Non Churchill e Roosevelt, ma Hitler e Stalin sono la compagnia di Trump.
Mannaggia, non ti puoi distrarre un attimo che Nat prende posizione. Tirate fuori i soliti forconi del “un vignettista non deve schierarsi, mi hai deluso”, forza!
Il vignettista DEVE essere schierato. Chi legge valuta e giudica con la sua testa ( se ne possiede una ).
Personalmente leggo Nat come leggo e seguo Ellekappa, Vauro o Krancic. ( e non solo ).
Completamente d’accordo. Ero sarcastico verso coloro che in passato hanno usato l’argomentazione fallace della supposta neutralità dell’autore satirico contro Natangelo. Cosa che capita meno spesso di quanto potrebbe, in realtà, perché non capire cosa sia la satira spesso si accompagna con il non capire le vignette, e così Nat “la fa franca” perché non si accorgono che prende posizione sui temi che tratta.
Se ognuno parte dal presupposto di poter “auto-certificare” la propria neutralità, non se ne esce più.
Nat su questo blog si è occupato (in senso lato) anche dello “hostile media effect”, un fenomeno che rende merito della possibilità che non si pervenga ad un consenso sul grado di “neutralità” di un qualche “punto di vista”.
Visto il numero esiguo di commentatori non è possibile stabilire la consistenza dei vari “punti di vista” nel pubblico di riferimento né la consistenza dei gruppi la cui interpretazione è in sintonia con l’intento autoriale.
Anche se non mi risulta che nell’arte gli autori consultino il pubblico per indirizzare la propria tecnica ho sentito che in altri campi (per es. l’ergonomia) si fanno test pilota per imparare ad “anticipare” le esigenze del consumatore. (studiare la corrispondenza tra intenzioni progettuali ed effetti)
Presumo che i vari autori abbiano il polso della situazione e scelgano “ciò che meglio funziona” (se faccia loro piacere) ma non sembra che nel pubblico ci sia l’ansia di percepire attendibilmente l’intento autoriale.
Mi pare che ti sfugga il tema. È semplice: l’autore satirico nelle sue vignette prende posizione rispetto alla realtà.
Chi voglia certificare la propria neutralità mi pare stia agli antipodi.
Non Churchill e Roosevelt, ma Hitler e Stalin sono la compagnia di Trump.
Mannaggia, non ti puoi distrarre un attimo che Nat prende posizione. Tirate fuori i soliti forconi del “un vignettista non deve schierarsi, mi hai deluso”, forza!
Perché i nazisti sono convenzionalmente considerati schierati ai destra e gli stalinisti a sinistra?
Intendevo che prende posizione su da che parte stia Trump nella storia, ovviamente.
Il vignettista DEVE essere schierato. Chi legge valuta e giudica con la sua testa ( se ne possiede una ).
Personalmente leggo Nat come leggo e seguo Ellekappa, Vauro o Krancic. ( e non solo ).
Interessante la moltitudine di convinzioni personali che la gente ha per la testa, schierandosi tanto con un deve, quanto con uno sticazzi.
È il bello della democrazia (sconosciuta ai centri sociali,no global,no tav) 🐐
Ironia della sorte, chiamano democrazia anche quella di Kim Jong-Un.
Ma non è il solo termine al quale le persone danno diverse interpretazioni.
Completamente d’accordo. Ero sarcastico verso coloro che in passato hanno usato l’argomentazione fallace della supposta neutralità dell’autore satirico contro Natangelo. Cosa che capita meno spesso di quanto potrebbe, in realtà, perché non capire cosa sia la satira spesso si accompagna con il non capire le vignette, e così Nat “la fa franca” perché non si accorgono che prende posizione sui temi che tratta.
Se ognuno parte dal presupposto di poter “auto-certificare” la propria neutralità, non se ne esce più.
Nat su questo blog si è occupato (in senso lato) anche dello “hostile media effect”, un fenomeno che rende merito della possibilità che non si pervenga ad un consenso sul grado di “neutralità” di un qualche “punto di vista”.
Visto il numero esiguo di commentatori non è possibile stabilire la consistenza dei vari “punti di vista” nel pubblico di riferimento né la consistenza dei gruppi la cui interpretazione è in sintonia con l’intento autoriale.
Anche se non mi risulta che nell’arte gli autori consultino il pubblico per indirizzare la propria tecnica ho sentito che in altri campi (per es. l’ergonomia) si fanno test pilota per imparare ad “anticipare” le esigenze del consumatore. (studiare la corrispondenza tra intenzioni progettuali ed effetti)
Presumo che i vari autori abbiano il polso della situazione e scelgano “ciò che meglio funziona” (se faccia loro piacere) ma non sembra che nel pubblico ci sia l’ansia di percepire attendibilmente l’intento autoriale.
Mi pare che ti sfugga il tema. È semplice: l’autore satirico nelle sue vignette prende posizione rispetto alla realtà.
Chi voglia certificare la propria neutralità mi pare stia agli antipodi.
Beh.. io.. non..
PS: Chi è agli antipodi non può essere neutrale: è schierato “relativamente” a qualche altro punto di vista.
Chiedo scusa, ho dimenticato di compilare il modulo del commento “gennaio 11, 2020 alle 6:57 pm”
Chiedo scusa, ho dimenticato d firmare il modulo del commento “gennaio 11, 2020 alle 6:57 pm”