[…] infognato la rete dopo la mia vignetta pubblicata oggi in prima pagina su Il Fatto Quotidiano. (Questa) Dibattito comunque interessante, i cui toni vanno dalla morte augurata a me e ai miei […]
Scrivo un po’ in ritardo… ma da persona cui è crollato un pezzo di liceo mentre c’era dentro (che non è un terremoto, ma comunque ci assomiglia), dico che questa vignetta è cattiva ma ci sta tutta. Non è “satira”, ma è una vignetta, comunica un sentimento, ci si potrebbero fare molte discussioni anche profonde, volendo. Non mi fa ridere, ma pensare sì. Non ci vedo nessun cattivo gusto, nessuna presa in giro verso morti o sopravvissuti, niente di tutto ciò. Una vignetta che ci sta, una forma di cordoglio e humor nero. A me piace.
Valerio Ricciardi
2 Settembre 2016 at 13:57 - Reply
La battuta tecnicamente (secondo i criteri de “Il motto di spirito” di Freud) è centrata, eppure la vignetta non mi ha strappato neppure un accenno di sorriso amaro, nulla. No, non è riuscita. Nulla a che vedere col grave e gratuito sfottò macabro – e cattivo – di Charlie Hébdo, sia chiaro.
Quello è cattivo e vile. Questa, una vignetta non riuscita, davvero molto scadente e sorprendente in un vignettista che di norma apprezzo molto..
A me è sembrata delicata… come se la morte stessa fosse dispiaciuta di tutto quanto è successo.
…
Non capisco molto i commenti negativi, se una cosa non mi piace non la guardo…
questa vignetta non fa ridere, fa accapponare la pelle; se la funzione della satira è quella di colpire i potenti e i disonesti, allora è inutile. ognuno fa il suo mestiere e si esprime col suo linguaggio, ma in questi casi di catastrofi sarebbe meglio tacere e rimboccarsi le mainche, tutti ognuno come può.
Francesco Gronchi
6 Settembre 2016 at 09:32 - Reply
Caro nat. Scrivo tardi perché non mi ero nemmeno posto il dilemma della scorrettezza….La vignetta di amatrice mi ha fatto ridere e molto. Hai tutta la mia solidarietà per l’aggressione subita ingiustamente. ….fai il tuo lavoro e la fai molto bene. Ti seguo da sempre.
[…] infognato la rete dopo la mia vignetta pubblicata oggi in prima pagina su Il Fatto Quotidiano. (Questa) Dibattito comunque interessante, i cui toni vanno dalla morte augurata a me e ai miei […]
Non leggo i commenti. Mi pare una vignetta (battuta) troppo crudele,non ne capisco il valore.
una vignetta che riflette perfettamente lo squallore che la persona che l’ha disegnata ha dentro.
Amara… Ma puo starci, alle volte l’ironia puo aiutare…
Per nulla divertente , non fa riflettere …inutile .
satira? non mi sembra, io lo chiamerei cinismo, ma comunque ognuno ha una visuale diversa dei limiti della decenza. Sinceramente…
Scrivo un po’ in ritardo… ma da persona cui è crollato un pezzo di liceo mentre c’era dentro (che non è un terremoto, ma comunque ci assomiglia), dico che questa vignetta è cattiva ma ci sta tutta. Non è “satira”, ma è una vignetta, comunica un sentimento, ci si potrebbero fare molte discussioni anche profonde, volendo. Non mi fa ridere, ma pensare sì. Non ci vedo nessun cattivo gusto, nessuna presa in giro verso morti o sopravvissuti, niente di tutto ciò. Una vignetta che ci sta, una forma di cordoglio e humor nero. A me piace.
Mi chiedo se sotto le rovine di Amatrice ci fosse rimasto uno dei suoi cari se avrebbe avuto la stessa voglia di fare satira.
Sempre la solita, banale, domanda. Quanto siete banali.
Già
La battuta tecnicamente (secondo i criteri de “Il motto di spirito” di Freud) è centrata, eppure la vignetta non mi ha strappato neppure un accenno di sorriso amaro, nulla. No, non è riuscita. Nulla a che vedere col grave e gratuito sfottò macabro – e cattivo – di Charlie Hébdo, sia chiaro.
Quello è cattivo e vile. Questa, una vignetta non riuscita, davvero molto scadente e sorprendente in un vignettista che di norma apprezzo molto..
Il problema di questa vignetta è semplicemente che è banale.
E’ una vignetta… quanto la fate lunga!
A me è sembrata delicata… come se la morte stessa fosse dispiaciuta di tutto quanto è successo.
…
Non capisco molto i commenti negativi, se una cosa non mi piace non la guardo…
questa vignetta non fa ridere, fa accapponare la pelle; se la funzione della satira è quella di colpire i potenti e i disonesti, allora è inutile. ognuno fa il suo mestiere e si esprime col suo linguaggio, ma in questi casi di catastrofi sarebbe meglio tacere e rimboccarsi le mainche, tutti ognuno come può.
Tipo commentando una vignetta?
bruttina…
Caro nat. Scrivo tardi perché non mi ero nemmeno posto il dilemma della scorrettezza….La vignetta di amatrice mi ha fatto ridere e molto. Hai tutta la mia solidarietà per l’aggressione subita ingiustamente. ….fai il tuo lavoro e la fai molto bene. Ti seguo da sempre.
Con stima
Francesco
Grazie