Amici e amiche della community, domenica 28 settembre l’appuntamento per vederci live è a Cantagallo in provincia di Prato. Sarò ospite del TuttoèVita Fest e alle ore 16 parlerò con padre Guidalberto Bormolini di ironia, lutto e Cenere, il mio ultimo libro edito da Rizzoli. L’ingresso è gratuito ma è richiesta l’iscrizione a questo link.
Smemoranda, morta e risorta. Oggi, giovedì 25 settembre, su Il Fatto Quotidiano c’è “Come non letto”, la mia rubrica che racconta l’attualità attraverso il fumetto. La trovate in edicola ogni settimana, in controcopertina, alle spalle di sua editorialità.
Questa volta vi racconto l’incredibile odissea editoriale e umana della Smemoranda.
Potete leggere la puntata completa su Il Fatto Quotidiano, in edicola e online.
Sempre Come Non Letto: autori e storie da non lasciar scorrere via.
Oggi, martedì 23 settembre, in edicola con Il Fatto Quotidiano trovate una pagina in cui vi racconto “Diario di guerra”, l’ultimo libro di Massimo Bucchi, decano della satira italiana. È edito da Momo edizioni e ha la prefazione di Filosofia coatta . Se siete curiosi, mi leggete in edicola con Il Fatto Quotidiano.
Gaza. Nel gennaio 2024 disegnai una vignetta intitolata “Mortometro”: annunciava l’arrivo del ‘genocidio scusabile’.
Sono due anni che racconto questa tragedia e nemmeno oggi, nello sciopero generale per Gaza, mi fermeró.
Nella clip, tratta dal mio intervento al Circo Massimo “L’incursione – vignette per una guerra mondiale”, leggo e commento quella vignetta.
Disegnata due anni fa.
Eccoci, ci siamo dentro.
Ecco la mia rubrica “Come Non Letto” pubblicata da Il Fatto Quotidiano il 18 settembre 2025
“Nel concetto dei toscani, chi non è un uomo libero è un uomo grullo” scriveva Curzio Malaparte, pratese illustre. Una frase che ben si attaglia al toscanissimo Sergio Staino da Piancastagnaio al quale Firenze ha dedicato, in piazza Duomo, la mostra Sergio Staino, L’arte di vivere tra satira e impegno e una sala nel palazzo della presidenza.
La sua creatura più celebre è Bobo, prototipo del militante comunista: ironico, sognante ma sempre ancorato alla realtà. Con moglie e due figli, proprio come Sergio, e incazzoso come lui. Quando l’ho conosciuto io, Staino non aveva il nasone e i capelli di Bobo, ma la chioma bianca e gli occhi vitrei per la malattia che lo stava rendendo cieco.
Ho esordito su L’Unità, con lui. E ci ho litigato. Litigate furenti come solo un toscano e un campano possono fare. Perché per lui chi non era libero – della sua precisa idea di libertà – “l’è grullo”, come direbbe Malaparte. Una libertà monolitica ma cangiante a seconda del momento, che finì per coincidere con la versione peggiore della (ehm) “sinistra” italiana: Matteo Renzi. Scelta di cui poi si pentì (che sorpresa!).
La mostra fiorentina, curata da Pio Corveddu e Dario Dino-Guida e prodotta da Lucca Crea con il supporto della Regione Toscana, ci restituisce uno Staino vivo: quello che – nell’intimo del tavolo da disegno – discuteva con i suoi fogliacci di carta.
Venite a vederlo: tra le vignette esposte sentirete la sua voce baccagliare di lavoro, conflitti, ecologia, amore, famiglia. Bravi quelli di Lucca Crea che, mentre intorno c’è la corsa al fumettista con più follower, investono energie per fare cultura e celebrare un autore satirico così importante e discusso. Ho amato lo Staino di Bobo, meno il vignettista nei suoi ultimi anni, ma era un autore dannatamente vivo. E una Sala Staino mi piacerebbe fosse come lui: un posto in cui si discute e si litiga ferocemente, ma su temi civili e non fuffa. Che bello, Sergio. Grazie, Sergio.