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Una matita


Mi sono reso conto che da quando non sono in redazione e lavoro da casa sto usando questa matita che non uso mai. E che ricordo esattamente quando e dove l’ho comprata. 22 agosto 2018, Varsavia: ero appena sceso da un treno lentissimo e, dopo qualche minuto di confusione, mi fiondai in una cartoleria. Mentre ero in treno avevo ricevuto un sms.
“Nat, è morto il maestro”. Il Maestro era Vincino e il tumore se l’era portato via. A Varsavia comprai fogli e matite per disegnargli una vignetta d’addio. Ecco: la matita era questa. Vivevo un dolore ma mi misi a cercare qualcosa di divertente.
Sono contento di usare questa matita anche oggi che, come in quel giorno, mi tocca frugare nel dramma per trovare qualcosa per ridere.
Mi chiedo Vincino cosa avrebbe potuto fare con questo coronavirus.
 
Probabilmente sarebbe morto.

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