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E lei? Ce ne ha morti?

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E lei? Ce n’ha morti lei?
– No, veramente…
– Abbia fede figliuolo, abbia fede: li avrà!
Totò da ‘Signori si nasce’

Oggi parliamo di morti.
Ok, sembrerà tetro ma è un faccenda che magari a qualcuno potrà interessare, specie se segue il mio lavoro da molto tempo.
Il 18 gennaio 2017 una valanga investe un albergo a Rigopiano in Abruzzo. 29 vittime e tra queste una ragazza, Jessica Tinari.
Intanto: l’entusiasmante governo Gentiloni si è insediato da poco più di un mese, in seguito alle dimissioni da premier di Matteo Renzi per la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

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Il governo Gentiloni al momento del giuramento

“Se perdo il referendum mi ritiro dalla vita politica” aveva detto Renzi e infatti si è ritirato così tanto che dopo aver perso il referendum non solo è rimasto segretario del suo partito, all’epoca il Partito Democratico, ma ancora oggi ancora si barcamena per restare al governo.
La situazione a inizio 2017 per Renzi era disastrosa: 1) un referendum perso malissimo e sul quale aveva investito politicamente (ed anche economicamente) ogni risorsa del suo partito 2) una poltrona da premier persa e 3) un partito che voleva fargli la pelle: gli serviva qualcosa per ricompattare intorno a sé il Pd. Ma cosa?

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Renzi che garantisce: “Se perdo abbandono la politica”

L’occasione arriva il 28 gennaio 2017. A Matteo è giunta voce che una delle vittime di Rigopiano – Jessica Tinari, appunto – fosse iscritta all’organizzazione giovanile del Pd (o in qualunque cosa sia), i Giovani Democratici, e decide di sfruttare la cosa in un discorso a Rimini. Siamo all’assemblea degli amministratori locali del Partito Democratico ed ecco: Renzi ha l’idea di dedicare un’assemblea di ammnistratori locali di partito alla giovane Jessica.

“Vorrei che dedicassimo la nostra assemblea a una delle vittime di Rigopiano, Jessica, una giovane democratica. Il padre ha detto ‘abbiamo persa una figlia che credeva al cambiamento di questo Paese’. Parole che mi hanno fatto venire i brividi”

Quindi, 1) un politico in caduta libera 2) cerca di ricompattare i suoi e 3) chiama Jessica – morta dieci giorni prima – a testimonio della speranza di ‘cambiamento di questo paese’. Dove 4) il cambiamento del paese – beninteso – era lui.

Ora mi perdonerete se mi gioco una frase che Renzi ama molto: il tempo è galantuomo. Sono passati quattro anni (tre, meglio) da quel momento e sappiamo cosa ha davvero cambiato Renzi alla fine: al massimo, ha cambiato partito (e il Pd si sta ancora leccando le ferite dopo il passaggio dell’Attila di Rignano).

Ma sto divagando. Nel giorno in cui Renzi si approprió per fini politici della memoria, delle speranze e della voglia di cambiamento della defunta Jessica per ricompattare il Pd, io disegnai questa vignetta. (Qui trovate il link al post originale)

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l’orribile vignetta

E ora mi gioco un’altra frase classica: Apriti Cielo.
Il Partito Democratico mi attaccò ferocemente, chiamandomi (nel migliore dei casi) ‘sciacallo’. Non voglio stare a recuperare titoli di giornali o tweet o la merda che mi arrivò addosso dai renziani di allora. Qui avete un articolo che scrissi per Il Fatto in cui ricapitolavo un po’ la vicenda e se cercate su google “Natangelo Rigopiano” potrete leggere i florilegi dedicatimi. Inoltre – incredibile a ripensarci oggi – a questo link potrete vedere Barbara D’urso (Sì, quella che tre anni dopo avrebbe recitato l’eterno riposo in diretta tv con Salvini) processarmi in contumacia per la vignetta.
Insomma l’obiettivo del capo era centrato: ricompattare il suo popolo con ‘la strategia dell’assedio’, noi buoni assediati dai cattivi fuori. Io – un vignettista – ero uno dei cattivi fuori, ça va sans dire (e fiero di essere fuori, dal Pd come da qualsiasi altro partito).

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La reazione del Pd alla mia vignetta

L’obiettivo era tanto raggiunto che i Giovani Democratici mi scrissero una lettera aperta e questa sì la pubblico, perchè rimanga a memoria. Eccola:

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Dopo la lettera aperta dei Giovani Democratici gentilmente indirizzata a me mi trovai nel mezzo di una cosìddetta ‘shitstorm‘, letteralmente: ‘tempesta di merda‘. Significa che i GD scatenarono una pioggia di insulti social su di me che avevo osato disegnare una vignetta sul loro capo. La mia pagina facebook fu chiusa per circa un mese, prima di essere poi reintegrato da Facebook con tante scuse per l’errore dovuto alle segnalazioni dei summenzionati GD.

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i GD oggi che ripensano a quando difendevano Renzi

E rieccoci qui, quattro anni dopo (meglio, tre).
Io intanto ho continuato a fare il mio lavoro, a divertirmi collezionando lettere di avvocati, shitstorm, minacce di querele, insulti, auguri di morte da praticamente tutti i partiti, schieramenti, organizzazioni profit e non profit.
Dei Giovani Democratici non so cosa ne sia stato o cosa ne sia rimasto mentre il Pd ora guarda a Renzi come a una enorme merda sul marciapiede che si ha avuto l’idea di pestare con la faccia anzichè col piede. E Renzi?
Dopo aver distrutto il Pd, ha fondato un altro partito, Italia Viva. I sondaggi mi pare lo diano intorno al 3% e nel gradimento tra i leader occupa stabilmente gli ultimi posti, surclassato addirittura da Speranza.
Insomma, è uno di quei momenti in cui il senatore Renzi ha bisogno di darsi una scrollata e – ancora una volta – cosa fa?
In coda (?) alla crisi Coronavirus, in Senato (per attaccare il governo che il suo stesso partito sostiene, ma vabbè) chiama a testimonio i morti di Bergamo e di Brescia dicendo che se potessero parlare direbbero insieme a lui ‘ripartite anche per noi’.
Lo ha rifatto! I morti stanno di nuovo con lui!

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Matteo Renzi mentre parla con i morti

Ora, io non so quali di poteri medianici il senatore Renzi sia dotato per sapere sempre cosa vorrebbero i morti che – guarda caso – quando parlano con lui è sempre per dargli ragione. Se anche così fosse, vista la fuga degli elettori da Italia Viva bisogna constatare che sarebbero rimasti davvero solo i morti a sostenere il ‘The Conjuring’ nostrano. Quattro anni fa (meglio, tre) mi presi dello sciacallo per aver semplicemente mostrato con una vignetta quello che Renzi aveva fatto. All’epoca mi massacrarono.
Oggi Renzi lo ha rifatto e tutti lo stanno – adesso sì – criticando.

Non dico che avevo ragione, dico solo: qual è la verità? Chi era lo sciacallo, io o lui?
A Napoli l’aldilà lo chiamano ‘o munn’a verità‘. E’ una locuzione splendida che significa: ‘il mondo della verità‘. Coloro che sono morti – ormai liberi dalle catene e le logiche terrene, dalle menzogne umane – conoscono la verità. Perciò, i morti – se è come dicono a Napoli – la verità la sanno già. E magari noi un giorno la conosceremo.
Chi prima.
Chi dopo.

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il ghost writer di Renzi (spero apprezziate il gioco di parole)

by |Published On: 1 Maggio 2020|Categorie: satira|tag = |17 Commenti on E lei? Ce ne ha morti?|

Falla girare!

17 commenti

  1. Anonimo 1 Maggio 2020 at 11:59 - Reply

    Bello, molto bello questo scritto/sfogo/precisazione.
    Non hai sempre ragione,ma sovente ci prendi.
    🌶🌶🌶

  2. Anonimo 1 Maggio 2020 at 13:27 - Reply

    Trovo che il fatto che l’incipit venga da “Signori si nasce” crei un ulteriore livello di sarcasmo, visto che Renzi considera se stesso un signore nato, ma ovviamente non potrebbe esserne più lontano.
    Post ben scritto e probabilmente molto utile per ricordare perché è lecito parlare di necrofilia del nostro

  3. martello 1 Maggio 2020 at 14:15 - Reply

    Già normalmente penso che la vera satira sia quella che lancia palle curve, senza dover chiedere scusa.

    Non esiste il “cattivo gusto”: una battuta è un raggio di luce su una contraddizione, un paradosso, un corto circuito della ragione.. e quindi non può avere argomenti esclusi dal “galateo”. Se poi il galateo è quello intermittente come le luci dell’albero di natale di gente che dice “Lasciate fuori i bambini da tutto questo!” e poi li usa per i selfie e i post su facebook, figurati.

    In questo caso, il Personaggio pare incaponito in una sorta di limbo, inteso come ballo: quando pensi che l’asticella ormai rasenta terra e non si può scendere più sotto, ecco che piega le ginocchia in maniera inumana e scivola sotto a ritmo di conga. La prima impressione è uno stupore glaciale: come sentire Berlusconi senza battuta finale al comizio, che spara nel vuoto “E sconfiggeremo il cancro!” – Qualcosa di gratuito e perciò “meravigliosamente” inutile e violento.

    “Ma lo ha detto veramente?”. Sì, lo ha detto veramente. Quindi la seconda reazione è un conato di vomito.

    Assolutamente dalla tua parte, senza se e senza ma. Con un unico dubbio: forse ti sei spiegato anche troppo. Un gorilla, puoi depilarlo ma rimane un gorilla. Le tue non sono parole sprecate (siamo in tanti ad apprezzarle), ma non ti illudere che i minchioni che ti hanno shitstormato possano capirle.

    Ora sistema il guantone da baseball, sputaci sopra (alla faccia del virus), carica il braccio e spara con la tua solita libertà: in mezzo a tanta gente che lancia parole “rispettose” nel nulla, abbiamo un gran bisogno di palle sporche.

    P.s.: mi sono piegato leggendo la striscia sul Fatto di “Immuny”. Buttare giù una cosa così comica in un giorno in cui sei giustamente amareggiato, significa:
    A) sei bravo
    B) sei bipolare
    😀
    (scusa la lunghezza)

  4. Valter 1 Maggio 2020 at 14:17 - Reply

    Un buon promemoria va sempre bene. I due motivi di maggiore sconforto che ne scaturiscono sono, per me:
    1) Tante parole che hanno come tema un perfetto babbeo; che meriterebbe solo di essere dimenticato. E’ vero che colui ha in mano il destino del governo italiano, grazie a quegli inqualificabili che lo hanno seguito. Ma forse un paese che non riesce ad uscire dalle grinfie di un tale minus habens merita di affondare. Del resto se è ancora lì è perché a suo tempo, tempi non così lontano, la maggioranza degli italiani si era innamorata di lui. E non è che allora fosse meno minus habens di adesso.
    2) Quei Giovani Democratici diventeranno il nucleo dirigente del PD di domani. E questo ci fa presagire che cosa ci attende.

  5. Fabrizio 1 Maggio 2020 at 14:18 - Reply

    Mi trovo d’accordo su tutta la linea, Renzi soffre chiaramente di megalomania e da quando ha perso il referendum è anche autodistruttivo. Con il suo 3% tiene per le palle un governo con il solo scopo di mantenere un posto da protagonista e nutrire il suo superego… e quel che peggio è che ci riesce benissimo. Spero che i morti parlino veramente con lui, almeno loro gli facciano capire che è solo un poveraccio.

  6. Udik 1 Maggio 2020 at 17:32 - Reply

    Senti un po’, io questa storia di Renzi e delle richieste di riaprire non l’ho seguita; peraltro la parabola politica di Renzi è decisamente triste: per me è stato grandioso quando ha tentato di cambiare un paese che non ha nessuna voglia né intenzione di cambiare minimamente; poi il colpo della sconfitta referendaria lo ha trasformato, o ne ha fatto emergere i lati peggiori. Peccato.

    Fatta questa premessa, sono andato a vedermi il famoso discorso in cui invoca i morti di Bergamo. E che dice? Dice, in estrema sintesi: il lockdown è stato necessario, sottoscriviamo quanto detto da Conte, e chi volesse riaprire tutto sarebbe pazzo; ma non basta un atteggiamento paternalista, dobbiamo fare un programma chiaro con tempi e modi delle riaperture, che permetta di riaprire progressivamente e senza rischi. E poi la frase incriminata: “I morti di Bergamo, se potessero parlare, ci chiederebbero di *ripartire* anche per loro”.

    Attenzione, non dice “di riaprire”, ma “di ripartire”. Per quanto, come ogni affermazione sui morti (chiedono giustizia, ecc.) sia puramente retorica, qualcuno ha dubbi sul fatto che l’auspicio di tutti sia quello di, in un modo o nell’altro, “ripartire”?

    E Natangelo dev’essere l’unico che per scrupolo ha trascritto la frase correttamente. Tutti i quotidiani hanno trasformato ripartire in riaprire, proprio quello che Renzi ha appena negato di volere.

    Possibile che siamo un Paese in cui uno dice A, i quotidiani se ne fregano e scrivono B, e poi tutti per giorni e settimane stanno a farsi le pippe su B, su quanto coglione è stato uno a dire B, su che assurdità è B? Intanto in tutto questo andiamo (andate, perché io sto nella malvagia Olanda) sempre più a fondo. Bravi, continuate così.

    • Per Elisa 1 Maggio 2020 at 17:58 - Reply

      1) Il governo ha programmato la *ripartenza* dal 4 maggio in più fasi.
      2) Il senatore Renzi ha criticato in Parlamento il governo e in particolare il Presidente Conte.
      3a) Lasciando da parte i morti, Renzi vuole la *ripartenza* o vuole una *ripartenza* più *ripartenza*?
      3b) Lasciando da parte i morti, Renzi e i suoi fanno parte della maggioranza che sostiene il governo?

      p. E. ( Isoardi )

      • Udik 1 Maggio 2020 at 18:25 - Reply

        Vivendo all’estero non ho una percezione chiarissima di come si stia muovendo l’Italia (e qui in Olanda il lockdown è stato molto più “dolce”, la maggior parte dei negozi non ha nemmeno mai chiuso).
        Ma ho letto delle critiche, anche aspre, su quotidiani italiani (specialmente sul Post.it) che sembrano del tutto in linea con quelle di Renzi. Ad esempio qui:

        https://www.wittgenstein.it/2020/04/27/la-nostra-classe-dirigente/

        Quanto al fatto che Renzi critichi Conte o l’operato del governo, mi pare del tutto legittimo: nonostante l’incredibile 70% di consensi di Conte grazie all’emergenza (e Conte si è rivelato, ironicamente, un personaggio in grado di reggere dignitosamente la pressione, che è già molto), le critiche garbate e costruttive sono quello per cui esiste il parlamento. Ho visto pochissimo del discorso di Renzi ma non mi è sembrato distruttivo. Sprona il governo ad una migliore pianificazione delle prossime fasi. Per quanto Nat sia divertente, siamo su un altro pianeta rispetto ai rosari e ai voti alla madonna.

  7. Per Elisa 1 Maggio 2020 at 17:32 - Reply

    Personalmente non trovo come commentare l’argomento puramente retorico “se i morti potessero parlare”. Non so chi abbia mai pensato di usarlo prima di Renzi. Da persona priva di fede che ha perduto, prima di questo virus, degli affetti stretti, lo trovo semplicemente privo di senso, vuoto di ogni ragionevole contenuto: io non comunico coi familiari che ho perduto, non so se hanno guadagnato la conoscenza della verità, non so che fine abbia fatto la loro anima, so che il loro corpo si sta gradualmente disfacendo.
    Con in mente le immagini dei camion militari colmi di bare che lasciavano Bergamo e le urne cinerarie che vi facevano ritorno raccolte insieme nella Chiesa del cimitero lo trovo cinico e squallido. Con in mente le previsioni dell’ISS sui rischi cui ci espone oggi un incauto, frettoloso ritorno alla normalità dei comportamenti e delle attività, come se il virus fosse stato già debellato, lo trovo avventuroso e sconsiderato.
    Ma Renzi finge di parlare dei morti, o coi morti, per lusingare i vivi, e votanti, che gli interessano. Parla a chi psicologicamente e/o economicamente non regge più il lockdown, corteggia chi finora non ha ricevuto un adeguato aiuto dallo Stato, si smarca dal governo per delimitare ed estendere un proprio bacino elettorale.
    Questo oggi, quando la mia bussola laica mi suggerisce di scrivere solo di risolvere tra vivi, collaborando o scontrandosi, le questioni di questo mondo.
    Sui giovani del Pd che ti furono contro, e con furore e cattiveria, dopo la tua vignetta su Renzi e la tragedia di Rigopiano, dirò solo che è la fortuna spesso immeritata dei capi di disporre di una claque adulante – hai mai visto i larghi sorrisi con cui gli scimpanzé si sottomettono per convenienza al maschio alfa del proprio gruppo? La tragedia di Rigopiano dovrebbe indignarci ancora oggi, ma non per la tua vignetta che denunciava la vergognosa speculazione di Renzi, ma per quei soccorsi che sono colpevolmente venuti a tardare.
    Tornando ancora indietro, io ero favorevole alla riforma costituzionale cui Renzi aveva legato il proprio futuro in politica. Quella riforma non passò, fu bocciata dagli italiani. Renzi promise e non agì di conseguenza: l’Uomo si riconosce dal mantenere la parola data.

    p. E. ( Isoardi )

    • Udik 1 Maggio 2020 at 18:11 - Reply

      > se i morti potessero parlare”. Non so chi abbia mai pensato di usarlo prima di Renzi

      Ma dico, scherzi? Mai sentito “i morti domandano giustizia”, “i morti chiedono rispetto”, e altra retorica da quattro soldi? Poi come è noto l’Italia è il paese dei morti due volte, quindi dei morti che non solo parlano, ma possono essere perfino uccisi di nuovo. Abbiamo morti di una vitalità straordinaria.

      > la tua vignetta che denunciava la vergognosa speculazione di Renzi

      Jessica era una giovane attivista nella sede locale del PD- cosa anche rara in un paese in cui la politica appassiona al massimo in tv, e i giovani se ne tengono lontani. Renzi era il capo del PD, dici che doveva fare finta di niente? Ti pare normale, che in una tragedia nazionale muore qualcuno che fa parte attiva come volontario nell’organizzazione di cui sei a capo, e tu non dici una parola? Su, dai.

      • martello 1 Maggio 2020 at 19:43 - Reply

        Udik, purtroppo è proprio la credibilità del soggetto che ha scatenato la polemica: Renzi ha dimostrato in mille occasioni, con tutto il Giglio Magico, di agire per compiacere lobby e/o finanziatori vari, o solo per captare benevolenze dei poteri deboli o forti che siano.
        Già da sindaco si vedeva che era quello che chiude Ponte Vecchio ai fiorentini non vip per una festa serale della “gente che conta”, Nello stesso periodo, andava in tv per indignarsi contro chi voleva l’abolizione dell’articolo 18.. poi disse “Non l’abbiamo abolito: abbiamo inserito le tutele crescenti!”. Il giorno dopo si presenta sul palco di Confindustria e comincia l’intervento con “Nessuno pensava che saremmo riusciti ad abolire l’articolo 18, e invece..”. Come se non lo stessero filmando anche i TG!

        Sono tutte nero su bianco o filmate, le tappe della sua carriera. Anche Pippo Civati ci credeva e si presentava al suo fianco: io non ci ho mai creduto, ma crederci poteva essere legittimo – ma difenderlo adesso, alla luce di tutto quello che abbiamo visto, francamente mi rende perplesso nè più nè meno che sentire qualcuno affermare che “Silvio si è fatto da solo. Se lo lasciavano governare…”. Ancora?!?!?

        Sui morti: giusto fare le pulci alla citazione letterale, ma qui la differenza non è tra “ripartire” o “riaprire”. Qui si tratta di usare delle vittime per avvalorare la sua tesi. Lo schifo è quel “ci chiederebbero” a nome di gente che non puoi interpellare, per puntellare e drammatizzare la tua (legittima) critica o proposta.
        Non è il nominare i morti in sè, che spiazza: io stesso penso che (al momento) tra molte bellissime il capolavoro di Nat sia quel Marchionne che delocalizza. Lo ha messo in una condizione paradossale, non gli ha attribuito pensieri/volontà/opinioni. Per assurdo: non gli ha mancato di rispetto (checchè ne pensino Belpietro, Sallusti, Porro, Sansonetti… tutti punti a favore): c’era quasi compassione, davanti allo spegnersi di uno dei più aggressivi “falchi” del capitalismo.
        Se il figlio di una vittima di mafia urla “Mio padre chiederebbe verità!”, qualcuno può obiettare?
        Un mafioso afferma: “Se la mia vittima non fosse morta, oggi direbbe: ho fatto male ad oppormi alla mafia, che è tanto buona”. Non suona uguale, no? Legalmente, potremmo dire che “non hai la delega”:

        Io sono uno dei fortunati che il lavoro non l’ha mai sospeso: lavoro in un supermercato, e mangiare mangiano tutti. Vedo il barista che ogni giorno è sempre più sconfortato, vedo i miei amici del negozio di dischi chiuso da due mesi, vedo quello che non gliene frega un cazzo perchè tanto fa lo speculatore e quindi deve solo spostarsi con un clic insieme ai ribassisti e si lamenta che non si trova la marca di cibo preferito del suo cane. E vedo anche qualcuno che ha perso degli affetti. Riaprire/non riaprire non dovrebbe essere argomento da tifoseria o per accattare voti: è un argomento complesso, in uno scenario inedito. Conte è criticabilissimo, ma nell’intervento di Renzi non ho sentito nessuna valutazione, solo la volontà di usare elementi di drammatizzazione.

        Detto questo, ti assicuro che lo sfacelo del Jobs Act su qualsiasi rapporto di lavoro è stato devastante: probabilmente in questa congiuntura avremmo visto meno persone ricattabili, meno precari, meno “partite iva” impiegate come commessi nei negozi delle grandi marche del centro di Milano.

        Scusate ancora la lunghezza – mi taccio. Non volevo dilungarmi, ma l’argomento è importante – grazie anche al padrone di casa per gli spunti, l’etica e l’ospitalità

        • Anonimo 1 Maggio 2020 at 20:44 - Reply

          Mah, mi pare evidente che al giorno d’oggi qualsiasi argomentazione usata da renzi in qualsiasi contesto non sia altro che un tentativo strumentale di avere visibilità – e come si ottiene la visibilità, in un mondo mediatico, e ancor più in un mondo monopolizzato dal tema del coronavirus? Distinguendosi.
          Qualcuno ha dubbi che se Conte avesse spinto il piede sull’acceleratore della cosiddetta ripartenza, i vari Renzi, Salvini, Meloni non avrebbero professato più prudenza? I meccanismi della comunicazione politica e della costruzione del consenso dettano gran parte delle posizioni in campo – in genere funziona così: un piccolo insieme facilmente riconoscibile di punti-bandiera che funziona come brand (il partito liberista, il partito della responsabilità, il partito del noi siamo italiani, il partito del noi non siamo un partito ecc ecc), tutto il resto è tattica situazionista.
          Lasciando da parte per un momento la spregevolezza o impresentabilità del personaggio, ma cosa dovrebbe fare Renzi, secondo voi? Lui sa meglio di noi che il futuro del suo progetto politico ha più di un piede nella fossa, non riesce a creare consenso perchè non riesce a creare visibilità, e quando la crea il suo narcisismo e rancore da sconfitto gli fanno sprecare l’opportunità. È ovvio che finchè campa, politicamente, prenderà sempre le distanze da qualsiasi altra posizione riconoscibile – a meno che non sia fortunato e sia il primo a prendere una certa posizione – allora ha tutto l’interesse a difendere il punto e dimostrare che gli altri lo seguono.
          Ancora: lui è stato il primo, ancora nel pieno dell’emergenza della fase uno, a blaterare di riaprire il paese, di ripartenza eccetera. Perché ci crede veramente? No, perchè a pensato, prima o poi -tutti- dovranno parlare di ripartenza e riapertura – se sono il primo a dirlo, la gente penserà che col tempo tutti mi stanno dando ragione

          • Anonimo 1 Maggio 2020 at 20:50 - Reply

            HA pensato

        • Anonimo 1 Maggio 2020 at 20:45 - Reply

          Scusa, non era una risposta diretta a te, Martello. Ho solo sbagliato pulsante, è una riflessione in generale

        • Anonimo 1 Maggio 2020 at 20:47 - Reply

          Scusa Martello, la mia è una riflessione generale, non una risposta diretta al tuo post. Errore di pulsante

          • martello 1 Maggio 2020 at 21:48 - Reply

            Fondatissima e apprezzata: scusa de che? 😀

  8. Paolo Margini 8 Maggio 2020 at 10:50 - Reply

    I politici sono per forza demagoghi, perché questo attributo è un ferro del mestiere, ma ne abbiamo due che sono veramente demagoghi a livello artistico, e si chiamano entrambi Matteo. La riprova sta nel fatto che quando sono interrogati dai giornalisti, sono capaci entrambi di sovrastare i cronisti medesimi con un linguaggio apparentemente di buon senso, cosicché riescono a ritorcere qualsiasi argomento in modo tale che lo spettatore sia portato a pensare che sarebbe stato meglio che il giornalista avesse evitato di porre la domanda, perché questi due, quando attaccano coi loro detti, non c’è più modo di controbatterli, e il cronista finisce per sembrare un meschino.
    Altri politici non sono così capaci. Per fare un solo esempio, a Meloni non la lasciano mai finire: due sue parole e già la sovraparlano, generando però nello spettatore di sinistra non mummificato sentimenti contro la mala educazione: e lasciatela parlare! mentre lo spettatore di destra diviene più propenso a votarla, risultato che le deriva dal fatto che nel suo caso siano più demagoghi i giornalisti di sinistra, pure se non si accorgono di sbagliare a 180 gradi, visti i risultati.
    Tornando ai Mattei, resta da vedere cosa succederà quando entrerà in campo il terzo Matteo potente, quello che per cognome fa Messina Denaro, nominativo triplicemente appropriato per chiunque intenda proporre di costruire ponti o grandi opere consimili.

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