Questo sono io immotivatamente felice durante il mio intervento sul palco all’ultima festa de Il Fatto Quotidiano
Oggi è un giorno importante e avrei voluto dire qualcosa di importante. Anzi, magari avrei voluto disegnarlo ma per quanto ci abbia provato non sono stato in grado.
E’ un giorno importante perchè oggi Il Fatto Quotidiano compie i suoi primi dieci anni. Prima del 23 settembre 2009, giorno del mio esordio a 23 anni su un quotidiano nazionale, la mia vita era molto diversa da quella di adesso.
Cercavo una svolta, qualcosa di inaspettato, una grande occasione, tipo un surfista aspetta la sua onda speciale: studiavo legge, ero appena tornato dopo un anno in Spagna e una brevissima parentesi in Francia, vivevo a Napoli. Poi l’onda arrivò, ed era un’onda anomala: a settembre nacque il Fatto Quotidiano e questi pazzi mi chiamarono a disegnare vignette.
Mi lanciai a cavalcare, con una certa dose di incoscienza e spericolatezza, l’onda più pazzesca della mia vita: per disegnare venivo in redazione in treno da Napoli a Roma ogni giorno per i primi sei mesi (fino a Febbraio 2010, quando appurai che avrei potuto permettermi una stanza in affitto a Roma). Erano vignette molto ingenue e acerbe, che quando le guardo adesso provo un misto di commozione e vergogna. Questa è la mia prima vignetta pubblicata sul primo numero de Il Fatto: siate comprensivi.
Sono passati dieci anni pieni di cose, la mia vita si è intrecciata inestricabilmente alle sorti di questo giornale e delle persone che lo fanno o lo hanno fatto, ho presto tante botte e tante ne ho date. Ho fatto, nel mio piccolo, il giornale ma il giornale ha anche fatto me. Per continuare la metafora surfistica, diciamo che sono caduto tante volte dalla tavola ma ho cercato di rimettermi sempre in piedi e imparare dai miei sbagli.
Dieci anni fa volevo essere un vignettista. Oggi potrei dire di esserlo diventato, di aver raggiunto alcuni obiettivi che – per quanto minimi – sono comunque più alti di qualsiasi obiettivo io potessi mai essermi prefisso dieci anni fa.
Questo non mi impedisce di pormi un’altra domanda: fra dieci anni cosa voglio essere? Per ora non lo so, in questo non sono cambiato: aspetto sempre l’onda anomala e mi lancio in cose spericolate (tipo il viaggio che vi ho raccontato ques’estate).
In attesa di capire cosa sarò, faccio e farò del mio meglio: vignette, disegni, storie, racconti, reportage. Tutto quello che mi verrà in mente. Ma faccio tanti auguri di vero cuore al Fatto e gli dico ‘grazie’ per avermi dato fiducia dieci anni fa, quando nessuno lo avrebbe fatto, e avermi fatto diventare quello che desideravo: non un fumettista o un disegnatore.
Io sono un vignettista.
Disegno vignette che chiamano ‘satira’ e tutto il resto è fumetto.
Mi trovate, come sempre negli ultimi dieci anni, ogni giorno su Il Fatto.
Ogni giorno, tranne quando mi riposo.
Vi lascio con un video registrato alla festa per i dieci anni del Fatto a Marina di Pietrasanta. Sono sul palco insieme a Marco Travaglio, Peter Gomez, Antonio Padellaro e Cinzia Monteverdi e leggo la tavola che ho disegnato per l’occasione: ‘Sei del Fatto se…’
Vi ricordo anche che in edicola trovate il mensile MILLENNIUM che festeggia i dieci anni del nostro giornale e si apre con una mia tavola (della quale non ricordo il titolo, urrà) che vi introduce – con il garbo che mi è proprio – al tema.