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Io viaggio da solo – Pratici consigli per una vacanza in solitaria

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Se sei solo, sei uno sfigato. Se vai al cinema solo, se vai al ristorante solo, se passi un sabato sera (delitto!) solo, se vai alparco da solo sei uno sfigato. O, comunque, uno strano. Perché lasolitudine non la si sceglie, la si subisce. E anche il termine ha un’accezione negativa, basti pensare che i sinonimi offerti sono parole allegre tipo: “isolamento”, “lontananza”, “abbandono”, “emarginazione”. Figurarsi, quindi, andarsene in vacanza da soli: siamo ai limiti dell’ostracismo, niente selfie in riva al mare con gli amici, niente braciate, niente partite di beach volley, niente foto spiritose con il cocktail con l’ombrellino: “Ma sei matto?”
O forse no? In realtà di persone che scelgono di mollare tutto e andarsene da sole a scoprire un pezzetto di mondo (anche piccolo e non necessariamente a 3000 km di distanza) ce ne sono più di quante possiamo pensare. E spesso, almeno secondo me, sono anche le persone più interessanti da conoscere. Quella dei viaggiatori “in solitaria” (Alè! Altra parola positiva…) è una comunità mossa dagli stessi interessi, dalla stessa curiosità, dalla stessa voglia di qualcosa di diverso. E magari anche per loro ci saranno braciate, beach volley e cocktail con l’ombrellino, solo con gente mai vista prima. Con gente che se ne frega di incasellarsi in una definizione, fa il biglietto e parte. Ed è molto più facile di quanto può sembrare, basta iniziare e fare quel biglietto. Il resto verrà da sé, anzi: da te.
Ecco, quindi, qualche pratico consiglio e una breve guida semiseria al tuo primo viaggio da solo che ho disegnato per Il Fatto Quotidiano in edicola lo scorso lunedì. Buon divertimento.
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Di |2018-02-15T15:18:21+01:0017 Agosto 2016|Categorie: tavola|Tag: |17 Commenti
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