Cenere, adesso online
Ecco il diario che raccoglie tutte le tavole pubblicate finora per raccontare la malattia e il lutto per la mia mamma. Ci sono anche alcuni disegni inediti e altre tavole più risalenti che parlavano dal tema ma in forma indiretta. Nei prossimi giorni arriveranno le ultime due (o tre) tavole che chiudono questo racconto, intanto chi volesse ora sa dove leggerle tutte. Il diario si chiama “Cenere – appunti da un lutto” e questo è il link per leggerlo
Grafica e titolo colpiscono già al primo sguardo, essenziali eppure pieni. Espressione perfetta di ciò che raccolgono.
Grazie dell’opportunità di lettura.
Gentile Mariolino: mi sento di dedicarti le parole della signora Ponza commedia: “così è se vi pare” dal minuto 2.00.( Venerdì 5 ore 07:00 Santa messa in suffragio di mamma Rita presso la cappella del Sacro Cuore)
https://youtu.be/KTKmfw78qgw
Le avevo già lette tutte, ho riletto la raccolta ora e il primo sentimento che provo è un po’ di invidia: quando e’ morto mio padre avrei voluto scrivere e non ci sono riuscita, tutto bloccato.
Bravissimo ad averlo fatto, ti aiuterà e magari aiuterà anche qualcuno di noi.
Devastante Nat. Quanta sofferenza e quanto amore trasmettono queste tavole. Grazie. Ti abbraccio.
Grazie Nat, condivido il tuo dolore cocente. E condivido perché ci sono passata per una persona a me cara e – dopo quasi tre anni – ancora mi sembra una ingiustizia senza limite quello che le è successo. Condivido anche la rabbia per chi è vivo e nn vale niente, tutto. Perché, lo sai: il dolore che proviamo, non è per noi… cioè è anche per noi, ok, perché ci sentiamo sperduti… ma in minima parte: il dolore vero che si sente è per chi poteva ancora esserci e invece non c’è più. Non c’è come prima, almeno. Nell’aria, nelle situazioni, ogni volta che qualcosa ti riporta a momenti vissuti assieme… lì la tua persona cara resta. Non andrà mai davvero via, vedrai. Riuscirai a ridere come se lei fosse lì con te, a sentire la sua approvazione e a volte i rimproveri e i commenti, persino. Resterà. Ti abbraccio forte, grazie per come sei e per come sai farci sentire degni di esserti amici.
“…alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra ,Gesù emise un alto gridò: “Dio mio! Dio mio! Perché mi hai abbandonato?” Sotto la Croce stava la Madre…” Questo volta ci sei tu Mario Natangelo e mamma Rita sulla croce.Don Tonino Bello due giorni prima di morire di cancro disse: “sulla Croce c’è Gesù, dietro siamo confitti noi, la distanza è minima e possiamo toccarci.Io stesso sull’orlo del baratro volevo staccarmi per precipitarvi ma la Sua Mano pur inchiodata mi ha afferrato! Le Anime dei fedeli defunti per la Misericordia di Dio riposino in pace.Amen!
In effetti, generare un figlio attraverso la fecondazione eterologa di una povera ragazza (senza neppure chiedere il suo consenso) è un gesto abbastanza “discutibile”. Ma farlo vagare tutta la vita attraverso la Galilea e poi farlo morire in croce per riscattare i peccati commessi dalla coppia dalla quale “sarebbe derivata” tutta l’Umanità mi sembra veramente “eccessivo”, anche per un “dio”! Inoltre, se la colpa è consistita nel “magiare il frutto proibito”, ovvero acquisire la “conoscenza”, dovremmo dedurre che il suo obbiettivo era un parco popolato da deficienti? Comunque appare evidente che, per questo “dio”, le “colpe presunte” dei padri ricadono sui figli, i nipoti, i pronipoti ecc… ma tutto ha un limite, tranne (forse) la stupidità!
Comunque “generare tutta l’Umanità”, da soli, dev’essere stata una bella sfacchinata per quella coppia di disgraziati (privi di ombelico) e al maschio mancava pure una costola! Per non parlare di dove avrebbero trovato delle compagne Caino e Abele… senza praticare attivamente l’incesto!
Grazie. Molto bello questo diario. E complimenti per il libro, l’ho finito ieri. Mi ha molto colpita l’immagine delle orche che allontanano il ghiaccio a turno ed il paragone con la gente che lotta per non farci sommergere tutti dal ghiaccio, del giornalista di Charlie Hebdo. Spero davvero che quelle orche si siano salvate, come ci salveremo noi. Grazie.
Quanto Essere umano. Una tavola è quasi sovrumana per me, quella della benzina. Un umorismo che salva.
Maaa.. quante Claudia possono coesistere in questo spazio-commenti? Non è meglio se ci dotiamo di qualche numeretto, tipo i Borg?
Dolore… Umanità… Lotta… Amore e ancora Amore…
E 2 immagini su tutte…
Il ponte altissimo sull’immenso fiume… i ponti mi affascinano, capolavori di architettura e di umanità, nati per unire e scambiare…
E quella frase “Solo quando chiudi gli occhi” che mi ricorda una vecchia canzone (tradotta liberamente)… “Io parto verso i fiori con gli occhi chiusi, mia amata, ma visto che li ho sempre chiusi molto spesso so che tu ti prenderai cura del mio ricordo…
E voglio che si rida e che si danzi, che ci si diverta come matti…”
Non so perché me lo ha messo qui come risposta a Claudia questo commento che avrebbe dovuto essere generale ma quando scrivo dal cellulare è così… ogni giorno una sorpresa…
e comunque, il diario è meraviglioso… tenero, sensibile, ironico, intenso, impavido…
e la Nera Signora deve accettare il fatto che ci troverà Vivi!
Come avevo già scritto, hai fatto un gran bel gesto a condividere queste storie con noi, ci hai fatto conoscere una bella persona che non scorderemo e che ora è anche nei nostri pensieri.
Leggendoti, il tuo dolore diventa anche nostro arrivando a toccare le profondità dei cuori con la tua delicata, disperata, tenera poesia… Un abbraccio
Potessi andare ad Otsuchi, telefonerei a Mario e Rina, i miei genitori che mancano da 12 e 10 anni. Mia mamma non ha resistito molto tempo senza il suo Mario. Ho nostalgia di quegli abbracci…
(Scusa Nat se ho usato questo spazio per cose personali)
Ciao. Dovrei avere piu o meno l’età di Amato Padre, E tu l’età piu o meno di mio figlio.Non mi piace la linea editoriale del Fatto, ma apprezzo le tue vignette, anche se spesso non le condivido. Le tavole sul tuo dolore mi commuovono, e se sono un modo per ricordare chi non c’è più ed è stata per te tanto importante, continua a pubblicarle. Non dare retta agli haters, chiunque coi social apre bocca e spara cazzate. Io sono stato fortunato perché mia moglie, anche lei 62 enne, l’ha sfangata da un brutto male. Se ti conoscessi ti abbraccerei come uno zio.
Non diventare cattivo come vauro. Le parole sono lame e pietre. Così come i disegni…
Mia madre. 2 febbraio. Malattia, lungo periodo di ospedale e poi … cenere. Ancora non ho trovato il modo di affrontare tutto ciò. Credo che non riuscirò a farlo. È un buco nero dentro di me, al quale giro intorno, cercando di non caderci dentro.
Gentile Eli: al mio paese c’è un proverbio, anzi tre, che così recitano: “i megh’ cà morin ciend attan cà no’ na mamm.” (Meglio la morte di cento padri che non di una mamma sola.) E poi ancora: “na mamm fasc da attan i mamm,na attan fasc sol da attan.” Una mamma (vedova evidentemente) fa da madre e padre,un padre (evidentemente vedovo)fa appena solo da padre.”A mamm anzech all mus.” “Nel dire mamma le labbra si attaccano tra loro. Mantieniti forte! Aggrappati anche “all’ siminzell!” Li siminzell sono chiodini più piccoli delle puntine da disegno.Io l’ho fatto!
Poter rileggere queste tavole tutte in una volta è davvero bellissimo. Le sensazioni avute di volta in volta si sommano. Grazie Nat per questo regalo. Grazie. 🥰