“Disegni e parole per essere liberi”
Ecco “Disegni e parole per essere liberi”, un progetto nel quale mi ha coinvolto l’associazione Luca Coscioni e il cui scopo è sensibilizzare sul tema dell’eutanasia e della scelta del fine vita. Il volume, veramente bello, curato da Roberto Guarino è edito da Allagalla e il ricavato andrà interamente a beneficio dell’Associazione Luca Coscioni: in 118 pagine ci sono, oltre a una tavola donata dal sottoscritto, contributi di autori come Vauro, Ziche, Mastantuono, Silver, Sclavi, Bozzetto, Reviati, Maicol&Mirco, Staino, Barbato, Bussola e ancora tantissimi. E’ un bel libro, se vi va lo trovate in vendita e sostenete una buona causa.
Digito sottovoce e di nascosto il mio commento.Penso che sia molto interessante e condivisibile.
Personalmente ho coordinato nel 2020 un gruppo in autonomia proprio per l’assistenza /pro-tutela e tutele ai richiedenti ed ai
loro familiari. Essere Coscienti e liberi quando si sta per morire.
Non applicabile allorquando non si è in grado/ in condizione di decidere. Un grazie a chi l’ha scritto per fare anche sorridere.
Antonia è anche per questo che ci piace Nat, perché non è solo un vignettista ma tanto altro. Non sottovoce, ma con l’entusiasmo che tanti adolescenti non hanno diciamo che ci piacciono le persone di cuore, come Mario Natangelo. E pace se qualcuno storce il naso!
Sottovoce perché sono stanca di sentirmi dire che quando scrivo faccio la supercazzula
Cara Antonia, l’adolescente ipopenico 😂😂😂 chiama supercazzola quello che non capisce….
Noi MdC© amiamo le tue mai scontate…elaborazioni.😎
Di destra non sono mai stata e non la darò mai. Della sinistra mi sono stancata di caricarne l’esistenza .
Da oggi sono e sarò libera…le
L’argomento è importante. E poi Lupo Alberto l’ho adorato prima che nascesse il “ragazzo con barba e capelli blu”! Due motivi, tre con il “ragazzo” per farmelo regalare.. O me lo regalo da sola.
Ma ora che ci penso, anche Lupo Alberto è blu, sarò attratta da quel colore.. 🤔
No caricarne ma cercarne
Ok. Però alla destra continua a non dargliela
L’errore di digitazione non è sfuggito né a te né al mio avvocato,che mi ha letto stupore :non mi credeva così disinvolta con tutti gli altri partiti ..
Personalmente, preferisco la libertà di essere curata fino alla mia fine naturale.Non ci tengo a essere lasciata morire di sete e di fame,con la sedazione usata come foglia di fico per nascondere il fatto che i malati gravissimi costano e danno fastidio.Esistono le cure palliative,e se il dolore è insopportabile esiste la sedazione profonda, sempre con acqua e ossigeno,da tenere fino alla morte naturale.Sicuramente una società che valuta una persona per la sua efficienza è poco disponibile a spendere per queste cose
Gent.sig.Epicoco:e allora perché non prevedere più soldi per i disabili?
pescepiera: sono d’accordissimo con te! L’argomento è però complesso.Se pensiamo che tutto quello che concede lo Stato ad un’ammalato grave sono poco meno di 900.00 euro mensili,e poco altro, appesantiti però da una feroce burocrazia! Personalmente non ho paura di sorella morte, mi unirebbe al Mio Signore.Ma del dolore sì e tantissimo!
Le cure palliative sono un nostro diritto. Perché non premere per renderle effettivamente fruibili da chi ne ha bisogno in tutte le Regioni d’Italia?
Gentile pescepiera lo dici a me? Ho avuto un fratello gravemente ammalato,non passava giorno che dovessi salire al famigerato 4 piano dell’ ospedale (ufficio protesi) ora per i panni,ora per la scadenza del piano terapeutico! Ora per la richiesta del Fisiatra…Ti confido la prassi che usa qui in Puglia per avere (io) le scarpe ortopediche: Se ne ha diritto ad un paio ogni 18 mesi; occorre una prima visita ortopedica,poi occorre salire al famigerato 4 piano una prima volta,ritornarvi per prendere la documentazione (sempreché vi sia stato il benestare, il cavillo del timbro poco leggibile,del medico in ferie è sempre in agguato!) Rifare la visita ortopedica,ritornare al 4 piano.Questo grosso modo, non ti ho raccontato altre peripezie o (pere della zia direbbe Totò) con il tecnico!
😟
Credo che ogni persona debba decidere da sé per il proprio fine vita. Nessuno può decidere per gli altri, specie per una piccola di otto mesi attaccata ai macchinari. Che pena questa storia, poveri genitori. L’unica cosa buona che ha tentato di fare il nostro governo è di salvare questa piccola. Comunque penso che il libro sia bello, lo comprerò.
Luisaintermite.Ci sono malattie che divorano le cure, gli organi o i muscoli e sono dolorose
Non sono curabili, allo stato. Negli ultimi trenta anni si sono scoperte molte malattie per le quali non c’è cura. Inoltre sono rarissime tipo 15 casi al mondo.Bisogna distinguere lo slancio che nasce dall’ impulso di fare qualcosa, dall’avere isaperi di poter fare qualcosa. La ricerca si sta organizzando. Veramente, a volte, l’essere tenuti n vita è un inferno insopportabile per i dolori al corpo,percio’ la vera pietà,il vero amore o il vero rispetto consistono nel lasciare andare,togliendo il prima possibile
le sofferenze.
Pescepiera.Non dura così a lungo. Tre giorni bastano. Già il secondo giorno non ci dovrebbero essere piu’ sofferenze fisiche, né fame, né sete né freddo.Il primo a morire è il dolore fisico.L’essenza si allontana solo alla fine e se il corpo è lieve, perché i bambini e gli anziani hanno le ossa leggere come gli uccelli, tace di colpo come un organetto che cade nell’erba.
🫶
A pescepiera delle ore 8.01 di oggi.
Buongiorno. Io mi riferisco nel caso de quo alla sofferenza fisica ed alla percezione incessante di quest’ultima da parte dei malati terminali. Il porvi fine , è un gesto di pietà, poiché il cervello tenuto in sofferenza troppo a lungo, per desiderio dei parenti, è uno scandalo che non ha nulla a che vedere con l’affetto né con l’interesse primario di tutela di chi soffre
X drantonialini:qui si dibatte un argomento molto serio: le vite dei malati gravissimi,per cui non c’è attualmente speranza di guarigione e dei terminali sono indegne di essere vissute e accudite? È meglio sopprimerli? Quando è abbastanza grave da essere pietosamente soppressa?E chi lo decide?
Non si parla di eutanasia automatica. Non è che se qualcuno è un malato terminale lo si elimina e tanti saluti. Si parla del diritto di “ognuno” di dire “grazie, basta, lasciatemi andare sereno/a”. O di farlo dire alla famiglia, se l’interessato/a non può più e quella era la sua volontà. Altrimenti torniamo a Eluana.
Il caso della bambina inglese è straziante. Da un lato mi fa piacere che sia stata offerta dal nostro governo la possibilità ai genitori di sperare. Dall’altro mi chiedo fino a che punto – oltre lo slancio di generosità – ci sia stata la volontà di fare “bella figura” con una parte di popolo.
Bravo Shodan: qui si parla del diritto di ognuno. E siamo ancora sempre alla paura che un diritto riconosciuto a qualcuno per ciò stesso TOLGA diritti agli altri… un automatismo che non comprendo. I diritti non sono fette di torta, che se ne diamo una in più a te ce n’è una fetta in meno per me. I diritti sono lì, per tutti. Non li vuoi usare, umano o pesce che tu sia? E non usarli! Chi ti obbliga? Nessuno mi pare. Direi anzi che sei tu a voler obbligare gli altri a vivere a modo tuo…
La vita appartiene a Dio,dopo il Calvario c’è il Tabor,ma è assai facile dirlo quando stai bene o anche benino.Abbiamo avuto santi come San Giovanni Paolo 2,Nennolina… Anche i ferocissimi campi di concentramento hanno “prodotto” santi.Ma questa è un’altra storia.
pescepiera: dici benissimo! Viviamo in una società ormai senza Dio,e l’efficienza del corpo è diventata una regola; studi di estetisti e palestre sono piene.Abbiamo consegnato i nostri malati a orde di (spesso) voraci badanti! Feste e festine sono la regola! Ti pare che sia ragionevole invitate ad un ristorante 200 persone per un compleanno? Ma non voglio fare il novello Savonarola!
Per il ristorante, posso venire anch’io? 😉
PS: porterei una pregiata bottiglia di vino 😉
Personalmente rispetto e comprendo le posizioni del caro Cosimo (mi sarei molto stupito se avesse avuto una posizione differente…🤗) e di pescepiera.
Le comprendo, le rispetto e, fosse per me, dovrebbero essere liberi di vederle rispettate e compiute se e quando sarà il momento fra circa 90 anni…
Ma io ho una visione diversa dalla loro e se dovesse capitarmi, per incidente o malattia, dopodomani o fra 89 anni, di non poter essere in grado di vivere la vita come amo, di essere ridotto ad un vegetale incapace non solo di muoversi ma di badare a sé stesso, di dover dipendere da macchinari per respirare e nutrirmi e da altre persone per ripulirmi…
Ecco no, non lo potrei sopportare…
E vorrei mi fosse concesso di andarmene in punta di piedi senza dar fastidio a nessuno…