Scontro sui social

Scontro sui social – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
#renzi #italiaviva #ferragni #instagram #webcomic #fumettiitaliani #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo
Scontro sui social – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Marx Engels Lenin Ferragni
Scalfarotto Faraone Bellanova L’Innominabile.
Spettacolare. Grandissimo Nat.
Shock because all’ennesima potenza.
Colto bene il punto. Ma è molto triste che persino un personaggio dei social, sia pure di qualità intellettuali insolitamente apprezzabili nel panorama generale, sia la massima espressione esistente di critica di personaggi miserabili come Renzi. Vuol dire che ormai esiste un vuoto che non si riesce a riempire.
Centro !
( sulle qualità intellettuali lasciamo perdere ).
Il dito punta la luna, sono indeciso, guardo il dito o guardo la luna?
Guarda il c..
Visto dove e’ infilato quel dito forse e’ il caso che ti sposti.
Ma tu sei un grande, omonimo anonimo.
Ma perché ti irriti e rispondi in questo modo violento? Ti brucia così tanto quello che sta succedendo?
Sei uno spasso.
Disse lo spassoso Anonimo ominide.
PS. E se fossi donnide?
Vedi, continui a insultare, ahah ma perché sei così avvelenato?
No su dai non posso pensare che una ragazza sia così… Affascinante?
Come si è ridotto mr. Bean. Per farsi un po’ di pubblicità si mette a litigare con i vip. Tra l’altro si vede che ormai lui ed il cazzaro verde si scambiano il mononeurone. Questo vuole il confronto con la Ferragni, l’altro poveraccio con Fedez.
Sa, se i referenti culturali della sinistra sono i Ferragni e’ giustamente con loro che bisogna interfacciarsi ed aprire un dialogo.
Vabè. Una super influencer asfalta L’Innominabile e Dedication vuole dire la sua per difendere il Davide contro Golia. Ci sta. Bravo Dedication, non mi aspettavo tanta solidarietà da parte tua per il fiorentino. Chapeau. O shock becuase, ci sta meglio.
Non ho seguito le’ccellente diatriba, ma dubito che la GsC possa asfaltare qualcosa tranne il maritucolo, o la strada verso dei quattrini non meritati.
Ma il punto non e’ quello, ed e’ sublime che non ci arriviate. Non e’ colpa dei referenti di una parte politica se i referenti dell’altra sono la Ferragni e Fedez. Insomma, i vostri maîtres à penser ve li scegliete voi, e a noi non resta poi che distruggerli, pardon, parlarci.
Provo con un paragone.
Dire “che cretino Renzi/Salvini/Meloni che discute con Ferragni/Fedez” e’ come se un elettore del M5S diecesse: “ma guarda che scemo Renzi/Salvini/Meloni che si mettono a discutere con un cretino come Di Maio.”
Chiaro?
Osservo che trovo più credibile il duo Ferragnez dei vari Murgia, Saviano e Lerner…
Beh, resta nel dubbio allora… Ma la vignetta l’hai vista almeno, hai capito perché Chiara Ferragni è disegnata grande grande e L’Innominabile piccolo piccolo?
Perche’ a opinabilissima opinione del vignettista (PBUH) la GsC ha “vinto” su Renzi?
Le svelo un mondo nuovo: si puo’ dissentire e non tutto quello che trova su internet e’ vero.
Spero che lo squartare il velo di Maya non le abbia fatto troppo male.
Ma tu dissenti da quello che vuoi… Io sono sul sito di Nat perché mi piaciono e condivido le sue idee e vignette.
Se tu sei un masochista che viene qui ad autonfliggersi dolore e a voler convertire gli altri che invece apprezzano le sue idee… Con me ha zero probabilità di successo. Spero tu non ci sia rimasto male.
Grazie di averci dato prova dell’esistenza di fanatici irredentisti.
Io qua mi diverto da matti e trovo Nat geniale.
La stupiro’ di nuovo: contrariamente ai supporterZ dello Zan non ho bisogno che le persone la pensino tutte come me. Il mondo e’ bello perche’ e’ vario.
Ai fanatici della diverZita’, che esigono omologazione coatta, bisogna insegnare anche l’ABC dello vivere civile.
Grazie della lezione di vita, ti dirò che a me della legge zan non importa proprio niente. Mi interessa invece lo statista fiorentino, le giravolte che fa senza pagare pegno. Tu e gli altri che si “divertono” qui su a insultare e a dare lezioni agli altri siete incredibili. Passate dal difendere la cristianità offendendo tutti (scordandovi dei valori cristiani) pretendete dall alto di profili social sconosciuti di giudicare chiara Ferragni o chiunque altro. Tu non sei nessuno, come anche io tra l’altro, non se se i tuoi familiari ti seguono su twitter mentre sta ragazza ha milioni di follower, eppure sparate sentenze come manco dio di fronte a Mosè.
Contento tu, ai miei occhi tu sei un troll e basta. Inutile e purtroppo fastidioso. Nemmeno divertente, ogni tanto trovo commenti che mi fanno scappare una risata, tu manco per sogno.
Bacioni felpati.
Scusa se mi intrufolo Anonimo però …
Senza entrare nel merito della tua diatriba con D
Che le giravolte del califfo di Rignano siano “senza pagare pegno” , aspetterei le prossime politiche (e soprattutto le percentuali che raccatterà italiaincoma) per affermarlo … ;-D
Read you soon, bye.
Adesso è diventata la “super influencer”.
inizia il culto della personalità.
A ridatece baffone !
Esatto caro Lei. ESATTO.
Non si rendono nemmeno conto che chiamare la GsC “super influenZer” o anche solo consultarla per la sua opinione sullo Zan (o qualsiasi altra cosa) dice molto piu’ su di loro, sul buio cosmico della loro identita’ politica e del loro vuoto culturale di semi colti, di quanto dica degli altri.
La cosa sarebbe ilare se non fose tragica.
Ad majora.
Ahah
Il dito, la luna, ah si, mi hai già detto dove guardare si si.
Fattene una ragione, non c’è limite al fondo, basta scavare ancora e si scende sempre più in basso ahaha
Ventunesimo commento.
E’ il momento di scrivere che però Renzi ha anche
fattoproposto di fare delle cose buone.Abolire le province. In Sicilia vennero soppresse (art.15 dello Statuto) nel ’46. Ma siccome erano cadreghe, e le cadreghe sono sempre comode, si inventarono le “province regionali”, giurando e spergiurando che si trattava di cosa diversissima.
Superare il bicameralismo perfetto: e cari cinquestelle, con 400 deputati e 200 senatori, dove volete che si possa giungere?
Certo la proposta fu tipica del Bomba: troppo vasta e confusa e accompagnata da “quella” promessa (di ritirarsi dalla politica) che nessuno gli aveva chiesto e che lui non mantenne.
Quanto ha preceduto e quanto ne sta seguendo non mi sorprende.
Pur ipotizzando tutte le buone ragioni ipotizzabili, partitini come Italia Viva dovrebbero fare politica fuori dalle assemblee, a meno di non aggregarsi con affini (Calenda?) risultare del tutto invisibili a qualunque legge elettorale regionale o nazionale.
Vivere di circoli o think tank, manifestazioni di piazza o di vicolo, produzione di documenti politici, raccolte di firme per leggi di iniziativa popolare e referendum. Magari persino al governo, ma per scelta, di cui si assume la responsabilità il Presidente del Consiglio, di prendere in considerazione singole individualità come “tecnici” in un dato ruolo.
Ma non prevedo sarà così. Quell’1-2% ben collocato al centro sarà corteggiatissimo perché determinante a far inclinare la bilancia a destra oppure a sinistra. E finché ciò risulterà vero leggi cadranno e governi muteranno per una manciata di deputati o senatori il cui leader il giorno dopo si sentirà un nuovo Machiavelli.
per Elisa ( Isoardi )
Hai ragione, ma sulla previsione non sono d’accordo. Che quell 1.qualcosa% conti dipenderà da chi vince… Il centro destra sembra abbastanza autosufficiente. E sebbene io abbia sempre votato sinistra, ora spero che vinca la destra (senza Renzi, il quale potrebbe cercare di aggregarvisi, ma spero sia inutile a loro). Perché la sinistra deve essere sinistra, senza queste aberrazioni Italo-vivaci dentro che vanno cacciate via, e anche in malo modo, e la destra quello che è. E che ci sia alternanza.
Renzi è il peggio del peggio del peggio del peggio.
“L’alternanza” è una parola che decenni su decenni di propaganda massiccia ha usato per mascherare una presa per i fondelli enorme.
Consiste nel dare la maggioranza parlamentare a chi non ha effettivamente conseguito la maggioranza elettorale per consentirgli di varare leggi, trattati interazionali, fare scelte politiche non rescindibili se non con alte penali, scelte che senza una vera maggioranza elettorale non avrebbe potuto varare altrimenti (consente azzardi come li descriveva coloritamente Stefano Ricucci).
Le leggi che poi “con l’alternanza” possono essere successivamente abrogate senza grossi ostacoli restituiscono un paese ubriaco con norme che durano giusto una legislatura.
Vabè ma tutto questo discorso per dire cosa, che è meglio dipendere da chi ha lo zerovirgola piuttosto che augurarsi che ci sia una maggioranza solida di un colore o di un altro e che noi poveri sudditi possiamo vedere che fanno questi e quegli altri?
E non dirmi che non abbiamo mai avuto maggioranze solide. Berlusconi l’ha avuta, per un po’.
A me l’hanno spiegata parlando di scelte dell’elettore: posti cinque temi ciascuno con due scelte politiche differenti quante combinazioni sarebbero possibili? la risposta è 32 (2^5).
Dunque servirebbero almeno trentadue partiti per rappresentare ciascuna di quelle diverse combinazioni. Non solo le questioni politiche sono molte di più ma non è considerato un problema che una legge venga approvata fottendosene della stragrande maggioranza dei cittadini. I referendum pongono una pezza ma non sono onnipotenti.
UK 2005 “solida” maggioranza Labour con 35,2 % dei voti che diventa 21,6% se corretta per l’astensione (affluenza 61,4%) https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_generali_nel_Regno_Unito_del_2005
Finché non si tratta di scelte irreversibili (tipo dichiarare guerra alla libia, fare morti con politiche sanitarie del menga, ecc.) Gli inglesi non la vedono come una presa per i fondelli il fottersene dell 75 e passa % pur di non pensare ai partitini: E Lei?
Trascurare la rappresentatività (che si calcola con apposite formule come l’indice di Gallagher) per far varare leggi senza “certi ostacoli” (tipo il 65% di elettori contrari) lo si può “pensare” solo dopo decenni di propaganda.
“Trascurare la rappresentatività (che si calcola con apposite formule come l’indice di Gallagher) per far varare leggi senza “certi ostacoli” (tipo il 65% di elettori contrari) lo si può “pensare” solo dopo decenni di propaganda.”
Bah, io non mi sento vittima della propanganda se penso che i partiti che vogliano avere spazio in Parlamento debbano superare il 5% dei consensi di chi si reca a votare in almeno 1/3 delle Regioni
(mi spiace per coloro che non votano, saranno contrari, delusi, non lo so e non mi interessa saperlo e conteggiarli: votare è il minimo impegno richiesto di partecipazione democratica).
Superando il bicameralismo perfetto posso arrivare ad immaginare una Camera delle Regioni, che non possa sfiduciare il governo e che intervenga solo sulle competenze concorrenti Stato-Regioni, dove tale soglia di sbarramento sia calcolata sulla singola Regione.
Non mi sembra niente di propagandistico.
Questo Paese ha visto di peggio. Ingovernabilità per risultati elettorali diversi nelle due camere. Premi di maggioranza. Partitini personali.
Se si fida, lo conoscevo anch’io l’indice di Gallagher (anzi mi pare che i tizi erano due) e la mia mente ha avuto bontà di sgombrarmene.
Mi resta il ricordo di Sartori, più semplice, per distinguere tra numero di partiti e numero di idee effettivamente rappresentate.
Consideriamo due partiti, o addirittura due coalizioni: centrodestra contro centrosinistra.
Ipotizziamo una finta alternanza.
Cos’è il centrodestra e cos’è il centrosinistra, in tal caso?
Qualcuno più sotto ha canticchiato Gaber.
Solo un centro che determina il governo sempre e comunque.
Chi crede nella bontà delle proprie idee e non ha sufficiente consenso e rinuncia a scommettersi nel proporle dentro un soggetto politico di qualche spessore, farà le sue nobili battaglie politiche fuori dalle assemblee (viva il sano attivismo senza sghei e poltrone, senza occupazione del potere). Può essere che a nuove elezioni guadagnerà un consenso tale da risultare in qualche seggio. Può essere che tale microscopica entità riuscirà a fornire qualche amministratore locale esemplare in qualche borgo della penisola. Certo è che d’altra parte l’idea del singolo non ha alcuna ragione di essere politicamente rappresentata. Al più la si scrive in un blog o in libro di memorie.
Per Elisa ( Isoardi )
Errata corrige.
Ho voluto controllare a posteriori.
Conoscevo l’indice di Laakso-Taagepera.
Su quello cui fa riferimento mi consideri ignorante.
Per Elisa ( Isoardi )
Se non erro era di 5 il numero di partiti effettivo considerato “ottimale” da chi ci orientava il dibattito pubblico sulla necessità delle “riforme” che ha elencato.
Il punto che ho posto era un altro e nella propaganda (sempre uguale a se stessa) non trova risposta. Non penso che l’esempio che ho posto sulle combinazioni possibili di scelte fosse complicato.
Quando si interferisce con la rappresentatività una scelta invisa alla maggioranza della popolazione può diventare legge perché la minoranza ha più poltrone grazie alle leggi elettorali che “reinterpretano” la situazione politica del paese al momento del voto.
La supercazzola del partitino è uno specchietto per le allodole. Ma certo senza interferenze ci sarebbero molti più partitini: mica uno solo ed antipatico per antonomasia.
Che il simbolo elettorale non abbia “sufficiente” consenso non conta nulla. Si tratta di combinazioni di scelte. Dunque è scorretto presumere che la percentuale bassa implichi necessariamente scelte “che non hanno sufficiente consenso” su ogni tema. La scelta elettorale non verte mica sull’estetica dei simboli.
Se ci fosse più frammentazione politica ed una parte rilevante delle combinazioni restasse inespressa (perché il marchese del grillo dice che è “sottosoglia”) il problema sarebbe palese. Perché nel determinare la politica del paese verrebbero fatte sparire alcune combinazioni con la scusa che abbiano una frequenza relativa bassa.
Quello che si fa è forzare la scelta dell’elettore (o indurlo all’astensione) mascherando la riduzione della possibilità di scelta dietro una serie di giustificativi. Dunque fa nulla che ci sia l’APPARENZA che l’elettore accetti tutte le riforme del programma del partitone che ha scelto. Certe cose si noterebbero solo se le leggi elettorali consentissero maggiore frammentazione politica.
Armando, ma che stai dicendo, chi si lamenta che alle elezioni si presentino anche 100 partiti. Il problema è dopo. Nella mia idea di democrazia non esiste che chi prende 1% entri in parlamento, nemmeno in coalizione, figuriamoci la soglia oscena che io vorrei per i partiti non in coalizione.
Non tollero che partiti di fuoriusciti come Renzi possano restare in parlamento senza farsi votare con elezioni suppletive per i seggi che loro hanno lasciato e per cui sono stati eletti.
Abbiamo forse idee di “democrazia” diverse. Io ho la certezza che c’è invece chi si approfitta di un’idea di democrazia che in diventa ingovernabilita, ci sguazza dentro e ci fa la sua fortuna.
Qui si sta parlando del partito dello statista fiorentino e fenomeni equivalenti.
Non c’è bisogno che citi quello che accade in UK. L’inizio dei governi Berlusconi me lo ricordo benissimo, la maggioranza solida ce l’aveva lui al tempo.
La pubblicità fa sembrare che il consumatore conti ma se il mercato è regolato in modo da creare un oligopolio (per esempio aumentando le tasse alle aziendine con l’1% di mercato perché “disturba” averle sugli scaffali) sono le aziende dominanti ad imporre le scelte al consumatore.
Per rappresentare più combinazioni di scelte sono necessari più partiti NEL PARLAMENTO. Meno sono i partiti NEL PARLAMENTO tanto più l’elettore è costretto ad accettare a pacchetto chiuso scelte politiche che non condivide.
L’UK è un esempio di alternanza che esemplifica il problema in modo estremo ed evidente dove può capitare che i rappresentanti del 20% della popolazione dettino legge sul resto. Qualsiasi cazzata passa indisturbata: “sono le regole del gioco” che piace agli inglesi.
“Governabilità” significa avere la pretesa di fare scelte irreversibili solo perché il numero di poltrone non rappresentative lo consente. L’unica certezza però è che le decisioni non si ripercuotono sulle poltrone in “solida maggioranza” ma sulla gente.
Con una sola soglia del 5% è possibile far fuori anche il 45% dei voti. Normalmente ciò non avviene perché i sondaggi consentono il voto tattico e le leggi elettorali forzano le scelte dell’elettore. Ma ci sono altri effetti come l’aumento dell’astensione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Electoral_threshold#Amount_of_unrepresented_vote
First past the post tutta la vita, a cagare la rappresentatività. Ogni singolo parlamentare rappresenta gli elettori del suo collegio, e si presenta a loro con la propria faccia. Hold my beer, segreteria di partito.
Meglio un sistema molto dinamico ma “governabile”, anche al prezzo dell’altalena delle leggi dovuta all’alternanza (cosa che negli USA è piuttosto normale), che una palude stigia di consociativismo.
Al massimo si può prevedere il doppio turno alla francese, per contenere le vittorie molto risicate.
Meglio un duopolio che governa le sue possibilità di scelta come consumatore?
Visto che è in vena di scherzare perché non prova ad immaginare quali correttivi bisognerebbe applicare in regime di mercato per applicar anche lì certi approcci “regolatori”?
Che ne dice di un aumento delle imposte per le piccole o nuove aziende ed un corrispondente alleggerimento delle imposte per il cartello economico che ha posizione dominante?
Dicono che così si migliori la competitività e la possibilità di innovazione del sistema. Le grandi aziende sanno come gestire gli ostacoli all’ingresso di nuovi competitori e quanto tirare la corda con i consumatori. Proprio gli USA offrono notevoli esempi!
Come sarebbe il sistema economico che conosciamo se certe “offerte che non si possono rifiutare” prendessero piede anche lì? Come trasporre il FPTP in ottica economica?
E perché mai dovrei pensare a trattare il mercato come se fosse il sistema parlamentare? Nel mercato non serve una “maggioranza di governo”, Stellantis, Volkswagen e Toyota possono spartirsi le quote di mercato come viene loro meglio, e se in un settore i concorrenti sono 100 e ognuno ha l’1%, cazzi loro. Se i partiti sono 100 e ognuno ha l’1%, sono invece cazzi miei, perché le leggi che faranno (o non faranno) si applicano a me. E le leggi si votano a maggioranza.
(Se vuoi però mettiamo l’Antitrust a spezzare i cartelli elettorali, la Lega come la Standard Oil di Rockefeller… )
(Per inciso, come ho già detto, finché vigerà un sistema proporzionale , tenderò spontaneamente a votare partiti che non superano l’1%-2% dei consensi… Quando il focus è sull’identità dell’elettore, voto anch’io i miei candidati “di bandiera”.)
Mi spiace che non ci abbia neanche provato. Il “mercato” è una metafora di teoria della scelta.
Lei, come altri, trascura che la frammentazione politica implichi un maggiore numero di “combinazioni di scelte” il che si significa che su ogni singola legge ci sarebbe maggiore corrispondenza con l’orientamento dell’elettorato (inclusi i “cazzi suoi”)
L’esempio che avevo fatto all’inizio per porre la questione riguardava il numero di combinazioni possibili avendo i cittadini la possibilità di fare due scelte su cinque temi politici (2^5).
Se una “combinazione di scelte” su 5 temi è all’1% non significa mica che su ciascuno dei singoli temi politici il partito che esprime quella combinazione faccia scelte condivise solo con l’1% della popolazione, piuttosto significa che una specifica legge non si farà se non è sostenuta effettivamente da scelte rappresentative dell consenso dell’elettore.
Meno è il pluralismo in parlamento minore è l’accuratezza della corrispondenza.
Lei che invece ha detto di preferire un duopolio invece loda la facilità con cui quelli chi lei voterebbe approverebbero leggi a cui è contrario grazie alla Sua entusiastica disponibilità.
C’è l’ha presente vero che quando i prodotti sono due il consumatore abbia meno potere di scelta?
Meno è il pluralismo, minore è l’accuratezza della corrispondenza: quello è il mio obiettivo!
Non si può accontentare tutti, qualcuno deve pigliarselo in culo e rimanere insoddisfatto. Una legge maggioritaria uninominale mi garantisce (beh, quasi, vedi coalizione Cameron-Clegg) che venga inculato un numero sufficientemente alto di cittadini, rimasti senza rappresentanza, affinché gli altri possano condurre tramite i loro parlamentari un’azione di governo piuttosto omogenea.
Il limite della metafora sta nel considerare gli elettori come semplici “consumatori” di proposte politiche nel momento del voto, come fossero indipendenti gli uni dagli altri. Invece sono giocatori in ballo per un una stessa posta, che devono scegliere che strategia di alleanze adottare, bilanciando costi e benefici.
Il proporzionale è una strategia ultra-prudente: mi castro ma mi paro il culo dalle azioni degli avversari, nessuno vince ma nessuno perde. Il maggioritario è una strategia audace, che prevede di risicare per rosicare. Sì, finora ho sopportato Bush, ma adesso avrò Obama e la sua riforma sanitaria.
(Non sono un appassionato di rivoluzioni, ma almeno quel minimo di sommovimento che ci tenga alla larga da altri 45 anni di cirini pomicini non mi dispiacerebbe…)
Anche se Lei fosse il famoso elettore mediano che ha “due scelte” plausibili, sono le due fazione che dettano a lei l’offerta mentre a per la sua scelta conta solo la distanza relativa delle opzioni rispetto alle sue preferenze. Se schifa A al 90% e B al 99% sceglierà sempre tutto contento per il bilanciamento.
Sembra che Lei creda di avere molta più flessibilità “tattica” di quella che la scarsità di scelta le concederebbe. Le piacciono talmente le offerte “che non può rifiutare” che loda la scarsità di ostacoli quando l’unica cosa “omo-genea” è che in un duopolio Lei lo prenderà di sicuro anche se “vince” la sua scelta politica.
Ma almeno lo piglierò in culo dinamicamente, perché la maggioranza di governo sarà riuscita a portare a termine un programma, anche se a me parzialmente sgradito. Molto meglio che le sabbie mobili bipartisan.
Se schifo tanto i duopolisti A e B, dover invece attendere che C, D, E, F e G si mettano in coalizione dopo il voto e continuamente sperare che ci rimangano, per schifarli solo al 52% (solo io però: gli altri loro elettori potrebbero avere un orientamento diverso) renderebbe estremamente instabile la mia strategia.
Senza contare che un duopolio lascia aperta la possibilità dell’astensione: un auto-disenfranchisement che libera la coscienza, anche se non il culo, in attesa di tempi migliori. Preferisco una sconfitta netta alla hegeliana notte nera, in cui tutte le vacche sono grigie.
“Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.” (art 94)
Originariamente il ruolo del CdM doveva essere di secondo piano, subordinato all’iniziativa del Parlamento. Non c’era tutta questa esigenza di una “coalizione” di yes-man per la conversioni in legge di decreti legge (pure con la questione di fiducia). L’iniziativa legislativa sarebbe potuta derivare semplicemente dalla sussistenza di una maggioranza sul singolo tema politico. Perché mai sarebbe dovuta essere sempre la stessa? L’hanno fatta diventare così.
Peraltro il Parlamento era inteso a mediare tra i diversi orientamenti dell’elettorato. Si è finiti invece per creare una “giostra a gettoni” senza possibilità di mediazioni.
“La sinistra deve essere sinistra”.
Concordo.
Ma ideologicamente mi pare che la sinistra italiana abbia imbarcato di tutto.
La Dc di sinistra (quelli che una volta costituivano la “Margherita”). Da lì proviene la Bindi, lì si colloca Casini oggi nel Pd (che non so quanto si potrebbe correttamente dire di quella provenienza in quanto politicamente “figlio” di Forlani), sempre da lì il Prodi che battè Berlusconi e Mattarella, e il soggetto di cui si argomenta, Matteo Renzi coi suoi.
I socialisti che non hanno rossore a definirsi tali dopo Craxi e Tangentopoli, da una parte, e, dall’altra, le anime dell’Italia dei Valori dipietrista poi migrate, almeno in parte, nei meetup e nella novità movimentista grillina.
I comunisti che non so quanto intendano davvero applicare il comunismo tra loro e come programma politico e i libertari radicali di +Europa che frequentano l’area causa una destra liberale solo nel mercato, e liberale finché non si toccano dinastie imprenditoriali, conservatrice in tutto il resto.
Liberal, infine, che si ispirano ai democrats americani, laburisti che non scorgono il sottoproletariato ben più diffuso con le sue specificità e che ritengono che se considerano come interlocutori i lavoratori stabili hanno svolto il proprio compito, ex Pci oramai orientati al migliorismo.
L’idea del PD immagino fosse che tutte queste sinistre (inevitabile concludere al plurale) potessero incontrarsi sui programmi.
Ma bisognava rendersi conto che l’elettorato era (ed è) più esigente, che il dibattito interno doveva essere informato secondo criteri di trasparenza (verbalizzazione delle mozioni, delle obiezioni, dei voti), che non si doveva inseguire il vincere ma innanzitutto il convincere.
Sappiamo come sta andando.
Chi si è creato il partito personale, chi si è comunque separato per avanzare in un altro luogo politico le proprie proposte.
Non c’è quell’incontro che doveva essere pragmatico, c’è la conta delle forze in campo e, mi spiace dirlo, di interessi di potere per il potere che prevalgono su tante individualità, forse per storia personale di come si è arrivati ad un ruolo politico, rispetto a interessi valoriali.
Per Elisa ( Isoardi )
Quando esistevano persone che cantavano e ti facevano pensare (Gaber) oggi senti Fedex e pensi a come farlo smettere.
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Fare il bagno nella vasca è di destra
Far la doccia invece è di sinistra
Un pacchetto di Marlboro è di destra
Di contrabbando è di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Una bella minestrina è di destra
Il minestrone è sempre di sinistra
Tutti i film che fanno oggi son di destra
Se annoiano son di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Le scarpette da ginnastica o da tennis
Hanno ancora un gusto un po’ di destra
Ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate
È da scemi più che di sinistra
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra
Ti da fastidio che un artista sia schierato? Mi pare che questo sia il problema.
In America i cantanti sono schierati chiaramente da una parte o dall’altra. Sono persone come tutti e come tutti possono dire da che parte stanno se vogliono. Qual è il problema.
Mi sembra che, qui come negli Usa, siano tutti schierati da una parte.
Quelli contro il sistema del pensiero unico ( Povia ? ) non mi sembra vengano trattati bene.
Comunque mai avuto niente contro Guccini ( per dirne uno ) ma il marito della Ferragni…..
Povia è schierato contro il sistema del pensiero, punto. Non se lo magnerebbero nemmeno i leoni di Diocleziano: “Ao’, ma che è ‘sta zozzeria? Magnatelo te!”
(Fedez resta merce avariata da 5S, di qualunque tema si occupi lo fa in maniera rozza e approssimativa, indipendentemente dalla bontà delle intenzioni.)
Come ho cercato di dire… Con la metafora del dito e della luna, ma mi è stato detto di infilare il dito da qualche parte… Perché non smetterla di dire che fedez non capisce niente etc e semplicemente capire che fedez ha voluto accendere i riflettori su una cosa che secondo lui è importante. Basta guardare l’intervento che ha fatto, invitando marco cappato (enorme stima per lui), civati, zan etc a parlare di quello che sta accadendo. È banale capire che questa è una cosa buona. Non c’è bisogno di Dedication a dirci chi è stupido, chi è inutile, chi è intelligente. Fedez non ha invitato Renzi, perché Renzi e un bullo, che sta strumentalizzando tutto per i suoi bassi interessi come al solito. Vedi la vignetta di Natangelo qui dove fa dire a Renzi che si ritira dai social se perde il confronto con la Ferragni. È banale comprendere il senso.
Magar, leggendo i tuoi commenti, e lo dico senza ironia, si capisce che sei una persona colta e intelligente. Chi mai vuole violare il tuo diritto di scegliere chi sembra avere poco consenso. Con due però. Uno che ci sia una soglia di sbarramento cmq dopo, chi va lì senza alleanze e non supera una bella soglia di sbarramento si arrangia, voti persi. Un po di governabilità serve. Se quelle idee sono vera minoranza (2% diciamo?) non hanno il diritto di condizionare tutti gli altri. Secondo però. Se quel 2% sono i radicali, o sinistra italiana a o anche casa pound, chiunque, va bene. Se è Renzi no. Renzi ha dimostrato che è un bugiardo (non si è ritirato dalla politica) e arroogante (ha provato a fare una riforma costituzionale da solo senza nessun accordo e ora critica zan) e traditore (si è fatto eleggere col PD ed ha fondato il suo “partito” approfittando di leggi che danno libertà ai parlamentari per ben altre battaglie di indipendenza da imposizione dei partiti) ed è il peggio (è il peggio e basta, non c’è bisogno di altro) .
Per cui non capisco questa tua fascinazione per il pingue fiorentino.
Mi garbano i bugiardi, gli arroganti e soprattutto i traditori, sanno come metterla a bottega a parecchia gente. E la gente fa schifo, quindi ne sono contento.
Al di là della mia personalissima misantropia, tuttavia, c’è qui il dato oggettivo che stavolta Ferragni&Lucia hanno solo aizzato la folla dei loro follower contro un obiettivo (facile facile, “il più odiato dagli italiani”), tagliando con l’accetta questioni molto sottili (dove il confine tra libertà d’espressione e tutela dall’odio? Quale il trade-off accettabile tra profondità e fattibilità di una riforma?). Sono entrati a piedi pari, salvo poi invocare “l’immunità”, l’esenzione dalla responsabilità delle proprie parole, in quanto artisti, “semplici cittadini”. Che differenza c’è dal modo subdolo in cui ha iniziato Grillo?
I film che ( se annoiano ) sono di sinistra è superlativo! Ricordo cineforum con film pallosissimi sulla emancipazione del proletariato.
La sinistra non ha causato che danni e merita di sparire.
FRSTRIECSCIONSCIOCH…
SCIOCH BECAUSE…
minkia più di 50 commenti?!?!
ma allora é proprio vero che basta nominarla per avere successo
@NAT
ariminkia hai superato i 70 commenti…
per una sola vignetta…
😲
ai 100 commenti dovresti scrivere alla Ferragni per ringraziarla del successo che ti ha dato.
Io ve lo dico in anticipo.
Piu’ vi leggo e piu’ penso che finirete tutti a votare Lega e FDI, visto le analisi assolutamente condivisibili che state facendo sul PD.
Ho paura siano ancora troppo di sinistra.
Mah, a me un’opa su FDI mi tenterebbe.
Solo che ogni volta che me la immagino, mi immagino chiedere a Sgarbi cosa ne pensi.
E lui: “Capre, capre, capre”.
E io: “Già. Da un secolo”.
per Elisa ( Isoardi )
Considerando il successo di Grillo e dei suoi seguaci, quello di Sartori con sardine/prodiane e memore del “Partito dell’uomo qualunque” mi sento di affermare che, lo volessero, i Ferragnez potrebbero creare il loro partito e trovare qualche milionata di intellettuali pronti a votarli.
Alcune considerazioni su quello che variamente ho letto.
Credo che la democrazia chieda qualcosa di più del diritto/dovere di andare a votare quando tocca.
I soggetti politici “grandi” (nella mia ipotesi, solo una mia personalissima ipotesi per una Camera nazionale, quelli che superano il 5% dei consensi in almeno 1 Regione su 3) non rappresentano l’elettorato?
Se non lo rappresentano, mi rispondo, è perché non si è promulgata una legge che regoli la democrazia interna dei partiti.
Ci sono obblighi informativi per le imprese private come per le pubbliche amministrazioni.
Non mi risultano esserci per i sindacati (è ancora disatteso l’art. 39 Cost.), attendo per tutti i partiti dell’art. 49 Cost, quali essi siano, un fondamento comune di, se non addirittura un comune “ordinamento interno a base democratica” che ne renda il dibattito interno trasparente, la direzione ad ogni livello contendibile.
Poi se ancora si hanno remore su tale confronto ampio, e si vuole scommettere su un soggetto oggi piccolo (ma chissà domani cosa) si amplii il proprio impegno passando da elettori ad attivisti.
Ribadisco: oggi chi rappresenta una minoranza locale, o conta consensi sul territorio nazionale estremamente bassi, faccia politica, se vuole farla, nel senso più nobile del termine, lontana da ruoli di potere, affermando testardamente le proprie ragioni finché ci si crede e si crede buona cosa diffonderle.
Attivismo, attivismo, attivismo. Più il soggetto politico è piccolo.
Impegno sul territorio in prima persona, un rappresentarsi quotidiano fatto di convegni, documenti, iniziative, proteste.
Non lagnarsi perchè qualche “cattivone” crede in una soglia di sbarramento e senza trucchi, cioè i-d-e-n-t-i-c-a per tutti, coalizzati e non, simpatici e antipatici.
p.s. Una vignetta su Renzi e nessuno che ha scritto di <3 Maria Elena <3 ? Shame on us. Davvero.
p.s.2. Nat, ti dichiari a fondo pagina "giornalista professionista". Allora hai passato l'esame? Meglio, dunque, della Gabanelli?
per Elisa ( Isoardi )
Merlin Umberto, Relatore. Io devo difendere soltanto il testo come è stato presentato nella proposta di progetto di Costituzione. L’articolo dice così: «Tutti i cittadini hanno il diritto di organizzarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
(omissis)
La Commissione, di fronte alla realtà dei partiti, ha creduto che convenga riconoscerla, possibilmente disciplinarla e domani anche fissare i compiti costituzionali che a questi partiti saranno concessi.
(omissis)
Quindi noi non facciamo che riconoscere una realtà obiettiva che già esiste. Però la Commissione — ed io in questo momento esprimo il parere collettivo della Commissione — non ha voluto eccedere in questo suo riconoscimento, non ha voluto andare al di là di quelle che possono essere per il momento le concessioni da fare, non ha voluto cioè entrare a controllare la vita interna dei partiti. Ora, tanto l’emendamento del collega Ruggiero come l’emendamento del collega Mastino, come quello anche del collega Mortati e del collega Sullo e peggio ancora l’emendamento del collega Bellavista vogliono ottenere un controllo interno nella vita dei partiti, che sarebbe quanto meno eccessivo. Bisognerebbe chiederne gli statuti, conoscerne l’organizzazione, chiedere anche (come fu scritto in relazioni presentate al Ministero della Costituente) i bilanci dei partiti e conoscere i mezzi finanziari di cui essi dispongono. Ora, è possibile tutto questo? È lecito tutto questo? Quali pericoli presentano tali possibilità, e poi chi eserciterebbe questo controllo? Dovrebbero forse provvedere dei commissari nominati dal Governo? La questione è molto delicata ed io esorto l’Assemblea, per il desiderio del meglio, a non provocare il peggio, sollevando ostilità che indubbiamente una proposta di questo genere susciterebbe.
(omissis)
L’intervento completo sull’art 49 cost nei verbali dell’assemblea costituente
https://www.nascitacostituzione.it/02p1/04t4/049/index.htm?art049-007.htm&2
il “metodo democratico” è diventato impedire che alcune scelte politiche possano essere rappresentate in Parlamento: Certe cose possono essere “pensate” normali solo dopo decenni di propaganda.
Grazie del link. Sinceramente. Mi permetta di usarlo.
(Calamandrei) Voi capite che una democrazia non può esser tale se non sono democratici anche i partiti in cui si formano i programmi e in cui si scelgono gli uomini che poi vengono esteriormente eletti coi sistemi democratici.
L’organizzazione democratica dei partiti è un presupposto indispensabile perché si abbia anche fuori di essi vera democrazia. Se è così, non basta dire, come è detto nella Costituzione all’articolo 47, che «tutti i cittadini hanno diritto di organizzarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Non basta.
Considerazioni finali.
Io non ho “Bibbie” di riferimento. Quindi sono il primo a non imporre ad alcuno gli “ipse dixit” degli atti dell’Assemblea Costituente. Comunque citare Calamandrei, credo valga pur qualcosa.
Preferisco però piuttosto far notare quello che per me è un dato empirico: la deriva plutocratica (Berlusconi poi Grillo) o personalistica (Calenda e Renzi, ma prima Di Pietro, e chiedo scusa se scordo altri) dei luoghi primi della democrazia.
Quindi mi taccio. Ho esercitato fin troppo il mio social-ismo e non amo aver l’ultima parola.
La mia l’ho scritta e ciò mi basta.
per Elisa ( Isoardi )
Fur Elizen. Poche nozioni di educazione civica consentono di saper che la Costituzione può essere modificata e che non è qualcosa che qualcuno può interpretare con la Bibbia dell’ignoranza.
L’art 49 non intendeva regolare la vita intera ai partiti e gli emendamenti intesi a ciò vennero bocciati.
Eppure non è raro che si tiri in ballo tale articolo come si intendesse regolare la vita interna dei partiti.
Il metodo democratico del art 49 riguardava il PARLAMENTO Quel PARLAMENTO che quelli come Lei non ci vedono nulla di male a rendere meno rappresentativo. Nel PARLAMENTO un analfabeta della democrazia avrebbe potuto imparare come funzionasse il metodo democratico (infatti per l’autodichia è soggetto a regolamenti).
L’equvalenten della sua “democazzia” applicata all’interno dei partiti è che i gruppi di iscritti che non “superano il 5% dei consensi in almeno 1 Regione su 3” non potrebbero proprio partecipare alle assemblee per decidere. è chiaren?
Si procede spediti verso un sistema autoritario apprezzato dai più.
Corsi e ricorsi storici.
( speriamo non ci siano guerre )
Qualcuno mi passa i popcorn?
Buffo vedere semicolti che riscoprono la finestra di Overton.
O che ancora credono alla demoGrazia diretta.
Grillismo, grillismo ovunque.
Quale sublime ironia che lo dica un diversamente grillino.
Da leggere assolutamente:
https://www.linkiesta.it/2021/07/fedez-zan-renzi-ferragni/
66 commenti?
Non è ancora record ?
Viva Francesco Giuseppe!
Avviso per il titolare:
VIETARE POST SUPERIORI ALLE 10 RIGHE.
Logarroici, sfigati, solitari per necessità, protocomunisti del cazzo, figli di papà che non conoscono la madre, figli di nessuno, froci fascisti ecc ecc
A CASA !
Fatti aiutare a casa tua!
No!!!! leggere tutte queste (ridicole) cazzate e scazzate tra i commenti mi fa quasi più ridere delle vignette del bravissimo Nat.
Il Fatto deve pagarci, in quanto vivacizziamo la rubrica di Natangelo.
Moltissimo!
Cioè… tipo magari!