Come sapete, ogni giovedì con Il Fatto Quotidiano c’è “Come non letto”, la mia rubrica che racconta l’attualità attraverso fumetti, disegni e affini. Ogni settimana pubblico un piccolo promo online, invitando i miei 25 affezionati lettori a comprare il Fatto per leggere la puntata completa (anche adesso: se state leggendo, andate in edicola!).
Il promo della puntata del 26 giugno, dedicata al sito Iran Cartoon, ha però generato un piccolo grande equivoco. La rubrica si apre raccontando questa grande (e in apparenza virtuosa) risorsa, Iran Cartoon – ed è proprio quella parte che è stata pubblicata come anteprima. Ma la puntata prosegue subito dopo raccontandone anche il lato oscuro, o quantomeno ambiguo.
Chi ha letto solo il promo si è fatto l’idea che io stia celebrando l’iniziativa. Non è così. E l’unico modo per chiarire davvero il senso del pezzo è pubblicarlo per intero, così che il discorso venga colto nella sua totalità.
Quindi, eccovi la puntata completa e il solito invito: il giovedì, se volete leggermi, andate in edicola così evitiamo equivoci che poi passo per palafreniere dell’Iran!
La guerra detta l’agenda anche a una rubrica di fumetto. Che tempi! Oggi: Iran. E anziché sbomballarvi le boccette di china con il solito Persepolis (M. Satrapi, Rizzoli 2007), vi faccio aprire il sito www.irancartoon.com. Da giorni si carica a singhiozzo: probabilmente i server non vanno d’accordo con i bombardamenti. Che sito è?
Mentre gli ayatollah se ne stavano lì ad arricchire uranio nelle gole di Fordow (a quelle latitudini le cose losche si fanno sempre in delle “gole”) da vent’anni Teheran è la casa di uno dei riferimenti mondiali per l’umorismo grafico (che, per noi satirici veri, è il fratello scemo della satira): Iran Cartoon. Gestito da Massoud Shojai Tabatabai, instancabile promoter e splendido disegnatore, il sito pubblica ogni giorno 200-300 opere di artisti da tutto il mondo, rilancia bandi di concorsi internazionali (tantissimi dall’Italia) e ne promuove di propri con premi e fondi crapulonici. Che bello! L’Iran patria della libertà d’espressione, no? Manco per niente.
I temi trattati da IranCartoon sono sociali (alimentazione, intelligenza artificiale, ecc.) o contro i “nemici” (Usa, Europa, l’Occidente tutto). L’ultimo concorso promosso s’intitola Holocide. Tema: Israele. Gran premio: 5.000 euro. Poi tre categorie ciascuna con premi da 3.000, 2.000 e 1.000 euro. Totale 23.000 euro, in più Teheran offre viaggio, vitto, alloggio e fiori in camera. Ma tutti questi soldi da dove vengono?
Non lo sappiamo. La risposta forse è nell’incensante intervista a Tabatabai su IranDaily (megafono istituzionale del governo)? Oppure nelle vignette sulla dittatura iraniana pubblicate da IranCartoon? Ah no, non ce ne sono… Quanti autori liberi partecipano, inconsapevolmente magari, a questo progetto che sembra usare la loro arte per imbellettare una dittatura? Non lo so. Intanto sto spedendo qualche vignetta contro Israele al concorso: dove lo trovi uno che ti dà 5.000 euro per una vignetta?!