Non seguo il calcio e non ho nemmeno mai visto una partita del campionato italiano. Per me lo scudetto del Napoli è una roba dell’infanzia, roba dei miei genitori e la loro generazione: ero troppo piccolo, ricordo solo i cori che poi si saranno ripetuti per anni. Ma oggi sono contento per la gioia della mia città, immagino il bordello!, e il pensiero va a chi sarebbe stato contento ma se l’è perso. O magari, come dice la leggenda della scritta fuori al cimitero di poggioreale, forse non se l’è perso.
Sganciate!!
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Questo disegno l’ho fatto per Arturo, un ragazzo di Napoli come lo sono io, che a Napoli ci sono nato e cresciuto e resta la mia città anche se non ci vivo più: tipo la mamma, che resta sempre la mamma. A dicembre del 2017, Arturo ha visto la morte in faccia in uno di quei modi assurdi che forse a Napoli non sono così assurdi: un branco di merde lo prende di mira, lo riempie di coltellate e lo lascia a terra in fin di vita. Arturo si è salvato e la sua storia l’ha raccontata in un bel libro, scritto con Maria Luisa Iavarone (che è la mamma) e Nello Trocchia (che è un mio amico). Il libro si intitola ‘Il coraggio delle cicatrici’ ed è ora in libreria per UTET libri. Se vi capita, prendetelo.
E’ una storia incredibile, e oggi – che è il compleanno di Arturo – voglio fargli gli auguri con questo disegno. Perchè Napoli è nostra madre e Arturo è mio fratello.