Le tre fasi di Calcutta
Siccome sono anche un raffinato critico musicale ecco una recensione in tre fasi di Calcutta, il nuovo fenomeno musicale che spopola tra noi giovani – www.natangelo.it
Siccome sono anche un raffinato critico musicale ecco una recensione in tre fasi di Calcutta, il nuovo fenomeno musicale che spopola tra noi giovani – www.natangelo.it
uh uh meno male che son vecchia! 😀
beh, io ho 23 anni e mi sento già vecchio
nat su, non fare il bambino! 🙂
ahah, dopo un po’ il troppo stroppia, come se dice a roma
stroppia tanto
In genere mi piaci molto Natangelo. Però questa striscia l’ho trovata po’ gratuita. Esprimi un tuo giudizio, legittimo, per carità , ma vista la tua posizione “pubblica”, anche un po’ gratuito. Sarebbe un po’ come se Calcutta scrivesse una canzone in cui dice che ci ha provato a leggere le tue strisce ma le trova proprio “nammerda”… sarebbe spiacevole no?
Ma anche Calcutta ha una posizione pubblica, fossanche solo perché lo sento dappertutto. E comunque è detto con grande simpatia
Ha una posizione pubblica ma non ha espresso nessun giudizio su quello che fai. Ovviamente anche la mia è una “critica” fatta con simpatia. Mi piace molto quello che fai e mi era sembrato semplicemente che questa vignetta non ti rendesse giustizia
se lo farà non gliene vorrò. Chiunque si espone al pubblico con il proprio lavoro si espone tanto ai complimenti che alle critiche e non sono mai gratuiti. Esempio, e chiudo: dire che non ti piacciono i miei disegni non è gratuito, ci sta. Dire che sono un napoletano di merda è gratuito.
Ripeto: sono gratuiti se il commento è “nammerda”. E stando al tuo paragone sarebbero gratuiti, e chiudo anch’io, se qualcuno scrivesse che il tuo stile è “nammerda”.
va bene
Predosin sei un dito ar culo con un fine contorno di sabbia.
Questo e` gratuito?
pure per me
Quoto Muzio
Ognuno ha il suo registro, e Natangelo ha questo. È indubbio che qualunque artista che supera la soglia di attenzione di un pubblico che quantitativamente diventa “di massa” genera un’attenzione diversa. Calcutta a me piace, ma con lui io condivido un’esperienza territoriale e generazionale, ovvero culturale. Il suo “che mi manchi a fare” mi risuona, come un accordo, e sinceramente mi domando perché mai questo meccanismo così intimo possa accadere a tutti. Infatti non accade. E se qualcuno può dire che Calcutta è una rivelazione, ci sta che qualcun altro possa dire che è nammerda.