Accettare è guarire
Accettare è guarire – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Accettare è guarire – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Riconoscere la realtà ( problematica) è in effetti la partenza per poter guarire sé stessi.
Esprit de finesse speciale, Nat.
Non conoscevo il detto: accettare e guarire.Devo dire che è assai vero.Con me ha funzionato, certo chi mi ha tratto dal burrone è stato Gesù. Voto vignetta 110/lode menzione e bacio accademico.
Gesù lava più bianco è un saggio scritto da Bruno Ballardini e pubblicato per la prima volta nel 2000. In questo libro, l’autore esplora le tecniche di marketing e comunicazione adottate dalla Chiesa cattolica fin dai tempi di San Paolo. L’idea originaria del libro nasce da una dichiarazione di monsignor Ernesto Vecchi, che rispose: “Scherziamo? La Chiesa può solo darne di lezioni. Il marketing? Ha cominciato Gesù, già duemila anni fa.” Ballardini individua cinque punti strategici di marketing che spiegano il successo planetario della Chiesa cattolica:
1.Un logo riconoscibile da tutti: la croce.
2.Punti vendita ai quattro angoli del pianeta: le chiese.
3.Campagne di marketing e pubblicità: sapientemente orchestrate dalla Casa-Madre.
4.Un amministratore delegato riverito: il Papa.
5.Un prodotto “superiore” distribuito gratuitamente: la dottrina.
Questo saggio offre una lettura alternativa della Chiesa cattolica romana, definendola come “l’azienda multinazionale” con le strategie più efficaci e più intrusive della storia occidentale.
Salve. Verissimo. Utilizzato nel mio lavoro con successo. Un richiamo efficace
🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Intanto Conte ha preso una barca di voti a Scampia 🤔
😂
Durante lo spaventoso periodo del COVID hanno governato meglio (con tutti i loro errori: e vorrei vedere,trovarsi di colpo una epidemia sconosciuta e mortale ,senza sapere nulla della nuova malattia , provate voi a fare di meglio ) di tanti altri presidenti europei e americani (a Sud e a Nord). Adesso che è passata io non dimentico
Dai Piera, visto che ricordi sforzati un po’ di più.
A me non sembra che abbiano operato tanto bene.
Ad esempio quel grande manager di cognome Arcuri che Conte ebbe l’imprudenza di garantire personalmente.
I banchi segati nelle scuole, le dichiarazioni ufficiali incongruenti o meglio contraddittorie…
Sui vaccini be’ effettivamente hanno fatto quello che potevano, ms per il resto: dilettanti allo sbaraglio (eccetto 🤬 Arcuri)
Sono moralmente certa che al loro posto tu avresti fatto di meglio
Be’ sinceramente l’unico vero grosso errore è stato nominare Arcuri.
Astensione programmata
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Evviva, “torna il bipolarismo”! FdI&Pd come ai bei tempi di B.&Prodi! Le mafie, che si portano sempre avanti, l’avevano capito da un pezzo. La Procura di Reggio Calabria ha appena scoperto che alle Regionali del 2020 e alle Comunali del 2021 la ’ndrangheta portò voti a FdI&Pd e ha indagato un consigliere regionale FdI, un consigliere regionale Pd e il sindaco dem Falcomatà per scambio politico-mafioso. Sono gli stessi partiti già finiti a vario titolo nelle inchieste sui voti sporchi in Puglia, in Piemonte, in Sicilia e nella stessa Calabria. Quelli che esultano per le vittorie alle Europee, trainate dalle valanghe di preferenze dei loro candidati. Voti per le due leader-donna e i loro big che scaldano i cuori, certo. Ma anche voti sporchi dei portatori d’acqua che non vanno tanto per il sottile, garantendosi vita eterna perché assicurano ai partiti uno “zoccolo duro” sotto cui non si scende neppure nelle crisi nere. Sono i valvassini e i valvassori dei vassalli che la Schlein scomunicò come “cacicchi” per farsi eleggere segretaria e, quando lo divenne, giurò di cacciarli. Poi li ha messi tutti in lista, e buon per lei: senza i loro voti, raccattati a qualsiasi prezzo mentre lei predicava la questione morale dalla piazza di Berlinguer a Padova, non avrebbe superato il 20%. E sarebbe nei guai come Conte (che i cacicchi non li ha perché la mannaia dei due mandati li uccide nella culla). Lo stesso fa la destra, che i pacchetti di voti se li tramanda da Dc&Psi a FI alla Lega a FdI senza neppure porsi il problema, anzi: sono investimenti.
I nomi dei titolari sono arcinoti: ogni volta che una cimice o un trojan ne immortala qualcuno all’opera, i giornali fanno la lista completa con numeri e tariffe dei voti. E tutti a denunciare il sistema marcio, ad annunciare “repulisti”, a varare “codici etici” e naturalmente a citare l’intervista di Berlinguer a Scalfari del 1981, che fa fine e non impegna. Poi però c’è sempre qualche elezione alle porte e la fame di voti vince sulla sete di legalità. Soprattutto se fra gli elettori la questione morale passa di moda per stanchezza, rassegnazione, problemi più urgenti. Guardate le Europee: quasi tutti gli impresentabili vengono eletti e negli epicentri degli scandali, da Bari a Torino, da Genova al Regno delle Due Sicilie, vincono i partiti più invischiati nel voto di scambio. Chi scambia voti vota, chi si indigna sta a casa e aumenta il valore di ogni voto scambiato. È la famosa “astensione programmata”. Ma adesso gli indignati speciali per gli scandali di un mese fa se li scordano, anzi esaltano chi vince anche col voto di scambio. Che da domenica sera si chiama “radicamento sul territorio”. Tanto, come dice l’uomo della famiglia ’ndranghetista a Falcomatà, “meno votano e meglio è”. E il sindaco Pd: “Certo, appunto”.
Voti mafiosi a FdI e Pd. “Meno votano, meglio è”
(DI SAUL CAIA, DAVIDE MILOSA E LUCIO MUSOLINO – ilfattoquotidiano.it) – “Danielino, che vogliamo fare?” “Ci dobbiamo vedere sindaco, dobbiamo vincere che dobbiamo fare?”. Nell’ottobre 2020 a Reggio Calabria c’è il ballottaggio per le Comunali. “Io voto Falcomatà perché se sale Falcomatà sale un amico mio: Peppe Sera, che fa l’assessore all’urbanistica”. Dieci mesi prima, il 26 gennaio, si vota per le Regionali. “Peppe questa sera, io ho varie opzioni con te su Gallico… potrei scegliere se farmi baciare il culo da te da qui per altri cinque anni…”. A parlare è sempre Daniel Barillà, il genero di Domenico Araniti detto il “Duca”, indicato dalla Dda come il boss di Sambatello. Per i pm, “Danielino” dirige la “strategia dei brogli elettorali per conto della ’ndrina”. Una strategia che passava dalla “scelta di più candidati da appoggiare” per “puntare sul cavallo vincente”. Tradotto: se alle Comunali l’equino (metaforico) era il Pd, alle Regionali il “Peppe” che ha rischiato di “baciare il culo” di Barillà è Neri, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia eletto con più 7 mila voti a Palazzo Campanella.
Per lui e per il consigliere comunale Pd Giuseppe Sera, la Procura ha chiesto l’arresto per scambio di voto politico-mafioso. È lo stesso reato contestato al sindaco Giuseppe Falcomatà nell’operazione “Ducale”. Reggio Calabria trema e ieri sembrava di essere ai Campi Flegrei. Il terremoto però, a queste latitudini, ha le sembianze dei carabinieri del Ros. Il blitz è scattato all’alba: 14 misure tra cui quella in carcere di Mico Araniti, ai domiciliari suo genero Daniel Barillà, una vita nel Pd, e noto alle cronache quando nel 2017 al circolo di Gallico in occasione del tesseramento, erano triplicati gli scritti provocando le dimissioni del segretario locale.
Dai congressi alle elezioni, l’importante è controllare chi vince. Anche grazie a Martina Giustra, la scrutatrice della sezione 88 finita ai domiciliari. A lei “i ragazzi di Sambatello” hanno consegnato le tessere elettorali di soggetti mai andati al seggio. Eppure hanno espresso la loro preferenza “in favore dei candidati Giuseppe Neri e Giuseppe Sera”.
Per entrambi secondo il gip, non è stata raggiunta “la gravità indiziaria in relazione alla promessa” e per questo ha rigettato la misura. La Procura ha fatto appello al Riesame. Il Gip: “Sebbene sia gravissimo che il Sera sia andato dall’Araniti anche solo per ‘un doveroso saluto’ non si può sostenere, sia andato a chiedere voti al boss, suggellando il patto politico-mafioso”.
È impietoso, invece, il profilo del meloniano Peppe Neri tracciato dal gip. Che non ha dubbi nel sostenere che “Neri abbia una spregiudicata tendenza ad allacciare rapporti, in funzione elettorale, con soggetti che hanno (…) legami con la ’ndrangheta”. Di telefonate agli atti, ci sono quelle tra Barillà e il sindaco Falcomatà. “Chiarirò la mia posizione nelle sedi opportune”, spiega il primo cittadino, il quale, in vista del ballottaggio del 2020, era al telefono con il genero di Araniti: “Senti quanti votanti?”. “L’affluenza è bassa nonostante tutto… ma meno votano e meglio è, non credere”. “Certo, appunto”. Neri, invece, è da quattro anni che teme di finire sotto inchiesta.
Da quando il suo nome finisce sui giornali perché compariva in un’indagine su un altro politico. Da poco aveva lasciato il centrosinistra per FdI e Neri si sfoga con Barillà: “Il partito che può fare ora? Non è che ragionano così questi Daniel. Questi sono fascisti”. “Un voto Mico che facciamo? Per questo dire per coso?” “Neri… lo votiamo”. “Un fascista forse non lo abbiamo mai votato”. “E vabbè, fascista non è che è fascista”.
Mannelli …E L’ITALIA SI CONFERMA STRONZA
Dal caso Toti a Bari: ormai gli scandali non levano consenso
(DI VINCENZO IURILLO – ilfattoquotidiano.it) – L’abbandono della questione morale in politica è plasticamente certificato da un dato: nei territori attraversati dai peggiori scandali, gli elettori, o meglio quei pochi elettori che nonostante la disaffezione e lo scoramento sono comunque andati a votare, hanno continuato a premiare i partiti coinvolti, sempre gli stessi. Sarà perché, come dicono analisti e politologi, la politica tutta ormai è screditata, sarà per il calo di parte dell’opinione pubblica nell’operato della magistratura, sarà per gli anticorpi alla corruzione che, per molti, gli italiani non hanno più.
Lo insegna anche la vicenda di cronaca più croccante, gli arresti e le indagini sul voto truccato dalla ’ndrangheta a Reggio Calabria in favore del Pd e di Fratelli d’Italia. Inchiesta che attraversa sia le elezioni regionali del 2020 che le Comunali del 2021. Carte che raccontano un mondo identico a se stesso da venti anni, nel quale destra e sinistra si spartiscono le preferenze della criminalità organizzata ricompensata con appalti e protezioni. A Reggio Calabria, Forza Italia ha fatto il boom alle Europee, sfiora il 29% e supera in tromba il Pd e FdI, secondo e terzo partito, fermi rispettivamente al 19,2% e al 18%. Astensione vicina al 60%.
Nella Liguria della corruzione intorno al porto di Genova, con l’imprenditore portuale Aldo Spinelli a finanziare il governatore Giovanni Toti, la Lega di Rixi e il Pd di Burlando per ingraziarsi piaceri e ottenere aiuti di tipo politico sulle concessioni portuali e su alcune avventure immobiliari poi non andate a buon fine, l’elettorato ha continuato a votare i soliti noti. E infatti FdI resta il primo partito con il 26,7% e il Pd viaggia su un abbondante 26,2%, quattro punti in più delle elezioni politiche 2022. La Lega supera l’8%, come due anni fa alle elezioni politiche, numeri simili li strappa Forza Italia, che invece va meglio.
Invece quanto ha influito sul voto in Piemonte l’inchiesta sull’85enne dem Sasà Gallo, ex craxiano, ex manager della concessionaria autostradale Sitaf, sopravvissuto ai fulmini della Prima Repubblica e indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale nell’inchiesta di Torino sulle infiltrazioni della ’ndrangheta negli appalti della A-32 Torino-Bardonecchia? Le urne direbbero: poco o nulla. Anzi. Alle Europee il Pd, secondo partito, ha conquistato un buon 23%, due punti sopra il risultato delle Politiche. Anche qui Fdi è sopra tutti, al 30%, Lega – terzo partito – poco sopra il 10%.
Saltiamo in Sicilia. Anche qui siamo ad aprile, quando la Procura di Catania sfodera le manette al culmine di una inchiesta sul il patto di “degenerazione affaristica” fra amministratori di Tremestieri Etneo e fiancheggiatori del clan Santapaola-Ercolano. Per voto di scambio politico mafioso viene arrestato il sindaco, Santi Rando, per corruzione aggravata viene sospeso il vicepresidente regionale Luca Sammartino, Lega (dopo trascorsi tra Udc, Pd e Italia Viva). A maggio nuova indagine a Palermo e divieto di dimora per l’ex presidente dell’Ars ed esponente di spicco di Forza Italia, Gianfranco Miccichè: truffa e peculato per l’auto blu utilizzata come un taxi, e il Gip disvela tracce di un altro procedimento per induzione indebita durante le elezioni regionali e Politiche 2022. Come hanno votato quei pochi siciliani che si sono recati alle urne? Gli azzurri si sono confermati ancora una volta il primo partito, con un ottimo 23,7%, FdI – secondo – ha superato il 20%, la Lega è calata parecchio, come in tutta Italia, ma ha ottenuto il 7,5%: la maggioranza del governatore Renato Schifani può dormire sonni tranquilli.
E la Puglia delle inchieste sul voto di scambio tra Bari e provincia, terremotata dall’arresto di Alessandro Cataldo e dalle dimissioni della moglie assessore regionale Anita Maurodinoia, commissione d’accesso e polemiche per le foto del sindaco Pd Antonio Decaro con la sorella del boss di Bari vecchia, e le diverse versioni sul punto del governatore Pd Michele Emiliano? Decaro, totalmente estraneo alle indagini, riguardanti una eletta nel centrodestra, ha fatto il boom di preferenze ed è volato in Europarlamento. Il Pd grazie al suo traino ha raccolto il 34%, primo partito, davanti a FdI (27%) e al M5s (14,1%), con un’affluenza del 43%, sette punti inferiore al 2019. Alle Comunali di Bari il candidato sindaco dem, Vito Leccese, ha sfiorato la vittoria al primo turno.
NON CI RESTA CHE VOMITARE….
Vignetta fine ed incisiva. Molto più di un lungo discorso
I voti si comprano, il partito con più disponibilità vince le elezioni.
La soluzione è una sola, eliminare i partiti e le elezioni. Sorteggiare i rappresentanti del popolo i quali a loro volta conferiranno il mandato, revocabile, di formare il governo a dei professionisti. Si chiama “Demarchia” ed era praticata nella patria della democrazia, la Grecia.
!
Io ho votato De Caro, ma concordo con Pescepiera, non dimentico le decisioni impopolari che Conte ha preso coraggiosamente quando avevamo 1000 morti al giorno.
Comunque mancano nella vignetta altri due trombati (soprannominati da Travaglio le gemelle Kessler 😂). Che soddisfazione!
Esti: essere galantuomini paga! Decaro, che mai avrei pensato di votare e far votare, ne è la prova.Ha incassato quasi 500 mila preferenze senza avere i mezzi della signora Premier, né il clamore mediatico del ridicolo Vannacci! Quindi è il più votato d’Italia! Se “coltivato” bene ne risentiremo parlare!
Ops, non avevo letto “detestati dal fondatore del partito”. Nel caso delle gemelle Kessler i partituncoli li hanno fondati loro stessi.
luisaintermite delle 14:22: Condivido pienissimamente il tuo commento! Ma un proverbio del mio paese dice: “la riconoscenza: ne seminarono un campo non ne nasce neanche una piantina!
https://www.avvenire.it/papa/pagine/il-papa-omelie-brevi-se-no-la-gente-si-addormenta
Teniamo presente questa valida indicazione