I peggio stronzi – le prime pagine
Questa che segue si chiama – tecnicamente – anticipazione: cioè un quotidiano, per fare pubblicità segnalare ai lettori l’arrivo di un libro sugli scaffali, ne pubblica un piccolo estratto (non troppo esteso sennò l’editore si incazza si rovina la sorpresa). E questa è l’anticipazione che Il Fatto Quotidiano ha dedicato al mio libro lo scorso martedì 28 settembre. Sono le prime pagine, e secondo me danno abbastanza bene l’idea di come proseguono le altre 230 pagine.
La stessa anticipazione è anche disponibile sul sito de Il Fatto Quotidiano, ma se la state leggendo qui non serve vi rimandi lì. Ringrazio gli amici del Fatto per lo spazio datomi, anche perchè a occhio e croce in questo libro non mi faccio molti amici e dubito che altri media gli diano spazio. Giusto Il Fatto, perchè sono coglioni amici.
Intanto buona lettura e vi ricordo che, se vi dovesse venire voglia, il libro si intitola “I Peggio Stronzi”, è edito da Piemme e lo trovate in tutte le librerie. (Questo è il link Amazon).
«Vorrei tanto condividere con tua madre questo momento!».
Questo è il messaggio che ricevo via WhatsApp il 27 maggio 2019, la mattina dopo le elezioni europee. A mandarmelo è un candidato che ha appena avuto dal suo staff la conferma di essere stato eletto. No, non è un vecchio amico di mia madre e il messaggio significa proprio quello che sembra. Vi chiederete: chi è questo neorappresentante delle istituzioni, questo figlio del Manifesto di Ventotene, che vorrebbe condividere con la mia mamma la sua elezione? Non è così importante ma ve lo racconterò comunque più avanti. Perché è incazzato, invece, ve lo dico subito. È incazzato perché l’ho preso per il culo con un disegnetto: sono un vignettista satirico, è il mio lavoro. Qualcuno ride, qualcun altro si incazza. E io ora vi racconterò le storie di alcuni di quelli che si sono incazzati.
Partiamo dall’inizio. Sono nato nel dicembre del 1985 a Napoli e sono cresciuto a Scampia. Non so se siete di quelli che hanno sempre sognato di vivere in un posto da film: be’, io ci ho vissuto in un posto da film e il fatto che quel film fosse Gomorra di Matteo Garrone è un dettaglio.
Dal 2007 disegno vignette di satira politica. Ho iniziato come autore professionista a 21 anni ma non ho mai fatto il boom: non si fa il boom con la satira politica, anche se da ragazzino mi sembrava una prospettiva plausibile. Cosa che potrà sembrare bizzarra per uno che si occupa ogni giorno di satira: la politica non mi appassiona, quasi meno del calcio; sono solo sport truccati, ma magari sul calcio mi sbaglio ed è solo un pregiudizio. Non ho mai neanche avuto la tessera di un partito. A qualcuno pare strano che si possa fare il mio lavoro senza militare in un partito: devi avere una tessera in tasca, e se non risulta è perché la tieni nascosta. Tipo i tatuaggi: oggi tutti devono averne uno e se non ce l’hai sei strano. Io non ne ho, di tatuaggi. Quando qualcuno – una ragazza al primo appuntamento, magari – mi chiede: «Hai tatuaggi?» rispondo «Ancora non sono stato in galera» e rido. È una battuta che fa ridere solo me, e finisce che non si scopa.
Ma tanto sono un vignettista, non si sarebbe scopato lo stesso.
Nel 1985 sono appena nato e già al governo c’è uno tipo Bettino Craxi, mentre al Quirinale Sandro Pertini sta lasciando il posto a uno come Francesco Cossiga: avremmo dovuto capirlo che sarebbe finita una merda.
Nel 1992 ho sei anni e scoppia Tangentopoli.
Ho 8 anni quando Silvio Berlusconi fonda Forza Italia e “scende in campo”. È il 1994. I miei nonni non amavano Berlusconi: ogni volta che sui canali dell’allora Fininvest partiva la pubblicità, mio nonno diceva: «Berlusconi! Sempre a far soldi!».
Nel 2003 non ho idea di cosa fare nella vita e – come tutti quelli che non hanno idea di cosa fare nella vita – mi iscrivo a giurisprudenza. Trovo un lavoretto che mi permette di guadagnare due soldi: la domenica mattina vado a vendere copie del quotidiano cattolico «Avvenire» fuori dalle chiese. Sono gli anni in cui esplode la “freepress”: quotidiani distribuiti gratis perché inzeppati di pubblicità. Per me è dura spiegare alla gente che mi sfila «Avvenire» di mano pensando sia gratis che invece devono pagarlo e finisce che mi bestemmiano addosso accusandomi di truffa. È stato il mio primo lavoro nel campo editoriale. Davvero, avrei dovuto capirlo che sarebbe finita una merda.
Ho 20 anni nel 2006, sotto il governo Prodi: un apostrofo rosa tra due governi Berlusconi. In quell’anno le mie vignette compaiono su importanti quotidiani nazionali vicini alla sinistra, come «l’Unità» e «Liberazione». Entrambi falliti e chiusi, come la sinistra.
Nel 2009 ne ho 23 di anni e trovo il mio primo e unico lavoro: vignettista in un nuovo quotidiano nazionale che vede la luce il 23 settembre di quell’anno. Si chiama «Il Fatto Quotidiano» e sarà molto amato e molto odiato, spesso dalle stesse persone in diverse fasi lunari. Siamo in epoca berlusconiana e io sorrido sereno: ho davanti un ventennio buono di vignette facili con il Silvio nazionale. Ma tre anni dopo, nel 2011, il Berlusconi politico si suicida con un cocktail di crisi economica e scandali sessuali. Ho solo 26 anni. Sono rovinato.
I 30 anni li ho compiuti nel mezzo degli anni fratricidi: prima i tecnici di Monti e poi il triplete Letta-Renzi-Gentiloni. Un turbinio di violenza e caos degno delle lotte tra gli eredi di Carlo Magno. Solo che quelli si litigavano il Sacro Romano Impero, questi il Pd.
Compio i 33 anni sotto il governo Conte sostenuto da M5«-Lega. I 34 sotto il governo Conte sostenuto da M5«-Pd. I 35 sotto il governo Conte sostenuto dal Coronavirus, poi sostituito in corsa dal “Governo dei migliori” di un tizio che si chiama Mario Draghi.
Ho paura del futuro, come tutta la mia generazione, finché faccio due conti e mi rendo conto che il futuro è già finito.
pare bello bello, mi sa che lo compro.
Rilascerai le prime pagine gratuitamente per far valutare l’acquisto o no? Io adoro le tue vignette… ma un libro non saprei proprio… Leo Ortonali quando ha scritto “2 belve ed altri animali feroci” dimostrò uno stile molto molto simile.
Sono quelle che hai appena letto nel post
Ieri sera era il più venduto nella categoria “humor”, stamattina è il più venduto nella categoria “strutture e processi politici” (?).
Confuso da questa doppia identità del libro, ho preferito comprarlo in libreria
Comprato. Sono arrivato a leggere alla vignetta “svista” sul Fatto Quotidiano, che come diceva Jovanotti “una bugia ripetuta da tutti diventa la verità”. Hehehe.
Grazie, fammi sapere quando finisci!
Ho finito il libro. Mi è piaciuto tutto, ma voglio scrivere qui alcune perle notevoli che sicuramente diventeranno aforismi un giorno:
P. 144: i social media sono come una piscina: meglio non cacarci, la merda viene a galla e finisce che devi nuotarci in mezzo.
Ripetuta più volte: tutti quelli che cercano di impedire a qualcun’altro di dire qualcosa giurano sempre che però non è messa in discussione la libertà di espressione.
P.180: il mio è un lavoro in cui ci si sporca, perché giochiamo con la merda come fosse didò.
Poi certe cose importanti tipo:
P. 183: Rif. a Makkox e nota a piè di pagina su Luttazzi.
P.218: effetto Streisand.
Una domanda: hai attinto ai famigerati archivi di Travaglio per le ricostruzioni e le supersintesi? O ne stai tenendo dei tuoi?
“Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro”
…e infatti Travaglio si sta montanellizzando no?
Sto mettendo su un archivio tutto mio: ho imparato dal migliore!
Hehehe. Lo sospettavo. Ti stai travagliando…
Natangelo, tu quoque? Io il libro lo compro, ma in libreria. Non dare una mano a chi le librerie, specie piccole e fuori da catene, le sta estinguendo….
Comprato ieri da Feltrinelli, lo sto leggendo. I disegni non ci sono, ma li possiamo immaginare attraverso il linguaggio “da vignettista”. Contenta dell’acquisto.
… e se poi vendi tanti libri, diventi ricco, ti rammollisci negli agii e perdi mordente?
È già ricco con lo stipendio che gli passa Travaglio. Altro che CR7 !!!!!
Sto leggendo. Sono ancora all’inizio, a Charlie Hebdo. Un solo appunto, qualcosa che si avvicina a Charlie in Italia c’è: Il Vernacoliere.
Ancora un appunto, poi mi sto zitto fino alla fine: paragonare Forattini a Wolinski è come paragonare una tizia appena intonata che fa il karaoke di Proud Mary al pub (Forattini) a un concerto rock di Tina Turner al suo meglio (Wolinski).
Sono certo che in realtà lo sai anche tu! Incidentalmente, anche tu, tra Forattini e Wolinski, sei più verso Wolinski (e non ti montare la testa!)
Non li paragono per bravura, ma per fama. In Italia forattini è quasi (sempre meno) vignettista per antonomasia, idem in Francia wolinski. La bravura non c’entra e infatti invito a non far battute su forattini.
Apropò, ma Zapiro lo conosci?
https://www.zapiro.com/
Stefano Rolli ?
Caro Nat, oggi sono andato in libreria ( Mondadori ) per comprare il tuo libro e …..
S O R P R E S A !
NON C’E’ !
La stanca commessa non ne sa nulla, diteggia il pc e fa : ” ah, si, mo’ ci’ oo mannano “.
Sic.
Sembrerebbe una mondadori romana
Hai pestato i piedi a qualcuno di SX ed il Socing ha disposto il ritiro. Verrai vaporizzato.
Ho comprato il libro e mi è piaciuto per due motivi: il primo, perché è certamente scritto da una persona intelligente (chi è il ghost writer? hahahaha); secondo, perché scrivere con umorismo su un tema noioso come la politica pensavo fosse praticamente impossibile.
Sei bravo, ma adesso inizia la parte difficile: mantenere alto il livello (che croce da portare !!).
Alla prossima vignetta!
il ghost-writer è CaneCattivo 🙂
Come fa una persona di 30 anni che fa un lavoro che gli piace, non alienante, a parte vedere Scanzi o Travaglio, a dire che “il futuro è finito” ?
Hai provato a lavorare in un cantiere su di un ponteggio, hai provato ad asfaltare una strada ad agosto ?
( senza polemica e con rispetto )
ti rispondo, senza polemica, che forse confondi il presente (che tu descrivi) con il futuro
Boh, nel futuro ci saranno bravi operai, bravi professionisti e intellettuali e vignettisti. Come adesso.
E ci saranno persone che si vedono senza futuro, ma è un loro limite.
ordinato sabato nella piccola libreria sotto casa, dovrebbe arrivare presto 🙂
Anche io a chi mi chiede se ho tatuaggi dico che non sono in galera o che non sono un marinaio.E a chi ribatte che neanche loro sono stati in galera gli rispondo che si stanno portando avanti…..
l’ho subito acquistato e lo leggerò con piacere
ciao Nat
Dacci parere!