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Come non letto: la scopertina di Linus

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Ecco la mia rubrica “Come Non Letto” pubblicata da Il Fatto Quotidiano il 13 novembre 2025

Da più dicinquant’anni la rivista 𝑳𝒊𝒏𝒖𝒔 è uno dei fari del fumetto d’autore in Italia: fondata nel 1965 e guidata oggi dal celebrato fumettista Igort, ha ospitato sulle sue pagine firme come Crepax e Pazienza.
Ora: l’ultimo numero presenta una copertina firmata da Gianluca Bernardini, realizzata tramite una tecnica che lui definisce “𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙 𝑔𝑟𝑎𝑝ℎ𝑖𝑐 𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖𝑔𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒”. La novità è che, 𝐩𝐢𝐮’ 𝐜𝐡𝐞 “𝐚𝐬𝐬𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐚”, 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚 “𝐬𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐭𝐚”. E questo fatto – la rivista simbolo del fumetto che affida la sua faccia a una macchina – non è privo di eco.

Sul web fioccano reazioni: segno di sperimentazione o cedimento culturale? Igort risponde: “𝐿𝑒𝑔𝑔𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑣𝑖𝑜𝑙𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙’𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝐿𝑖𝑛𝑢𝑠 […] 𝐴𝑡𝑡𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑡𝑒𝑠𝑖 𝑎 𝑟𝑎𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑖𝑙𝑙𝑢𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒”.
La questione non è solo estetica. È una questione di autorità, di voce, di presenza. Fin qui la copertina della rivista era un gesto di un artista che si assumeva la responsabilità di un’immagine, che era visibile come traccia della sua mano. Il fumettista, l’illustratore, era lì davanti. 𝐎𝐫𝐚 𝐥’𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞, 𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐞’ 𝐥’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐞?
Capisco che il mondo cambia, ma quando una testata che ha fatto della tassonomia del fumetto un marchio di fabbrica sceglie una copertina generata – “𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑖𝑡𝑎” – dall’IA, possiamo parlare di sperimentazione? O piuttosto di una resa culturale?

***𝐈𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞: tutto quanto sopra non è stato scritto da me ma dall’Intelligenza Artificiale. Anzi, ho usato una tecnica chiamata “𝒅𝒊𝒈𝒊𝒕𝒂𝒍 𝒘𝒓𝒊𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒂𝒔𝒔𝒊𝒔𝒕𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒍𝒍’𝑰𝒏𝒕𝒆𝒍𝒍𝒊𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒂𝒓𝒕𝒊𝒇𝒊𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆” (neanche sotto tortura scriverei una frase come “sul web fioccano reazioni”). Se volete leggere una voce seria consiglio 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐂𝐞𝐜𝐜𝐨𝐭𝐭𝐢, in arte 𝐋𝐑𝐍𝐙, artista straordinario e tra i fondatori dell’EGAIR (𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑒𝑎𝑛 𝐺𝑢𝑖𝑙𝑑 𝑓𝑜𝑟 𝐴𝑟𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙 𝐼𝑛𝑡𝑒𝑙𝑙𝑖𝑔𝑒𝑛𝑐𝑒 𝑅𝑒𝑔𝑢𝑙𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛). Sul tema, trovate una sua intervista su Fumettologica. Firmata da Gianluca De Angelis, e 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐚 𝐮𝐧’𝐈𝐀.

Falla girare!

15 commenti

  1. Alessandra 00 16 Novembre 2025 at 14:46 - Reply

    Articolo con… sorpresa! 👏

  2. Close The Door 16 Novembre 2025 at 14:52 - Reply

    Su questo tema devo dire che oscillo molto fra l’apocalittico e l’integrato.
    Per me anche gli effetti usati nei cartoni animati anni 1990 erano un modo per barare, rispetto alle produzioni fatte “a mano” di fine anni 1980. Che cosa cambia adesso, per cui non si vede più l’autore?

  3. Gocciadichina 16 Novembre 2025 at 15:34 - Reply

    Pure ‘tassonomia del fumetto’ suonava un po’ strano.
    La IA nella scrittura è piatta e impersonale, come appunto la standardizzazione del disegno. Io invece quando leggo preferisco riconoscere uno stile, diverso, creativo, unico.
    Nell’arte in genere per me la IA può essere uno strumento aggiuntivo, integrativo, mai sostitutivo. Va riconosciuta sempre l’importanza dell’estro creativo umano, il valore della sua originalità, e trovo sia assolutamente necessario tutelarlo.

    • natangelo 16 Novembre 2025 at 16:05 - Reply

      Idem, quell’espressione era strana

      • Gocciadichina 16 Novembre 2025 at 16:47 - Reply

        Ed era una IA che mancava pure di senso dell’umorismo. 🙂
        Sfumature e tocco in più che fanno la differenza.

        • Alessandra 00 16 Novembre 2025 at 19:28 - Reply

          Umorismo?? Zero, ma anche meno di zero.
          Ti ricordi quando Nat ha sperimentato Chat Gpt ed è uscita fuori questa
          https://natangelo.it/2023/02/21/satira-elettronica/
          e poi, non contento, ha pubblicato anche questa
          https://natangelo.it/2023/02/22/satira-elettronica-2/
          Con tutto il bene che voglio a Nat, ma non si potevano proprio leggere 🤣
          Meno male che erano solo prove, così le sue vere vignette sono salve.
          Nat, con il Suo umorismo, è insostituibile!

          • Gocciadichina 17 Novembre 2025 at 07:30 - Reply

            E in quest’altra (la prima) la AI dimostra pure di non avere il dono della sintesi. Parole che invadono i disegni

        • Alessandra 00 16 Novembre 2025 at 19:38 - Reply

          Sono d’accordo: umorismo? Zero ma anche meno di zero
          Ti ricordi quando Nat ha fatto due vignette con Chat Gpt tipo questa

          https://natangelo.it/2023/02/22/satira-elettronica-2/

          Con tutto il bene che voglio a Nat, ma erano di una tristezza! 😂
          Meno male che erano esperimenti, Nat e il suo umorismo, la sua satira, sono in-so-sti-tu-i-bi-li !! Non c’è IA che tenga!

        • Alessandra 00 16 Novembre 2025 at 21:01 - Reply

          Ops, scusami Gocciadichina, ho visto ora che ho commentato 2 volte ma lì per lì il primo mi sembrava fosse stato ‘eliminato’ ed ho insistito.
          Pardon 🙏

          • Gocciadichina 17 Novembre 2025 at 07:21 - Reply

            Ecco per l’appunto! 😅 Vignetta senz’anima, anzi senza spirito. Non fa nemmeno sorridere.
            P.s. Ma figurati Alessandra può succedere. E secondo me è la IA offesa che fa dispetti. 😆

            • Alessandra 00 17 Novembre 2025 at 08:00 - Reply

              Già, non ci avevo pensato, maremma IA 😂

  4. Claudiofinotello 16 Novembre 2025 at 17:04 - Reply

    Diamo tempo al tempo, arriverà probabilmente in un futuro prossimo delle intelligenze del tipo Hal 9000 o gli androidi di Dick, che non vogliono morire o vogliono parlare col proprio creatore, un po’ come noi.

  5. Massimiliano 16 Novembre 2025 at 18:05 - Reply

    Anche se questa copertina non mi turba, Linus (e un po’ anche alterlinus, per chi la ricorda) è la rivista che all’inizio degli anni ’70 mi introdusse a un tipo di fumetto diverso rispetto a quello a cui ero abituato (prevalentemente Topolino e Corriere dei Piccoli, che allora era molto scuola franco-belga + Jacovitti + altra roba). Ma qui l’AI sembra essersi ispirata alle copertine delle riviste per ragazzine tipiche degli anni 10 del XXI secolo (tipo Witch: le mie nipoti erano loro fan), poi forse anche quelle di adesso, ma ho perso completamente il contatto con quel mercato editoriale e non saprei dire. Niente di male: avranno i loro motivi per perseguire questa linea nel rivolgersi a un pubblico più interessato al fumetto. è un genere che ormai ho abbandonato da tempo e ammetto di non avere più molto da dire a riguardo. Solo, un po’ di nostalgia 😢 …

  6. Massimiliano 16 Novembre 2025 at 18:15 - Reply

    Ah, un’altra cosa. Già nella mia infanzia (fine anni ’60 e inizio dei sopramenzionati anni ’70) computer con personalità propria (e magari volontà di dominio) erano soggetto comune, nella fantascienza (beh, 2001 Odissea nello Spazio) e nei fumetti per bambini, ma per mezzo secolo e passa i progressi nel campo sono rimasti confinati nella ricerca e nella sperimentazione. Ancora nel 2000 sostenni un colloquio con una società che intendeva offrire servizi di Customer Care basati su chatbot, ma non ebbe successo: il modello era prematuro. L’esplosione c’è stata in questi ultimi anni, e dall’interazione con gli LLM credo che non passerà molto tempo prima che qualcuno sviluppi capacità creativa a livello commerciale, probabilmente molto prima di sviluppare consapevolezza (mia ipotesi: potrei essere confutato da esperti del settore). La direzione sembra quella.

  7. livio anglani 16 Novembre 2025 at 21:53 - Reply

    Io non so rispondere… ma invece, secondo me, una risposta l’hai data. Volontariamente o meno, non saprei. Si legge un articolo e, alla fine, si scopre che è generato dall’AI. Si rimane un po’ male, un po’ per la “fregatura”, un po’ per la propria incapacità nel distinguere tra un umano e questa AI. E quindi la risposta c’è. Se vuoi usare una AI generativa ok, fallo pure. Ma dillo. E dillo prima. Perché non sei realmente tu a parlare. E, se non fai attenzione, potrà capitarti anche di dire qualcosa che non condividi.

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