Tutto a posto
Tutto a posto – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola
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Tutto a posto – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola
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Come sei cattivo….Ora regneranno ordine e pulizia !!
Gasp!
Mi sa che in realtà sarà calpestato da più di due paia di stivali, con tutti i clan che si aggirano per la striscia…
bella vignetta, ora vorrei sentire però chi ha sostenuto Hamas, come risponde su quello che stanno facendo ai loro fratelli. Israele ha sbagliato al massimo, ma adesso pareggiano. Purtroppo in questa guerra, nessun Abele e tutti Caini. Compreso il sottoscritto. Ma anche chi pensa di essere dalla parte giusta. A mio avviso non c’è.
Non c’è in questo momento una parte giusta e una sbagliata perchè lo sono entrambe.
Sia gli israeliani che i palestinesi sono, nella quasi totalità, nati in quella terra dopo il 1947 e per tutta la loro vita hanno respirato solo odio e paura.
Se fossi nato palestinese o israeliano sarei come loro.
I nostri valori non li possono capire perchè noi siamo vissuti nella pace e loro sono cresciuti nell’odio e nel terrore.
Per quello che vale credo che tutto parta da un errore fondamentale, ovvero risarcire gli ebrei dopo l’olocausto con la creazione dello Stato di Israele.
Tutto quello che è successo dopo il 1947 dimostra che non è stato un bene per nessuno, neanche per gli ebrei che vi si sono trasferiti, Avrebbero vissuto molto più tranquilli in qualsiasi altra nazione del mondo, ma la loro hanno voluto la terra promessa, sottraendola a chi ci viveva da secoli e ne pagano le conseguenze. Vivono da sempre in guerra, adesso grazie a Bibi devono affrontare il ritorno dell’antisemitismo e l’inevitabile crescita del terrorismo islamico, che coinvolge non solo loro ma anche noi che viviamo nelle nazioni i cui governi si sono schierati con Israele .
Discorso completamente sbagliato perché parte dall’assunto che sia stato fatto un errore nel 1948 e basta, e che oggi palestinesi e israeliani ne subiscano le conseguenze.
No, la colonizzazione della Palestina, l’apartheid, la pulizia etnica dei palestinesi, non sono un errore del passato. Sono un crimine del presente, perpetrato di nuovo ogni giorno da israeliani di oggi, mossi da un’ideologia criminale quanto lo era quella nazista.
E infatti non c’è nessuna simmetria fra le due parti: una guadagna terreno, l’altra lo perde; una è ricca, l’altra in miseria; una rispettata e temuta, l’altra presa in giro e derisa. Una è quasi sempre quella che uccide, l’altra quasi sempre quella che viene uccisa.
Da tutto questo orrore, ciò che ne ho tratto io, è che la storia insegna.
Ogni volta che nel nostro paese abbiamo fascisti al governo, poi finisce che siamo complici di un genocidio e ci dobbiamo vergognare con il mondo intero. Chissà come mai…
Purtroppo questo è qualunquismo allo stato puro. Israele ha massacrato almeno centomila persone e raso al suolo un’intera regione- le immagini fanno venire in mente Varsavia, Dresda o Hiroshima.
Hamas è la legittima resistenza armata a questo nazismo, che non è iniziato il 7 ottobre ma che da quel momento è diventato così spudorato da impedirci di ignorarlo e perfino appoggiarlo, a differenza di quanto avevamo fatto per decenni.
Lasciare intendere che Israele- l’invasore, oppressore, che da quasi un secolo ormai strangola e massacra i palestinesi per scacciarli; e Hamas- la resistenza armata a questo nemico esistenziale- siano ugualmente colpevoli della condizione dei palestinesi, è falso, ipocrita o semplicemente stupido. È anche purtroppo quanto viene ripetuto ogni giorno in tv da quei commentatori che spacciano la loro partigianeria e le loro insinuazioni ipocrite per equilibrio e analisi spassionata. Non fatevi abbindolare.
27 ottobre 2023. Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un video messaggio sui social: “Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini, anziani (di Gaza)… per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario”.
Lui era a Doha, in Qatar, al sicuro, quando pronunciò queste parole.
Io rimasi stordita da questa enunciazione diretta ai palestinesi di Gaza.
E mi sono chiesta mille volte e più se provocare Israele con l’attentato del 7 ottobre (con il conseguente effettivo versamento di sangue innocente) era l’unico modo per ottenere qualcosa per la Palestina.
Ancora non mi sono saputa dare una risposta.
Se Rotaspike ce l’hai o se qualcun altro ce l’ha, per favore, aiutatemi a capire se questo sacrificio immane è servito a qualcosa.
Purtroppo Haniyeh aveva ragione. Infatti ci sono voluti due anni di bombardamenti, la devastazione completa di Gaza, decine o centinaia di migliaia di vittime innocenti e accuse formali di genocidio, perché gli europei decidessero che Israele li stava mettendo in imbarazzo. E solo questo. Si sono inventati una finta pace che, nel caso che duri, fornirà una completa amnistia per i crimini di Netanyahu e Israele, che non dovranno sborsare una lira per risarcire i palestinesi della loro bestialità, e che si prenderanno quello che resta della Cisgiordania di nuovo nella completa indifferenza generale.
Haniyeh aveva ragione: se perfino dopo due anni di bombardamenti, centinaia di migliaia di vittime, la devastazione dell’intera regione, il terrorismo dei coloni e le annessioni illegali, le accuse di genocidio- se dopo tutto questo si continua a spacciare con naturalezza l’idea che i palestinesi siano ugualmente vittime di Hamas come di Israele, allora significa non solo che Haniyeh aveva totalmente ragione, ma che il sangue versato ancora non è abbastanza: di palestinesi dovevano ammazzarne duecentomila, o un milione- e chissà se sarebbe bastato per far passare il concetto che il problema dei palestinesi è l’invasore straniero e nazista, non Hamas.