Roma, arrivo!
Ehi, community di Roma, nuovo incontro live! Giovedì 4 dicembre alle 18 sarò alla Feltrinelli di Viale Marconi per un appuntamento insolito: sarò insieme a Boban Pesov per parlare del suo ultimo libro edito da Tunué, “C’era una volta l’est”. Non ho mai partecipato a presentazioni di libri altrui perché già mi costa partecipare alle mie (eccetto quella volta che il mio amico Amleto de Silva mi tirò dentro a una sua a tradimento dieci anni fa), però stavolta per Boban ho deciso di fare un’eccezione quindi non fatemene pentire e venite a salutarci. Ci vediamo giovedì 4 dicembre alle 18 a Roma!



Il link dove Nat nella rubrica Come non letto parlava del libro di Pesov è questo
https://natangelo.it/2025/06/12/come-non-letto-cera-una-volta-lumanita/
ma non ho trovato il testo per intero, allora lo metto qui:
“REFERENDUM sulla
cittadinanza agli stra-
nieri. Non è andata bene. O è
andata bene, a seconda di
quale parte dell’umanità sce-
gliete: quella che dorme tranquilla se certi diritti sono limitati a una sempre più ristretta
platea di consanguinei parto-
riti entro i confini patrii, oppure gli altri. Con l’ultimo, naufragato, referendum si sareb-
be potuto dimezzare il tempo
necessario per chiedere la cittadinanza italiana per gli extracomunitari. Ma niente
quorum, quindi ciccia. Che
storie hanno questi cittadini di
serie B? Ce lo racconta il fumettista Boban Pesov nel suo
ultimo graphic novel C’era una
volta l’est, edito in un bel volume da Tunuè col prezzo da
promozione alla Lidl di 19,90
euro (complimenti).
Cresciuto in Piemonte ,
architetto
non praticante e –
com ’è evidente con
questo nome e cognome da film di Kusturica – d’origini non italiane:
Pesov infatti è nato in Macedonia nel 1988 e immigrato in
Italia nel 1996 all’età di otto
anni. La trama è semplice: una
giovane coppia in crisi parte in
fretta dall’Italia per raggiungere in auto la Macedonia dove la madre di lui è sul letto di
morte. Per 192 pagine il racconto si intreccia con il viaggio al contrario compiuto dal
padre del protagonista, fuggito dai Balcani in guerra negli
anni 90 per cercare fortuna in
Italia. È la storia di un’umanità
disperata, oggi come ieri. Non
si parla di politica né di diritti,
ma tutto ne è intriso. Per fortuna, il Dio dei fumetti ci ha
salvato da un barboso graphic
novel didattico sui Balcani e ci regala un Est minimo e privato, fatto di street food e nonni
sbevazzoni, cibo andato a male e vecchi rancori etnici. E disegnato con precisione: Boban non ha trascurato nulla.
Ma non per sfoggio di tecnica:
si sente che in questa storia ci
ha messo sangue, viscere e
diottrie. Per raccontarci che
c’era un’umanità di serie B. E a
quanto pare ci sarà ancora.
MARIO NATANGELO”
Ho postato il bell’articolo di Natangelo per invogliare i romani a partecipate all’incontro Che Sarà Interessantissimo, sono sicura!
Rimesso in forma giustificata – qualora serva:
«REFERENDUM sulla cittadinanza agli stranieri.
Non è andata bene. O è andata bene, a seconda di quale parte dell’umanità scegliete: quella che dorme tranquilla se certi diritti sono limitati a una sempre più ristretta platea di consanguinei partoriti entro i confini patrii, oppure gli altri. Con l’ultimo, naufragato, referendum si sarebbe potuto dimezzare il tempo necessario per chiedere la cittadinanza italiana per gli extracomunitari. Ma niente quorum, quindi ciccia. Che storie hanno questi cittadini di serie B? Ce lo racconta il fumettista Boban Pesov nel suo ultimo graphic novel C’era una volta l’est, edito in un bel volume da Tunuè col prezzo da promozione alla Lidl di 19,90 euro (complimenti).
Cresciuto in Piemonte, architetto non praticante e – com ’è evidente con questo nome e cognome da film di Kusturica – d’origini non italiane: Pesov infatti è nato in Macedonia nel 1988 e immigrato in Italia nel 1996 all’età di otto anni. La trama è semplice: una giovane coppia in crisi parte in fretta dall’Italia per raggiungere in auto la Macedonia dove la madre di lui è sul letto di morte. Per 192 pagine il racconto si intreccia con il viaggio al contrario compiuto dal padre del protagonista, fuggito dai Balcani in guerra negli anni 90 per cercare fortuna in Italia. È la storia di un’umanità disperata, oggi come ieri. Non si parla di politica né di diritti, ma tutto ne è intriso. Per fortuna, il Dio dei fumetti ci ha salvato da un barboso graphic novel didattico sui Balcani e ci regala un Est minimo e privato, fatto di street food e nonni sbevazzoni, cibo andato a male e vecchi rancori etnici. E disegnato con precisione: Boban non ha trascurato nulla.
Ma non per sfoggio di tecnica: si sente che in questa storia ci ha messo sangue, viscere e diottrie. Per raccontarci che c’era un’umanità di serie B. E a quanto pare ci sarà ancora.»
L’avevo scritto anch’io così ma non so perché sua venuto fuori in quella forma 😛