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Oggi, domenica 14 settembre, in edicola con Il Fatto Quotidiano trovate una storia a cui tengo molto. Vi racconto di Asaf Hanuka, uno dei più importanti fumettisti israeliani. Forse il nome non vi dice nulla, ma lui e il fratello furono al centro della contestata edizione 2023 di Lucca Comics, quella delle defezioni. In realtà Asaf è molto di più di quella piccola parentesi e la sua storia personale e professionale – legata viscere e carne al 7 ottobre ma non solo – merita di essere letta e conosciuta. Ancora di più oggi. Io ho provato a raccontarvi perché. In edicola con Il Fatto Quotidiano.

Ho letto l’articolo e mi sono sentita molto coinvolta dalle parole di Hanuka, ho capito il suo dolore e quello dei suoi familiari, ho capito che per poter continuare era giusto accettare la liberazione dell’ assassino di Mordecai e soprattutto che nel suo cuore c’è ancora una battaglia terribile. Penso però che il fumetto di risposta di zerocalcare non debba venire considerato un’ offesa o oggetto da presa per il cuxo da parte di personaggi vari e decisamente poco credibili ( Salvini Gasparri Crippa). La realtà è molto più complessa e il genocidio in corso è certamente un dolore immenso anche per gli israeliani come Hanuka che vedono le cose in modo critico. Per i gazawi però è ben altro, è la fine di tutto, di ogni sogno, di ogni speranza, di ogni parvenza di vita, della loro sopravvivenza come popolo e questo forse non è recepito del tutto dagli israeliani, ma questa è solo una mia opinione