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L’Imperatore

Il capo dello stato si giova di questa letteratura che ha sottomesso e chiuso in caserma, che gli presenta le armi, che esce solo quando si grida “fuori la guardia”, che marcia in fila e fa evoluzioni come l’esercito. La letteratura che esprime il nuovo tempo non ha cominciato a regnare che quaranta che cinquant’anni dopo la sua epoca, durante questo mezzo secola essa è stata usata solo dall’opposizione. Tutti questi prodigi, una volta fieri democratici, sono divenuti i più ossequienti servitori dell’imperatore. Il carattere non è stato corrispondente al genio e coloro che avevano innalzato il pensiero più alto dei cieli stessi, non sono riusciti a levare la loro anima al disopra dei piedi dell’Imperatore: se essi pretendevano di non avere bisogno di Dio, era perchè avevano bisogno di un padrone.

Questo brano l’ho estrapolato da ‘Memorie D’oltretomba’ di Chateubriand (Hugo scrisse da giovane che sarebbe divenuto ‘o Chateubriand o nulla’). Parla di Napoleone Bonaparte e della sua corte – che los crittore ebbe occasione di vivere e apprezzare: cosa credevate?

Questa vignetta si rifà ancora alla fantastica serata dell’imperatore a Porta a Porta con l’annessa fuga degli italiani dal monitor (eppure il popolo italiano è di bocca buona in fatto di tivvù).

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