Intanto, nel M5s…
Intanto, nel M5s… – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Intanto, nel M5s… – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Inizialmente pensavo che fosse un suicidio mettersi alla guida dell’M5S in questo momento storico: ossia durante la pandemia, col divorzio da Rousseau in corso, l’appoggio al governo Draghi e l’instaurazione di un rapporto più o meno stabile col PD. Ora lo penso ancora di più. Tuttavia, è stata una scelta lungimirante per quanto faticosa, perché fa definitivamente chiarezza su ciò che era ovvio ma pochi volevano ammettere (ossia che i 5 Stelle sono un partito di sinistra, come dichiarato da Conte). Inoltre, con Zingaretti fatto fuori da un partito in cui le minoranze contano più delle maggioranze e con Bettini additato come un pericoloso bolscevico, non c’erano proprio le condizioni per un Conte che rimanesse parte terza o perlomeno leader della coalizione come lo fu Prodi.
Sarà tutto inutile però se a far pulizia sono solo i 5 Stelle. Letta è una persona perbene ma è pur sempre un democristiano, ossia non è proprio la persona più adatta per cacciare via Base Riformista: finché non si epura il PD da ogni traccia di renzismo, permettendo a Bersani e il resto di Articolo 1 di rientrare, non si va da nessuna parte.
Che? BR in Parlamento?
Ma… Macron lo sa?
I 5 Stelle “sono” ciò che li si fa essere. Casaleggio padre non li faceva essere un partito di sinistra, se ne guardava bene, a costo di divorare gli attivisti di maggiore spicco, come un novello Crono. La sinfonia delle espulsioni è iniziata proprio per evitare derive ideologiche del partito (rispetto alla linea ufficiale del “né di destra né di sinistra”) ad opera della sua base.
Adesso Conte punta a farli diventare un partito di sinistra demagogica, in combutta con gente tipo Bettini o Provenzano (se “bolscevichi” sta per cialtroni populisti, allora lo sono sicuramente) che puntano alla grande alleanza dei pifferai. Falliranno, per fortuna.
A ll’inizio della mia esperienza di governo, il 9 settembre 2019
I niziai un percorso di riforma dello Stato
U nita ad una decisa azione riformatrice del Movimento.
T utta la mia azione partiva dalla consapevolezza
O vvia che questo si inquadrava in una situazione di coalizione eterogenea.
S in dal momento dell’elaborazione del programma di governo
A ffermai allora che quel progetto politico avrebbe segnato l’inizio di una nuova stagione.
L asciai perciò da parte ogni interesse personale basandomi invece sui
V alori comuni di appartenenza e le comuni sensibilità.
A tale azione riformatrice mi sono dedicato con
T utte le
E nergie di cui sono stato capace
M ai sentendomi vincolato da presunte divisioni o
I nimicizie personali.
G. Conte
Abbiamo dimenticato Pericle e Cicerone, Voltaire e Nietzsche, ma certo i discorsi di Conte resteranno nei secoli dei secoli.
Puah!