colleghi che hanno dedicato una pagina intera a questa storia. Voglio anche ringraziare: Giorgio Franzaroli, collega vignettista, per avermi segnalato la cosa; Michele Mordente  per avermi chiarito dei punti oscuri della storia dell’epoca; Dibla, per avermi accompagnato fino in Umbria a vedere Frigolandia dal vivo e poi perché mi dà sempre le dritte giuste anche questo reportage è un’idea sua.

by |Published On: 20 Giugno 2020|Categorie: fumetto, reportage|tag = |30 Commenti on Il sogno di Frigolandia|

Falla girare!

30 Comments

  1. Olo 20 Giugno 2020 at 08:00 - Reply

    Interessante… ma perché li vogliono far sgombrare?
    Cioé qual é il fastidio che apportano al sindaco?

    • Anonimo 20 Giugno 2020 at 10:20 - Reply

      Perché l’intero concetto di Frigolandia è “di sinistra”, ovviamente. È da decenni che la destra ha individuato come una sua battaglia identitaria la cancellazione di quella che ritengono come l’ingiusta egemonia culturale della sinistra.
      È sbagliato pensare che la destra sia contro la cultura in generale, ma la concezione della cultura che ha la destra è molto specifica – è una concezione reazionaria, elitista, in cui la cultura è uno strumento di difesa contro le istanze egalitarie di chi la vorrebbe invece come strumento di emancipazione sociale. Una visione in cui la cultura è strumento di distrazione ed intrattenimento, che non faccia pensare e che soprattutto non faccia pensare che esista l’ingiustizia sociale ed economica.
      Da qui è ovvio che vedano Frigolandia come un centro sovversivo che diffonde idee eretiche e pericolose. Meglio vedere la cultura come esposizione di presepi e reliquie assortite, possibilmente condite con una retorica patriottica e sovranista.

      • natangelo 20 Giugno 2020 at 10:30 - Reply

        Sagge parole. La questione é tutta qui

      • Martina 20 Giugno 2020 at 11:34 - Reply

        Sembra comunque che già nel 2009 (giunta rigorosamente di sinistra) abbiano ricevuto un’ingiunzione di sfratto. Fatto ricorso e avuto ragione. Speriamo vada ancora così

        • Anonimo 20 Giugno 2020 at 17:58 - Reply

          Si tratta di una sinistra culturale che non è mai stata troppo gradita alla sinistra istituzionale, non mi stupisce.
          Anzi, si potrebbe discutere che la cosiddetta sinistra politica di oggi conservi ancora traccia di una sinistra culturale tout-court. Ha solo la fortuna che se paragonata alla natura della destra attuale fa ancora la sua figura

      • Armando 20 Giugno 2020 at 12:18 - Reply

        Un tempo destra e sinistra erano solo una questione di collocazione dei posti a sedere e non ci potevano essere dubbi su cosa significassero.

        In virtù dell’egemonia culturale summenzionata quella che è avvantaggiata in tutti sondaggi non può che essere la sinistra e quel pulpito di editorialisti blasonati che costantemente scaglia qualifiche di populismo deve essere certamente di destra.

        La storia la fanno i vincitori ma non credo che la prossima legislatura ammetterà di essere di sinistra…

      • Dedication 20 Giugno 2020 at 14:30 - Reply

        Quante sciocchezze caro lei.
        Ma a destra non erano tutti populisti? Ora sono elitisti? O etilisti?
        Un po’ di coerenza non guasterebbe.

        La destra e’ per una cultura libera la sinistra per la cultura d’accatto.
        Non e’ assolutamente vero, ma caxxata per caxxata…

      • Olo 20 Giugno 2020 at 18:17 - Reply

        Grazie, ma mi sembra una spiegazione insufficiente. Conosco gente di destra che hanno un alto livello culturale (che non sono interessati a chiese, a trasmissioni di approfondimento politico su rete4 o ai libri di Feltri) e anche un buon senso dell’umorismo. Inoltre la tua spiegazione mi sembra troppo elevata per farsi campagna elettorale in un paesino del centro Italia.
        A me da più l’impressione di promesse elettorali a gente che ha interesse ad investire in quella zona… es.: devono buttare giù tutti quegli ettari di alberi per costruire case o uffici… non so a me da questa impressione.

        • Anonimo 20 Giugno 2020 at 18:29 - Reply

          Non avevo la pretesa di spiegare le specifiche ragioni (men che meno elettorali) dietro il tentativo, e quelle ipotizzate da te sono plausibili – intendevo piuttosto delineare un clima culturale e un progetto su larga scala che sono identitari per la destra italiana – quando l’atteggiamento è quello, poi una scusa si trova sempre – fosse anche per farci latrine pubbliche, la parola d’ordine è rimuovere gli spazi di autonomia e libertà culturali.

      • Udik 21 Giugno 2020 at 08:40 - Reply

        Ti faccio notare che hai risposto ad una domanda che richiede una risposta fattuale con una serie di supposizioni e assunti che hanno una relazione nulla con il caso specifico. Ne’ qui nei commenti, ne’ nella tavola di Nat ho visto alcun accenno serio alle ragioni addotte, credibili o no che siano, per la richiesta di sfratto. Quindi state alzando cartelloni e facendo una battaglia puramente ideologica- inclusa una bella raccolta di firme su internet da gente che a Giano dell’Umbria non ha mai messo piede e sente parlare di Frigolandia per la prima volta in vita sua. Ma che senso ha? Non sarebbe il caso di smetterla, a destra come a sinistra, di fare battaglie di campo, di parlare per partito preso, senza alcun riferimento a fatti reali e concreti?

        • Anonimo 21 Giugno 2020 at 08:58 - Reply

          Il punto è esattamente questo: non credo si possa spiegare la vicenda semplicemente con l’elencazione dei dettagli e/o cavilli addotti da una parte o dall’altra. Questi sono solo gli strumenti utilizzati dalle parti per sostenere la legittimità dello sfratto o la sua illegittimità.
          La questione è più ampia, ed è emblematica di una tendenza generale di restrizione degli spazi culturali e soprattutto controculturali.

          • Udik 21 Giugno 2020 at 09:34 - Reply

            No, il punto e’ che siccome non sai di cosa stai parlando, ti aggrappi ai massimi sistemi.
            Ho rintracciato una lettera- quasi introvabile- del sindaco *di centrosinistra* che ha promosso la creazione di Frigolandia e poi per primo ne ha richiesto lo sfratto quattro anni dopo. La incollo di seguito, per chi volesse avere un’idea delle ragioni concrete dell’altra parte:

            “Vorrei spiegare brevemente, sia a chi mi ha scritto con garbo, sia a chi mi ha processato sommariamente come un Belzebù, le ragioni di questa nostra azione nei confronti di Frigolandia.
            Con una doverosa premessa però.
            Se c’è una persona dispiaciuta di questa situazione è il sottoscritto, che fin dall’inizio ci ha messo la faccia e anche qualcosa di più (compresi i famosi 100 euro per il passaporto) per consentire la realizzazione di questo progetto.
            Dopo appena quattro anni non credo di essermi improvvisamente impazzito, men che meno sedotto da “presunti e inconfessabili interessi speculativi” che qualcuno tende a ritenere le vere ragioni dell’operazione “sfratto”.
            Vi invito anche io a venire a Giano, magari un po’ prima delle mobilitazioni collettive.
            A venire e a verificare di persona se questo “luogo socratico, immaginario, della pace e della cultura aperto a tutti” – e come tutti, compreso il sottoscritto, auspicavamo che fosse – sia effettivamente tale e soprattutto venga percepito come tale.
            Probabilmente riceverete dalla stragrande maggioranza dei cittadini di Giano (una conferma indiretta viene anche dal fatto che solo 2 gianesi su 3500 abitanti hanno firmato fino ad oggi la petizione a sostegno di Frigolandia) la stessa impressione e cioè che Frigolandia, più che una opportunità, sia in realtà una sorta di “corpo estraneo”, chiuso e persino un po’ grigio, a dispetto delle colorate lettere che ti accolgono all’ingresso…

            Così come inverosimili appaiono altri dati che vengono portati a riscontro della presunta vitalità della struttura, i numeri di presenze (più di 5000 in meno di 4 anni, ovvero più di mille persone l’anno?) e gli investimenti per “decine e decine di migliaia di euro” che stonano con una struttura che appare per tanti mesi all’anno semideserta.

            Anche perché tutto questo movimento in un paesino di 100 abitanti qual è il capoluogo si sarebbe notato (credo) e qualche struttura ricettiva circostante ne avrebbe pure beneficiato…

            Ma non voglio continuare in questo genere di argomentazioni, perché il punto vero è un altro: è stata disattesa la vera promessa, che è pure la premessa di tutta questa vicenda.
            Ovvero quella di far vivere la Colonia come un centro culturale che avrebbe portato vitalità e lustro ad un piccolo centro come Giano dell’Umbria, che soffre, come tanti piccoli paesi di montagna, di un lento ma progressivo svuotamento di energie vitali.

            Oggi Frigolandia – vista da Giano – è un “non luogo”.
            Gli edifici quasi unicamente utilizzati come redazione della rivista e come abitazione di Sparagna (serviva davvero la Colonia per svolgere queste attività?), oltretutto senza neppure pagare l’affitto e senza rispettare molti punti della Convenzione.

            Io credo che qualche problema in più di quello che si dice ci sia e possa far dubitare dell’intrapresa…
            Anche perché curiosamente, grazie a questa ricostruzione unilaterale che circola per il web mi tocca passare per fascista, illiberale, spegnitore di fiammelle di cultura, mentre qui a Giano tutto il centrodestra mi chiama comunista.
            Io democratico tra virgolette (come mi ha definito Sparagna) l’ho democraticamente accolto e difeso fin quando era possibile.

            L’ho fatto persino in Consiglio Comunale, in una delle numerose discussioni dedicate alla questione. Poi, piano piano, sono emerse le tante contraddizioni di Frigolandia:
            Il parco (pubblico) “sempre aperto”, ma di fatto interdetto ai comuni mortali;
            Il museo “liberamente visitabile”, ma non si sa a che ora e in quali giorni;
            Iniziative culturali si, ma solo a fronte di risorse di cui (ovviamente) non disponiamo;
            Abusi edilizi, ma “piccoli”, tanto -va beh – siamo in Italia;

            Eventi nazionali realizzati in loco praticamente nessuno, se si eccettua la prima conferenza stampa di Scalzone, che mi é costata una mezza crisi di Giunta, interrogazioni in Consiglio Comunale, in Consiglio Regionale e in Parlamento Nazionale, 1500 firme (su poco più di 3500 abitanti) contro l’Amministrazione e per la cacciata di Frigolandia, l’accusa al sottoscritto di essere un filoterrorista…

            Tutti “dettagli”, almeno nella concezione mondialista di Sparagna, visto che la cosa è stata sempre derubricata ad una incomprensibile reazione un pò provinciale del paesello, cavalcata dalla destra fascista. (Della serie “mai un dubbio”)

            E questa idea, un pò fastidiosa, per cui siccome siamo piccoli non possiamo capire è riemersa nell’incontro che abbiamo avuto insieme agli avvocati qualche settimana fa (ripresa – sotto altre forme – anche nell’editoriale del 6 ottobre in cui si afferma che “l’arte e il pensiero non possono adeguarsi agli umori popolari, per giunta di un paesino di soli 3000 abitanti…”).

            A tutto questo si aggiunge (e sottolineo si aggiunge) la procedura di sfratto che non è per niente anomala ma del tutto normale, dopo due anni di mancato pagamento dell’affitto e di lettere di sollecito, e per questo convalidata da un giudice (si tratterà forse di un anomalo giudice di destra?)

            Che Sparagna sia un pezzo importante della cultura di questo paese mi sta bene, ma ciò non autorizza nessuno a fregarsene del rispetto delle regole… anche perché il legibus solutus mi ricorda altri personaggi del nostro tempo… Dico queste cose con grande rammarico.
            Ho 39 anni, faccio il Sindaco per una inspiegabile (di questi tempi) passione, sono stato il primo promotore di Frigolandia perché ho creduto, come molti, nella forza straordinaria di un progetto che é rimasto largamente sulla carta.

            Oggi mi ritrovo a gestire una causa legale, che mai avrei voluto, e a passare per un dissipatore di ricchezza e di cultura, quando sono perfettamente consapevole che di cultura e di bellezza questo paese ha un grande bisogno. Ma – aggiungo – anche di lealtà e sincerità.
            Peccato che tutto questo fervore da parte di Sparagna a difesa di Frigolandia non l’ho trovato quando si trattava di difendere il Sindaco di Giano dagli attacchi di mezzo mondo, dopo il caso “Scalzone”.

            Da allora solo molto silenzio, fino allo sfratto.

            Cordialmente,
            Paolo Morbidoni

            • Anonimo 21 Giugno 2020 at 12:35 - Reply

              Ti ricordo che il sindaco di allora iniziò la sua campagna contro Frigolandia dopo la conferenza stampa di Oreste Scalzone, immaginario capo delle BR proprio come Ugo Tognazzi (!), sotto la pressione della destra locale. Nella lettera, del 2009, si parla di affitti non pagati, cosa non vera e confermata dalla sentenza del Tribunale che condannò il Comune di Giano anche al pagamento delle spese legali. In quanto al parco e al Museo sono sempre stati aperti a tutti e sono tutt’ora aperti come può verificare chiunque voglia andarci.
              Naturalmente dal 2009 a oggi le iniziative di Frigolandia si sono enormemente moltiplicate e comunque già nel 2006 Frigolandia aveva inventato e organizzato a Giano la manifestazione “Ulivolio. Visioni maiviste dell’albero di Ulisse” con la partecipazione di 120 artisti dall’Umbria e da tutta Italia che donarono le loro opere al Comune.
              Per ulteriori informazioni sulle molteplici attività di Frigolandia basta visitare il sito http://www.frigolandia.eu

              Per completare le informazioni riporto la risposta di Sparagna, a nome di Frigolandia, alla lettera del sindaco Morbidoni da te postata (che non è affatto introvabile perché l’aveva pubblicata su Facebook):

              “RISPOSTE A UNA RISPOSTA IPOCRITA”

              La lettera che segue è stata diffusa dal sindaco Paolo Morbidoni su facebook ed ha un tono sincero, ma nella sostanza rivela tutta l’ipocrisia che ha accompagnato e continua purtroppo ad accompagnare l’assurdo e sleale attacco giudiziario a Frigolandia.
              Ecco dunque i miei commenti alle affermazioni di Morbidoni:

              «Vorrei spiegare brevemente, sia a chi mi ha scritto con garbo, sia a chi mi ha processato sommariamente come un Belzebù, le ragioni di questa nostra azione nei confronti di Frigolandia.
              Con una doverosa premessa però.
              Se c’è una persona dispiaciuta di questa situazione è il sottoscritto, che fin dall’inizio ci ha messo la faccia e anche qualcosa di più (compresi i famosi 100 euro per il passaporto) per consentire la realizzazione di questo progetto.
              Dopo appena quattro anni non credo di essermi improvvisamente impazzito, men che meno sedotto da “presunti e inconfessabili interessi speculativi” che qualcuno tende a ritenere le vere ragioni dell’operazione “sfratto”.
              Vi invito anche io a venire a Giano, magari un po’ prima delle mobilitazioni collettive.
              A venire e a verificare di persona se questo “luogo socratico, immaginario, della pace e della cultura aperto a tutti” – e come tutti, compreso il sottoscritto, auspicavamo che fosse – sia effettivamente tale e soprattutto venga percepito come tale.
              Probabilmente riceverete dalla stragrande maggioranza dei cittadini di Giano (una conferma indiretta viene anche dal fatto che solo 2 gianesi su 3500 abitanti hanno firmato fino ad oggi la petizione a sostegno di Frigolandia) la stessa impressione e cioè che Frigolandia, più che una opportunità, sia in realtà una sorta di “corpo estraneo”, chiuso e persino un po’ grigio, a dispetto delle colorate lettere che ti accolgono all’ingresso…»

              RISPOSTA:
              Il sindaco sa benissimo che Frigolandia è stata bersagliata a Giano da una feroce quanto odiosa campagna di calunnie, prima animata da un gruppo di estrema destra, poi, a seguito della presenza del sindaco stesso alla conferenza stampa di Scalzone (della quale era stato avvertito in anticipo tanto che era tranquillamente intervenuto) ripresa da Forza Italia e AN che hanno raccolto le firme contro di noi e contro il sindaco (vero bersaglio della campagna) sulla base di una serie di menzogne. In particolare quella che fossimo addirittura un’organizzazione terroristica (!!!).
              Queste menzogne non sono state contrastate con la necessaria energia dalla giunta e dal sindaco stesso, che anzi si è ipocritamente allineato al biasimo per la conferenza di Scalzone solo per liberarsi delle accuse sulla sua presenza alla conferenza stessa. Questo ha fatto precipitare il rapporto con il paese di Giano, che ha visto confermata dalla stessa amministrazione la campagna contro di noi.

              ——

              «Così come inverosimili appaiono altri dati che vengono portati a riscontro della presunta vitalità della struttura, i numeri di presenze (più di 5000 in meno di 4 anni, ovvero più di mille persone l’anno?) e gli investimenti per “decine e decine di migliaia di euro” che stonano con una struttura che appare per tanti mesi all’anno semideserta.»

              RISPOSTA:
              Le visite a Frigolandia sono state effettivamente oltre mille all’anno, metterci un punto interrogativo non può cancellarle. Del resto se si pensa che il rapporto tra i visitatori e i passaporti sottoscritti è stato di circa 1/15 e che i passaporti sottoscritti sono al momento 370 questa cifra di 5000 è del tutto realistica.
              Inoltre appare provocatorio mettere in dubbio le nostre spese che sono state rilevantissime (nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro in quattro anni). Basti pensare alla completa ristrutturazione della ex cucina della colonia, oggi trasformata in una costruzione abitabile con pavimento e tetto nuovi. Oppure alle oltre 700 tegole dell’edificio principale sostituite perché marce. O alla riparazione della caldaia e dell’impianto di riscaldamento. O alla messa a norma del sistema idraulico. O agli impianti elettrici rinnovati completamente. O ancora alla nuova cucina e alle stanze sistemate nel secondo edificio. O infine agli oltre 40 camion di terra che sono stati necessari a creare il nostro Hortus Conclusus e a sistemare la scarpata che dà sul borgo di Giano che era ridotta a una orribile pietraia coperta da vetri rotti…
              La verità è che il sindaco non è più venuto a Frigolandia dalla tarda primavera del 2007 e non ha la più vaga idea dei lavori realizzati. Il suo dubbio appare calunnioso e serve solo ad assolverlo da uno sfratto che si presenta come una gigantesca truffa ai nostri danni, visto che tutte le spese sono state sostenute pensando ai decenni della convenzione e non per ricavarne un immediato beneficio.
              L’idea che la struttura appaia come un luogo deserto è semplicemente ridicola per uno che non la vede da due anni e mezzo.

              ——

              «Anche perché tutto questo movimento in un paesino di 100 abitanti qual è il capoluogo si sarebbe notato (credo) e qualche struttura ricettiva circostante ne avrebbe pure beneficiato…»

              RISPOSTA:
              Infatti alcune strutture ne hanno beneficiato, valga per tutte il Camping La Pineta o l’agriturismo di Omero Moretti. Per non parlare dei ristoranti della zona. Ma ovviamente non tutti i visitatori si sono fermati fuori Frigolandia, che ha realizzato i lavori di cui sopra proprio per poter ospitare fino a quindici persone contemporaneamente e che spesso è stata visitata da amici e amiche che sono rientrati nei rispettivi paesi a sera. Come è ovvio per i tantissimi venuti da Roma, dall’Umbria stessa, dalle Marche o dalla Toscana.

              ——

              «Ma non voglio continuare in questo genere di argomentazioni, perché il punto vero è un altro: è stata disattesa la vera promessa, che è pure la premessa di tutta questa vicenda.
              Ovvero quella di far vivere la Colonia come un centro culturale che avrebbe portato vitalità e lustro ad un piccolo centro come Giano dell’Umbria, che soffre, come tanti piccoli paesi di montagna, di un lento ma progressivo svuotamento di energie vitali.»

              RISPOSTA:
              La stessa quantità di firme di sostegno da tutta Italia dovrebbe essere una prova evidente che Frigolandia ha portato lustro al paese di Giano, nonostante l’ostilità e l’estraneità della giunta stessa e del sindaco a partire dalla primavera 2007.

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              «Oggi Frigolandia – vista da Giano – è un “non luogo”.
              Gli edifici quasi unicamente utilizzati come redazione della rivista e come abitazione di Sparagna (serviva davvero la Colonia per svolgere queste attività?), oltretutto senza neppure pagare l’affitto e senza rispettare molti punti della Convenzione.»

              RISPOSTA:
              Prima di tutto che vuol dire che Frigolandia è un “non luogo”? Niente, poiché invece essa è esattamente un luogo, anzi il luogo che aveva detto di volere essere, ovvero un Monastero Eurotibetano, la Città Immaginaria dell’Arte Maivista, la terra di Frigidaire, la Prima Repubblica Marinara di Montagna, una Accademia delle Invenzioni.
              Gli edifici sono utilizzati “quasi unicamente” come redazione della rivista e come” abitazione di Sparagna”. Anche qui dove è lo scandalo? Nella Convenzione si prevede che possa abitarci stabilmente per la custodia non più di una persona, che sono appunto io. E la redazione di Frigidaire è un insieme di archivi, documentazioni, biblioteche ecc. indispensabili al lavoro che facciamo. Infine quali sarebbero i punti della Convenzione non rispettati? Non si sa.
              Ma la falsità più grande è proprio in quegli “affitti non pagati”. Il sindaco sa benissimo che si era impegnato a sostenerci per un importo annuo pari almeno al canone. Cosa che ha (quasi) fatto per il primo anno. Poi, appunto dal 2007, si è allontanato, fino a non intervenire neppure all’inaugurazione del Museo dell’Arte Maivista il 2 dicembre 2007.
              Noi abbiamo attribuito questo suo allontanamento alla preoccupazione per le elezioni comunali del giugno 2009. Invece sin dal settembre 2008, senza darcene notizia, aveva avviato le pratiche per lo sfratto “per morosità” inviando le notifiche non al nostro indirizzo, ma al vecchio domicilio legale dove sapeva che non c’era nessuno.
              Uno sfratto cercato e ottenuto in perfetta malafede. Non a caso, appena abbiamo saputo della cosa, abbiamo subito pagato i canoni scaduti. Ma questo non ha fermato l’azione del sindaco e della giunta.

              ——

              «Io credo che qualche problema in più di quello che si dice ci sia e possa far dubitare dell’intrapresa…
              Anche perché curiosamente, grazie a questa ricostruzione unilaterale che circola per il web mi tocca passare per fascista, illiberale, spegnitore di fiammelle di cultura, mentre qui a Giano tutto il centrodestra mi chiama comunista.
              Io democratico tra virgolette (come mi ha definito Sparagna) l’ho democraticamente accolto e difeso fin quando era possibile.»

              RISPOSTA:
              Che vuol dire fin quando era possibile? E quando è stato impossibile? Ancora una volta qui si evita di dire che il sindaco per sfuggire alle critiche rivolte a lui e farsi ricandidare ha sposato un biasimo per Frigolandia totalmente fondato su calunnie e menzogne.

              ——

              «L’ho fatto persino in Consiglio Comunale, in una delle numerose discussioni dedicate alla questione. Poi, piano piano, sono emerse le tante contraddizioni di Frigolandia:
              — Il parco (pubblico) “sempre aperto”, ma di fatto interdetto ai comuni mortali;
              Il museo “liberamente visitabile”, ma non si sa a che ora e in quali giorni;
              Iniziative culturali si, ma solo a fronte di risorse di cui (ovviamente) non disponiamo;
              Abusi edilizi, ma “piccoli”, tanto -va beh – siamo in Italia;»

              RISPOSTA:
              Ecco una serie di pure e semplici bugie.
              Il parco era chiuso quando lo visitammo la prima volta, mentre è stato sempre aperto da quando siamo arrivati noi. Cosa che è stata ripetutamente comunicata alla giunta in lettere ufficiali e sperimentata da tutti quelli che ci sono venuti semplicemente a passeggiare, a giocare a carte, a studiare, a fare gite o a cogliere funghi…
              Il museo non è una struttura pagata da denaro pubblico, ma è visitabile da chiunque viene a trovarci in amicizia o è interessato all’arte di Frigidaire. L’allusione agli orari è ridicola e davvero ipocrita. Sono venute migliaia di persone da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Relativamente poche da Giano, perché – per ragioni sociali, storiche e culturali – sono pochi i gianesi interessati alle nostre produzioni.
              Infine le nostre iniziative culturali numerosissime avvengono dove è possibile ottenere almeno dei rimborsi, poiché nessuno ci paga. Non siamo una struttura stiupendiata dall’amministrazione pubblica, che non ci ha sostenuto con un solo euro.
              Infine i presunti abusi edilizi sono due.
              Il primo è la tinteggiatura di Frigolandia, avvenuta prima ancora dell’inaugurazione del 25 aprile 2006 alla quale fu presente il sindaco, la giunta e la banda del paese.
              Per questa tinteggiatura abbiamo un’autorizzazione firmata dal sindaco stesso. Ma, dopo la conferenza di Scalzone, ci è arrivata l’assurda intimazione a ripristinare le pareti scrostate e coperte di scritte, svastiche e disegni osceni!!!
              Il secondo abuso è la Jack London’s Hut, casa-museo nomade della letteratura d’avventura, di cui abbiamo data ampia spiegazione e notizia al Comune prima e durante la sua costruzione.
              Il sindaco l’ha perfino visitata durante la costruzione complimentandosi.
              I tecnici comunali ci dissero allora che la cosa migliore sarebbe stata inquadrarla nel progetto di “città dell’arte” con un cambio di destinazione d’uso dell’intera area.
              Poi quando era quasi completata, sempre dopo l’affaire Scalzone, è arrivata l’intimazione a demolirla!!! Per la cronaca nel contratto di Convenzione è scritto che potremmo costruire fino a cento metri quadrati con un’altezza di sei metri e mezzo. Dunque la Jack London’s Hut, che aveva una superficie di appena 12 metri, sarebbe stata perfettamente legittima. Come ci hanno spiegato gli stessi tecnici del Comune basterebbe adesso demolirla, poi appena loro ci danno il documento giusto… noi potremmo ricostruirla pari pari. Una proposta oltre che ridicola… paradossale, tipica della confusione burocratica e della malafede di chi ha chiesto (e ottenuto) la sua demolizione.
              Al momento infatti la Jack London’s Hut è semplicemente una casa di legno prefabbricata di appena otto metri quadrati…in via di definitiva, forzata demolizione.

              ——

              «Eventi nazionali realizzati in loco praticamente nessuno, se si eccettua la prima conferenza stampa di Scalzone, che mi é costata una mezza crisi di Giunta, interrogazioni in Consiglio Comunale, in Consiglio Regionale e in Parlamento Nazionale, 1500 firme (su poco più di 3500 abitanti) contro l’Amministrazione e per la cacciata di Frigolandia, l’accusa al sottoscritto di essere un filoterrorista…»

              RISPOSTA:
              Ecco che torna il problema personale del sindaco di come sottrarsi alle menzogne sulla conferenza di Scalzone. Tra l’altro anche questa frase sulla mancanza di eventi in loco non è vera, visto che ogni 25 aprile a Frigolandia si svolge la Festa della Liberazione dei Frigoriferi Intelligenti con la partecipazione di centinaia di persone. Il sindaco è intervenuto solo a quella inaugurale del 2006 e poi non si è più visto… sempre a causa della campagna di menzogne post-Scalzone.

              ——

              «Tutti “dettagli”, almeno nella concezione mondialista di Sparagna, visto che la cosa è stata sempre derubricata ad una incomprensibile reazione un pò provinciale del paesello, cavalcata dalla destra fascista. (Della serie “mai un dubbio”)»

              RISPOSTA:
              Io non ho alcuna concezione “mondialista”, termine di chiara derivazione fascista. Non so proprio cosa voglia dire il sindaco con questa frase.
              In quanto al paesello è un paesello, ma nessuno lo disprezza, meno che mai noi. Certo non possiamo cambiarne la mentalità chiusa e in parte addirittura xenofoba se il sindaco e la giunta sono schierati sul fronte della calunnia e ci combattono fino allo sfratto sleale e scorretto già detto.

              ——

              «E questa idea, un pò fastidiosa, per cui siccome siamo piccoli non possiamo capire è riemersa nell’incontro che abbiamo avuto insieme agli avvocati qualche settimana fa (ripresa – sotto altre forme – anche nell’editoriale del 6 ottobre in cui si afferma che “l’arte e il pensiero non possono adeguarsi agli umori popolari, per giunta di un paesino di soli 3000 abitanti…”).»

              RISPOSTA:
              L’arte e il pensiero non possono adeguarsi agli umori popolari, senza perdere la loro sincerità e autenticità, anche se il paese, come è l’intera Italia, fosse di 60 milioni di abitanti.

              ——

              «A tutto questo si aggiunge (e sottolineo si aggiunge) la procedura di sfratto che non è per niente anomala ma del tutto normale, dopo due anni di mancato pagamento dell’affitto e di lettere di sollecito, e per questo convalidata da un giudice (si tratterà forse di un anomalo giudice di destra?)»

              RISPOSTA:
              Ho già ricordato che lo sfratto è stato ottenuto senza farci sapere nulla.
              In ogni caso i canoni sono stati pagati, perché il sindaco non lo dice???

              ——

              «Che Sparagna sia un pezzo importante della cultura di questo paese mi sta bene, ma ciò non autorizza nessuno a fregarsene del rispetto delle regole… anche perché il legibus solutus mi ricorda altri personaggi del nostro tempo… Dico queste cose con grande rammarico.
              Ho 39 anni, faccio il Sindaco per una inspiegabile (di questi tempi) passione, sono stato il primo promotore di Frigolandia perché ho creduto, come molti, nella forza straordinaria di un progetto che é rimasto largamente sulla carta.»

              RISPOSTA:
              Queste affermazioni di un” legibus solutus” e di un “progetto rimasto sulla carta” sono sinceramente paradossali di fronte ai 250 processi subiti da me nel corso di 30 anni di attività frigideriana, dopo quattro anni di lavoro volontario e di fronte alle enormi spese sostenute per ristrutturare gli edifici e creare Frigolandia, cosa per la quale alcuni di noi sono indebitati per molti anni a venire.

              ——

              «Oggi mi ritrovo a gestire una causa legale, che mai avrei voluto, e a passare per un dissipatore di ricchezza e di cultura, quando sono perfettamente consapevole che di cultura e di bellezza questo paese ha un grande bisogno. Ma – aggiungo – anche di lealtà e sincerità.
              Peccato che tutto questo fervore da parte di Sparagna a difesa di Frigolandia non l’ho trovato quando si trattava di difendere il Sindaco di Giano dagli attacchi di mezzo mondo, dopo il caso “Scalzone”.»

              RISPOSTA:
              Io e tutta Frigolandia abbiamo difeso sia la legittimità della conferenza stampa di Scalzone che la legittimità della presenza del sindaco. E’ il sindaco che ci ha attaccato ipocritamente dopo essere stato avvertito e poi presente alla conferenza…

              ——

              «Da allora solo molto silenzio, fino allo sfratto.»

              RISPOSTA:
              Uno sfratto per morosità, con i canoni pagati…, che rischia di distruggere il patrimonio di disegni e opere raccolti in 30 anni da Frigidaire…ma come fa il sindaco a non vergognarsi?

              ——

              «Cordialmente,
              Paolo Morbidoni»

              RISPOSTA:
              Altrettanto cordialmente vorrei dire al sindaco di ritirare lo sfratto per “morosità”, che non ha alcuna giustificazione, e riaprire un dialogo vero, interrompendo questa pratica della bugia che cancella la storia per giustificare una cronaca di autentica persecuzione.

              Vincenzo Sparagna

      • Anonimo 21 Giugno 2020 at 18:31 - Reply

        Per farvi capire…hanno annullato una seri di concerti che svariavano dalla musica classica al jazz e che storicamente avvenivano d’estate nelle frazioni (dette i castelli). Da qui la manifestazione Arte nei Castelli. Indovinate l’alternativa? Musica Western per allietare il popolo, non scherzo! I cow boys umbri sono famosi dopotutto.Mala tempora currunt

  2. Anonimo 20 Giugno 2020 at 08:32 - Reply

    È vero che, a suo tempo, è stato firmato un contratto per l’uso della struttura ?
    O no ?

    • Anonimo 20 Giugno 2020 at 15:55 - Reply

      È verissimo! Il contratto è stato firmato nel 2005 ed è sempre stato pagato il canone fissato dallo stesso Comune. Il sindaco leghista sta cercando di invalidarlo!!!

  3. ricco, spietato e ostracizzato 20 Giugno 2020 at 08:33 - Reply

    …fosse ancora in giro l’intrepido ranger angese non si azzarderebbero nemmeno a sognarlo.

  4. ma.co.da 20 Giugno 2020 at 15:32 - Reply

    Grazie Nat, per averci segnalato questa realtà. Spero di convincere miei amici a venire con me per andarla a visitare questa estate. (Ma ti lo scordi che baciamo pure le sacre reliquie).

  5. Antonio B. 20 Giugno 2020 at 17:26 - Reply

    Giano dell’Umbria…. Prima di tutto: GRAZIE NAT per avermelo fatto scoprire! Madonna! Paz, Liberatore, Tamburini, Scozzari, CHE STAGIONE IRRIPETIBILE! E quanti altri nomi da aggiungere… E il fumetto diventò ARTE! Mi sembra doveroso ricordare anche Linus…. CHE NOSTALGIA!!!
    Per l’attualità: non fosse ancora chiaro, la lega di Salvini è il peggior partito mai esistito dal dopoguerra. Il partito che ha raccolto la feccia della eterna destra fascista italiana e l’ha collegata ai peggiori movimenti fascisti mondiali, dall’Ungheria agli Stati Uniti, dalla Russia a tutti gli altri stati che hanno ciurme simili. Vedere le inchieste di Report… Vogliono pure abbattere Francesco…. In Italia vediamo ogni giorno qualche leghista che si inventa qualcosa: quel tipo che ha scritto sulla cancellata di Aushwitz “La scuola rende liberi”,
    quelli che negano la mensa ai bambini stranieri, la presidente della regione Umbria che tenta di boicottare le legge sull’aborto con il ricovero obbligatorio per tre giorni a chi ricorrre all’aborto farmacologico, questo qua che vuole chiudere Frigolandia… Spero proprio che la parte migliore del nostro paese possa prevalere su questi rigurgiti fascisti, che in Italia si presentano sempre col manganello. In Italia una destra civile, moderata, europea, NON ESISTERA’ MAI!!!

    • Anonimo 20 Giugno 2020 at 17:50 - Reply

      Piccolo appunto: non credo si possa sostenere che il fumetto divenne arte con quella pur notevole generazione, lo è sempre stato, strutturalmente. E ci sono stati innumerevoli altri artisti del fumetto prima e dopo

      • Antonio B. 20 Giugno 2020 at 18:06 - Reply

        Forse negli USA, Anonimo… Ma in Italia chi? Chi c’era prima di loro?

        • Anonimo 20 Giugno 2020 at 18:39 - Reply

          Per affrontare adeguatamente l’argomento ci vorrebbero giorni, ma dovrebbe essere sufficiente citare il solo Hugo Pratt

          • Antonio B. 20 Giugno 2020 at 21:43 - Reply

            Hugo Pratt pubblicava su Linus, che ho citato.

            • Anonimo 20 Giugno 2020 at 22:16 - Reply

              Pratt è nato e ha pubblicato prima di Linus. E Pratt è solo uno dei grandi autori italiani. Battaglia? Crepax? Berardi e Milazzo? Max Bunker e Magnus?

              Il punto è che il fumetto è diventato arte, come tu dici, ben prima della generazione da te citata. E in un senso più profondo, è sempre stato arte, perché è un mezzo espressivo autonomo e completo.
              È come per il cinema, ci sono film belli e brutti, capolavori e spazzatura, ma sono le caratteristiche del linguaggio cinematografico come forma espressiva ciò che lo qualificano come forma d’arte.

              A me semplicemente non piace quella retorica per cui ad un certo specifico punto della storia, accade qualcosa di miracoloso ed improvvisamente la merda diventa oro. Or il fumetto arte. Non funziona così. Sarebbe bello poter dire “io c’ero”, ma è solo vanità.

              • Armando 20 Giugno 2020 at 22:25 - Reply

                Eppur accadde https://it.wikipedia.org/wiki/Merda_d'artista 😛

                • Anonimo 20 Giugno 2020 at 22:34 - Reply

                  Hah, ma ci sono voluti migliaia di anni perché un gesto come quello si elevasse al rango d’arte. Solo cent’anni prima gli avrebbero tirato dietro la sua merda inscatolata

              • Antonio B. 21 Giugno 2020 at 07:37 - Reply

                Corto Maltese, con “Una ballata del mare salato”, nasce nel 1967. Ma è con la pubblicazione su Linus (Bibbia del fumetto italiano), nella metà degli anni ’70, che arriva la popolarità e l’interesse della critica. Gli autori che citi tutti da là provengono! In quella stagione magica (il decennio dei settanta) arrivano al grande pubblico Enzo Lunari, Altan (il grande Cipputi!), Alfredo Chiappori, Pericoli e Pirella, Marcello Jori, e tanti altri che adesso non ricordo… (Ah! a me piaceva tantissimo anche Mario Dalmaviva, con le sue vignette dalla sua cella!). Da questo bellissimo crogiuolo sono venuti fuori Il Male, Cannibale e Frigidaire, che portano il fumetto italiano a livello di grandezza artistica e internazionale (i Keith Haring italiani, diciamo…). Non ho elementi di prova per riferirli, ma SONO SICURO che per un disegno originale di Ranxerox, i musei di arte moderna di tutto il mondo farebbero a coltellate!

                • Anonimo 21 Giugno 2020 at 07:56 - Reply

                  Che vuoi che ti dica, persevera nella tua visione magica fatta di reliquie e momenti miracolosi, se ti fa piacere.
                  Non è diverso da quelli che sostengono che la musica sia nata (e morta) con i Beatles

  6. jftaron 20 Giugno 2020 at 17:59 - Reply

    e alla fine arrivò Nat.

  7. Anonimo 21 Giugno 2020 at 06:37 - Reply

    Se ha diritto stia !
    Se non ha diritto vada !
    ( troppo semplice ? )

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